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CATECHISMO DEGLI ADULTI

CATECHISMO DEGLI ADULTI
INDICE TEMATICO
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Catechismo degli Adulti

Stato 149 , 923 , 1095 , 1103 , 1103 , 1109

[149]  Il regno di Dio non ha niente a che fare con uno stato teocratico: non impone il diritto e la giustizia con la forza; non si difende con le armi; non fa concorrenza ai regni di questo mondo
nota
Cf. Gv 18,36.
. Tuttavia non rimane indifferente neppure nei loro confronti: li giudica e ne denuncia le pretese totalitarie. Si deve dare «a Cesare ciò che è di Cesare», rispettando le autorità e osservando le leggi, perché hanno il compito di assicurare la pacifica convivenza e il progresso dei cittadini. Prima ancora però bisogna dare «a Dio ciò che è di Dio» (Mc 12,17), mettendo la sua volontà e la dignità dell’uomo al di sopra delle istituzioni, rimuovendo ogni soggezione falsamente religiosa verso il potere politico.
CdA, 1103
CONFRONTAVAI
Obiezione di coscienza
[923] La coscienza cristiana a volte contesta qualche legge particolare; non intende però contestare lo stato come tale, almeno quando è democratico e rispetta i diritti fondamentali della persona. L’obiezione di coscienza, mettendo in luce i limiti e i rischi di qualche soluzione approvata dalla maggioranza, richiama l’attenzione sul fatto che non sempre ciò che è legale è anche morale, e in definitiva favorisce l’ulteriore crescita umana della società.
Individualismo e collettivismo
[1095]  Quando si allontana dalla fede in Dio, la cultura elabora un’immagine riduttiva dell’uomo, che oscilla tra individualismo e 28-523.pngcollettivismo. La prima posizione svaluta la società, come se fosse «qualcosa di esterno all’uomo»
nota
Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 25.
, un frutto del caso o di un patto tra individui. La seconda degrada l’uomo a un numero, a un elemento del sistema. Spesso l’una va a combinarsi con l’altra, enfatizzando simultaneamente l’individuo isolato e lo stato burocratico centralizzato, ignorando invece la famiglia e le comunità particolari intermedie. L’una e l’altra influenzano scelte sociali, economiche e politiche, che prescindono dalla dignità e responsabilità della persona e conducono a risultati disastrosi
nota
Cf. Giovanni Paolo II, Centesimus annus, 13; 17; 24-25.
. «L’uomo può organizzare la terra senza Dio, ma senza Dio non può alla fine che organizzarla contro l’uomo»
nota
Paolo VI, Populorum progressio, 42.
.
[1103]  Nella cultura dell’antico oriente, il re veniva adorato come un dio, una manifestazione della divinità suprema. Secondo la Bibbia, invece, i governanti sono soltanto servitori di Dio per il bene del popolo, sottoposti anch’essi alla legge morale e al giudizio esigente del Signore. Così essa si esprime: «Ascoltate, o re, e cercate di 28-526.pngcomprendere; imparate, governanti di tutta la terra... La vostra sovranità proviene dal Signore; la vostra potenza dall’Altissimo, il quale esaminerà le vostre opere e scruterà i vostri propositi; poiché, pur essendo ministri del suo regno, non avete governato rettamente, né avete osservato la legge, né vi siete comportati secondo il volere di Dio» (Sap 6,13-4). «Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio» (Mc 12,17). «Non c’è autorità se non da Dio... Essa è al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora temi, perché non invano essa porta la spada; è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male. Perciò è necessario stare sottomessi, non solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza» (Rm 13,14-5). Occorre pregare «per tutti quelli sta stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità» (1Tm 2,2).
Lo stato assume un volto demoniaco quando, dimentico del suo ruolo sussidiario di servizio, diventa totalitario e prende il posto di Dio: «Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo... Il drago le diede la sua forza, il suo trono e la sua potestà grande» (Ap 13,1-2). In situazioni del genere ai cristiani si impone il dovere della resistenza.
CdA, 149
CONFRONTAVAI
[1103]  Nella cultura dell’antico oriente, il re veniva adorato come un dio, una manifestazione della divinità suprema. Secondo la Bibbia, invece, i governanti sono soltanto servitori di Dio per il bene del popolo, sottoposti anch’essi alla legge morale e al giudizio esigente del Signore. Così essa si esprime: «Ascoltate, o re, e cercate di 28-526.pngcomprendere; imparate, governanti di tutta la terra... La vostra sovranità proviene dal Signore; la vostra potenza dall’Altissimo, il quale esaminerà le vostre opere e scruterà i vostri propositi; poiché, pur essendo ministri del suo regno, non avete governato rettamente, né avete osservato la legge, né vi siete comportati secondo il volere di Dio» (Sap 6,13-4). «Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio» (Mc 12,17). «Non c’è autorità se non da Dio... Essa è al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora temi, perché non invano essa porta la spada; è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male. Perciò è necessario stare sottomessi, non solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza» (Rm 13,14-5). Occorre pregare «per tutti quelli sta stanno al potere, perché possiamo trascorrere una vita calma e tranquilla con tutta pietà e dignità» (1Tm 2,2).
Lo stato assume un volto demoniaco quando, dimentico del suo ruolo sussidiario di servizio, diventa totalitario e prende il posto di Dio: «Vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo... Il drago le diede la sua forza, il suo trono e la sua potestà grande» (Ap 13,1-2). In situazioni del genere ai cristiani si impone il dovere della resistenza.
CdA, 149
CONFRONTAVAI
La comunità dei popoli
[1109] La Chiesa con la sua stessa esistenza testimonia l’universalità del divino disegno di salvezza ed è fattore di unità per tutto il genere umano. Essa guarda dunque con grande attenzione al progressivo intensificarsi delle relazioni tra i popoli, cercando di orientarlo nella giusta direzione.
Oggi i confini degli stati sono attraversati da un flusso continuo di uomini, informazioni, capitali, merci, armi. L’interdipendenza cresce in ampiezza e spessore. Se si vogliono evitare meccanismi perversi, che avrebbero «conseguenze funeste per i più deboli»
nota
Giovanni Paolo II, Sollicitudo rei socialis, 17.
, anzi per tutti, è necessario attivare una nuova solidarietà morale, culturale, politica ed economica. «Il bene comune... oggi diventa sempre più universale, investendo diritti e doveri che riguardano l’intero genere umano»
nota
Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 26.
. La pretesa dei singoli stati sovrani di porsi come vertice della società organizzata sta diventando anacronistica. Si va verso forme di collaborazione sistematica, si moltiplicano le istituzioni internazionali, si auspicano forme di governo sopranazionale con larga autonomia delle entità nazionali.
La comunità dei popoli, come quella delle persone, va costruita non sui rapporti di forza, ma sui valori di verità, giustizia, amore, libertà
nota
Cf. Giovanni XXIII, Pacem in terris, 47-67.
. Anche a livello di relazioni tra i popoli, la carità esige che un’attenzione preferenziale sia riservata ai più deboli.
CCC, 1911