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CATECHISMO DEGLI ADULTI

CATECHISMO DEGLI ADULTI
INDICE TEMATICO
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Catechismo degli Adulti

Vangelo 76-77 , 106-111 , 141 , 301-304
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Storicità di Gesù
[76]  Riguardo al carattere storico della rivelazione cristiana, occorre innanzitutto sottolineare che Gesù di Nàzaret non è un’idea, ma una persona concreta. Lo confermano anche documenti di 2-45.pngprovenienza ebraica e pagana. Ma sono in sostanza i quattro Vangeli a farcelo conoscere nella sua vicenda personale, nella sua azione e nel suo insegnamento. Occorre allora chiedersi se ci si può fidare dei Vangeli: non potrebbe trattarsi di racconti leggendari?
I quattro Vangeli hanno valore storico, in quanto riferiscono fedelmente le opere e le parole di Gesù, ripensate alla luce degli eventi pasquali sotto l’influsso dello Spirito Santo
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Dei Verbum, 19.
. Essi sono espressione della fede degli evangelisti e della prima comunità cristiana; ma questo non impedisce di considerarli fonte sicura di informazione, perché la fede cristiana si caratterizza proprio per il suo radicarsi nella storia.
La fede cristiana incontra Dio in un uomo in carne ed ossa, visto con gli occhi, udito con gli orecchi e toccato con le mani
nota
Cf. 1Gv 1,1.
; suppone la conoscenza diretta o almeno la parola di testimoni attendibili; è consapevole che, senza avvenimenti garantiti da solide testimonianze, sarebbe vuota illusione. Al credente interessa non solo la perenne attualità salvifica, ma anche la memoria fedele. Di fatto i Vangeli, sebbene non intendano offrire una biografia completa, raccolgono una selezione di fatti e detti di Gesù, ritenuti importanti per il loro significato salvifico e sufficienti ad assicurare una base alla fede nel Figlio di Dio e alla comprensione globale del disegno divino.
[77]  Alla figura storica di Gesù si risale attraverso una verifica attenta, 2-48.pngarticolata in fasi successive: confronto tra le edizioni antiche dei Vangeli, nei papiri e nei codici, per stabilire il testo autentico; studio delle redazioni, per mettere in luce la forma letteraria e la teologia degli evangelisti; esame delle tradizioni utilizzate, per individuare la loro forma più arcaica; controllo delle informazioni in base ad alcuni criteri di attendibilità storica.Si tratta di un cammino a ritroso, attraverso il quale ci si rende conto di come i dati originari furono selezionati, sintetizzati, interpretati e ordinati secondo le esigenze della predicazione nelle varie comunità, ma sempre con la preoccupazione e la convinzione di essere fedeli alla memoria di Gesù e con la garanzia dei responsabili e dei testimoni oculari. Prima di scrivere, si avvertiva l’esigenza di compiere accurate ricerche e di vagliare le testimonianze
nota
Cf. Lc 1,1-4.
: questa preoccupazione di fedeltà trova riscontri nell’esattezza del quadro geografico, storico e sociale. Si sapeva distinguere l’insegnamento di Gesù da quello dei discepoli: così si spiega perché siano stati conservati modi espressivi del Maestro non più usati dalla Chiesa, come “regno di Dio” e “Figlio dell’uomo”, e viceversa non siano stati posti sulla sua bocca problemi molto sentiti nella Chiesa primitiva, ma da lui non trattati esplicitamente, come ad esempio il rapporto tra cristiani di origine ebraica e cristiani di origine pagana.
Possiamo essere sicuri che i Vangeli ci consentono di raggiungere la figura storica di Gesù nei suoi lineamenti principali, nelle costanti del suo insegnamento e della sua prassi, nei momenti cruciali della sua vita pubblica, nella sua assoluta originalità.
Viene il regno di Dio
[106] Capita spesso di leggere o ascoltare una pagina dei Vangeli. Forse ricordiamo qualche parabola e qualche detto, che ci hanno profondamente colpito. Rischiamo però di non coglierne esattamente il significato e la portata, se non li collochiamo nella prospettiva originaria. È importante, allora, scoprire qual era l’obiettivo fondamentale di Gesù, qual era il tema centrale della sua predicazione.
[107] Gesù di Nàzaret non insegna una visione del mondo, ricavata dalla comune esperienza umana, un insieme di verità religiose e morali, frutto di riflessione particolarmente penetrante. Si presenta piuttosto come il messaggero di un avvenimento appena iniziato e in pieno svolgimento. Il suo, prima di essere un insegnamento, è un annuncio, un grido di gioia: viene il regno di Dio!
Una semplice frase, collocata in apertura del vangelo di Marco, riassume tutta la sua predicazione: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo» (Mc 1,15). Questa è la buona notizia che Gesù ha da comunicare. Questa è la causa per cui vive, la ferma speranza che lo sostiene.
Messaggero e protagonista
[108]  I concetti, tra loro intimamente collegati, di vangelo e di regno 3-66.pngdi Dio, fanno riferimento ad alcuni oracoli del libro di Isaia, che prospettano un grandioso intervento di Dio a favore di Israele, un nuovo esodo. Dio si prenderà cura personalmente del suo popolo, come un pastore fa con il suo gregge. Lo libererà, lo risanerà, lo guiderà verso Gerusalemme. Un messaggero correrà avanti a portare la buona notizia, «messaggero di lieti annunzi che annunzia la pace, messaggero di bene che annunzia la salvezza, che dice a Sion: “Regna il tuo Dio”» (Is 52,7); messaggero «mandato a portare il lieto annunzio ai miseri... per allietare gli afflitti di Sion, per dare loro una corona invece della cenere» (Is 61,13).
[109]  Sullo sfondo di queste profezie, Gesù afferma che la storia è arrivata alla svolta decisiva: la grande promessa comincia a realizzarsi. Dio viene per regnare in modo nuovo e definitivo. Viene per aprire un cammino sicuro verso la pienezza della vita e della pace. Il suo regno è da intendere soprattutto come sovranità, regalità, come una realtà misteriosa e dinamica, che si è fatta vicina, anzi è già in mezzo agli uomini e deve essere accolta con umiltà e fiducia
nota
Cf. Mc 10,15.
.
[110]  Gesù identifica se stesso con la figura del messaggero che annuncia 3-67.pngl’inaugurazione del regno di Dio: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi» (Lc 4,21). Ma, oltre che messaggero, si considera anche protagonista del Regno: l’intervento di Dio si attua attraverso di lui. Egli è venuto a radunare le «pecore perdute della casa di Israele» (Mt 15, 24), in modo da attirare anche le nazioni «dall’oriente e dall’occidente» (Mt 8,11). È venuto per dare inizio alla liberazione integrale dell’umanità, con le meraviglie tipiche del nuovo esodo: «I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l’udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella» (Mt 11,5).
Incontrare il Maestro e vivere in comunione con lui significa fare un’esperienza privilegiata, superiore a quella di Giovanni Battista
nota
Cf. Mt 11,11.
. I discepoli devono rendersi conto che stanno partecipando a un avvenimento di importanza unica, al vertice della storia: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non lo udirono» (Lc 10,23-24).
[111] Gesù è il messaggero e il protagonista del regno di Dio che viene nella storia. La sua predicazione si può riassumere in questo annuncio e appello: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo» (Mc 1,15).
La nostra cooperazione
[141] In Gesù, Dio Padre inaugura la sua nuova presenza nella storia e offre a noi la possibilità di entrare in un rapporto di comunione con lui. Il suo regno non ha un carattere spettacolare; ama nascondersi nella semplicità delle cose ordinarie. E tuttavia possiamo farne l’esperienza subito, se lo accogliamo liberamente e attivamente.
Per avere un raccolto soddisfacente, non basta che il seminatore getti il seme con abbondanza; occorre che il terreno sia buono. Il Regno è interamente dono, ma ha bisogno della nostra cooperazione: la esige e la provoca nello stesso tempo. Dio non solo rispetta, ma suscita la libertà; non salva l’uomo dall’esterno, come fosse un oggetto, ma lo rigenera interiormente, e poi attraverso di lui rinnova la società e il mondo. La lieta notizia del regno di Dio che viene implica un appello: «Convertitevi e credete al vangelo» (Mc 1,15). La nuova prossimità di Dio mediante Gesù rende possibile una radicale conversione.
CdA, 813
CONFRONTAVAI
Il vangelo della nascita
[301] La prima comunità dei credenti, animata dallo Spirito Santo e guidata dagli Apostoli, penetra progressivamente nella profondità del mistero di Gesù; comprende che tutta la sua esistenza è rivelazione di Dio e causa di salvezza per noi. In questa prospettiva anche gli episodi salienti che circondano la sua nascita diventano vangelo, perché lasciano già intravedere quello che poi si manifesterà pienamente alla luce di Pasqua, che cioè Dio è con noi per salvarci e riportarci alla comunione con sé. Si tratta di ricordi, fedelmente custoditi e trasmessi in ambito familiare, che ora vengono compresi nel loro profondo significato.
Nel racconto di Matteo
[302]  Matteo apre il suo Vangelo con una genealogia e organizza gli 8-157.pngavvenimenti della nascita di Gesù in cinque quadri
nota
Cf. Mt 1,1-2.
: annuncio a Giuseppe, visita dei Magi, fuga in Egitto, strage degli innocenti, ritorno a Nàzaret. Mette in evidenza che Gesù viene a nascere in mezzo a un popolo di peccatori; ma il suo nome significa “Il Signore salva”
nota
Cf. Mt 1,21.
. Sarà dunque il Salvatore per Israele e per tutte le nazioni della terra, rappresentate dai Magi. Incontrerà persecuzioni ma, come nuovo Mosè, libererà i credenti dal peccato e li guiderà fuori della schiavitù. Sarà il pegno della fedeltà di Dio, la sua presenza misericordiosa, l’Emmanuele, Dio-con-noi
nota
Cf. Mt 1,23.
. Lo si comprenderà bene più tardi al termine di tutto il Vangelo, quando il Risorto assicurerà solennemente: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni» (Mt 28,20).
Nel racconto di Luca
[303]  L’evangelista Luca racconta la nascita e la vita nascosta di Gesù in parallelo con quella di Giovanni Battista, presentandolo come dono incomparabile e gratuito di Dio ai poveri
nota
Cf. Lc 1,1-2.
. In ogni epoca ci sono degli uomini che sono un dono straordinario, che aprono prospettive nuove di fraternità e di speranza. Per Israele è dono grande Giovanni Battista, che preparerà le vie del Signore; non per niente nasce da genitori sterili in virtù della benedizione divina, come un tempo Isacco e Samuele. Ma dono assolutamente unico per tutte le genti è Gesù, il Figlio dell’Altissimo, il Salvatore, il Cristo Signore: per questo nasce da una Vergine, umile e povera, in virtù dello Spirito Santo. La sua nascita verginale indica che è Figlio del Padre celeste e che la salvezza è frutto della grazia e non delle capacità umane.
I misteri dell’infanzia e della vita nascosta
[304]  Nella nascita del Messia, povero tra i poveri, viene anticipata la suprema povertà del Crocifisso e comincia a risplendere la gloria di Dio, intesa come rivelazione del suo amore. Nella circoncisione del bambino Gesù si esprimono la sua appartenenza al popolo di Israele e la sua sottomissione alla legge. Nella presentazione al tempio Israele, rappresentato da Simeone e Anna, vede coronata la sua attesa e incontra il suo salvatore, mandato da Dio anche come «luce per illuminare le genti» (Lc 2,32). Nella venuta dei Magi sono le nazioni pagane che, mediante i loro rappresentanti, vanno incontro al Messia di Israele e lo adorano come salvatore universale. Nella fuga in Egitto si annuncia per il Messia un futuro di contrasti e persecuzioni: attuerà la sua missione attraverso la sofferenza. Nel ritrovamento nel tempio emerge la consapevolezza di Gesù circa la propria missione e la propria identità di Figlio di Dio.
La lunga permanenza di Gesù a Nàzaret, intessuta di fatica quotidiana e di ordinari rapporti con la gente anonima di un oscuro villaggio, manifesta anch’essa la condiscendenza di Dio e la sua volontà di essere con noi e per noi. Dio ama la vita quotidiana che non fa notizia, caratterizzata dalla famiglia e dal lavoro, la vita della quasi totalità del genere umano. In essa si lascia incontrare: basta viverla come un dono e un compito, con fede e amore. Non è necessario compiere grandi imprese per essere santi.
CCC, 527-534CdA, 777-779
CONFRONTAVAI