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CATECHISMO DEGLI ADULTI

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Catechismo degli Adulti

Sacrificio 255 , 690 , 945
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Sacrificio
[255]  “Sacrificio” è la morte di Gesù in quanto porta a compimento «una volta per tutte» (Eb 7,27) il senso dei riti sacrificali dell’Antico Testamento: i sacrifici di alleanza, l’olocausto, l’oblazione, il sacrificio pacifico, quello di riparazione e quello di espiazione, soprattutto il sacrificio dell’agnello pasquale. Tali sacrifici convergono in definitiva verso un unico obiettivo: attuare la comunione dell’uomo con Dio, rendendolo partecipe della sua santità.
Il santo sacrificio
[690]  A motivo di questa memoria che si fa presenza, la Chiesa non 16-329.png esita a considerare l’eucaristia vero sacrificio, senza timore di compromettere l’unicità del sacrificio della croce: «Celebrando il memoriale del tuo Figlio, morto per la nostra salvezza, gloriosamente risorto e asceso al cielo, nell’attesa della sua venuta, ti offriamo, o Padre, in rendimento di grazie questo sacrificio vivo e santo»
nota
Messale Romano, Preghiera eucaristica III.
. Anzi, fin dal I secolo è abituale vedere nelle celebrazioni eucaristiche l’attuazione del sacrificio preannunciato dal profeta Malachìa
nota
Cf. Ml 1,11.
: «Ogni domenica, giorno del Signore, riuniti spezzate il pane e rendete grazie, dopo che avete confessato i vostri peccati, affinché il vostro sacrificio sia puro... Così infatti ha detto il Signore: In ogni luogo e in ogni tempo, è offerto al mio nome un sacrificio puro»
nota
Didachè, 14, 1, 3.
.
16-330.png L’eucaristia non compromette l’unicità della croce, perché non è una ripetizione né un’aggiunta, ma la ripresentazione, qui e ora, sotto i segni sacramentali, di quello stesso atto di donazione con cui Gesù è morto ed è stato glorificato
nota
Cf. Concilio di Trento, Sess. XIII, Dottr. Sul sacrificio della messa, 1 - DS 1740.
. «Anche noi oggi offriamo quel sacrificio, quello offerto una volta, quello inesauribile... Noi non compiamo un altro sacrificio... bensì sempre lo stesso; meglio, noi facciamo il memoriale di quel sacrificio»
nota
San Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Lettera agli Ebrei, 17, 3.
.
Il sacrificio pasquale fu compiuto «una volta per sempre» (Eb 10,10); ma rimane sempre attuale presso il Padre come «redenzione eterna» (Eb 9,12). Cristo nello Spirito offre al Padre se stesso, la Chiesa e tutta la creazione. Esprime visibilmente questa offerta nel rito liturgico, che è innanzitutto un suo gesto simbolico. La Chiesa, animata dal medesimo Spirito, si associa a Cristo nello stesso rito e offre al Padre lui e se stessa con lui
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 11.
.
«Cristo nostra Pasqua si è immolato. Egli continua a offrirsi per noi e intercede come nostro avvocato: sacrificato sulla croce più non muore e con i segni della passione vive immortale»
nota
Messale Romano, Prefazio pasquale III.
. «Sacerdote vero ed eterno, egli istituì il rito del sacrificio perenne;... si offrì vittima di salvezza, e comandò a noi di perpetuare l’offerta in sua memoria»
nota
Messale Romano, Prefazio della SS. Eucaristia I.
. Perciò «noi crediamo che la Messa... è il sacrificio del Calvario reso sacramentalmente presente sui nostri altari»
nota
Paolo VI, Credo del Popolo di Dio, 24.
.
[945] La purificazione della mente consiste nel coltivare una conoscenza oggettiva e una riflessione rigorosa, nel maturare salde convinzioni e idee guida capaci di risvegliare l’amore a Dio, nel rafforzare la volontà compiendo il bene anche con sacrificio.
CCC, 1430CCC 1809