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CATECHISMO DEGLI ADULTI

CATECHISMO DEGLI ADULTI
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Catechismo degli Adulti

Simbolo 98 , 635

Simbolo della fede
[98]  Ben presto le principali verità rivelate vengono raccolte in un sommario chiamato “Simbolo della fede”, perché serve come segno di riconoscimento del cristiano e di appartenenza alla Chiesa. Si tratta di una sintesi organica che implicitamente abbraccia tutta la rivelazione, come un minuscolo seme di senape contiene virtualmente l’albero intero con i suoi rami
nota
Cf. San Cirillo di Gerusalemme, Catechesi prebattesimali, 5, 12.
. La sua struttura è articolata in tre parti, che mettono in luce il mistero trinitario e la storia della salvezza: Dio Padre e la creazione, Gesù Cristo e la redenzione, lo Spirito Santo e la santificazione
nota
Cf. Sant’Ireneo di Lione, Esposizione della predicazione apostolica, 99-100.
. Così si presentano anche i due simboli più importanti usati ancora nella liturgia: quello battesimale della Chiesa di Roma, chiamato “Simbolo apostolico”, e quello promulgato con l’autorità dei primi due concili ecumenici, il “Simbolo niceno-costantinopolitano”.
Dalla cura materna della Chiesa accogliamo queste sintesi della fede. Così le consegna a ciascuno di noi un vescovo dei primi secoli: «Nell’apprendere e professare la fede, abbraccia e ritieni soltanto quella che ora ti viene proposta dalla Chiesa ed è garantita da tutte le Scritture... Io ti consiglio di portare questa fede con te, come provvista di viaggio per tutti i giorni di tua vita e non prenderne mai altra fuori di essa»
nota
San Cirillo di Gerusalemme, Catechesi prebattesimali, 5, 12.
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Linguaggio simbolico
[635]  L’uomo, essere spirituale e corporeo, percepisce ed esprime le realtà 15-305.pngspirituali mediante segni materiali o simboli. La sua vita quotidiana è intessuta di azioni simboliche: sorrisi, lacrime, strette di mano, baci, abbracci. Basta pensare ai rapporti tra amici, fidanzati, sposi, genitori e figli. Le parole da sole sarebbero del tutto inadeguate, specialmente nei momenti intensi di amore, di gioia e di dolore. I gesti rafforzano le parole; danno corpo alle intuizioni, ai valori e ai sentimenti; toccano il cuore e plasmano la personalità.
Il linguaggio simbolico è un modo di essere e di comunicare. Coinvolge tutta la persona: intelligenza, volontà, affettività e corporeità. Non solo rappresenta le realtà spirituali invisibili, ma le contiene e le comunica effettivamente.
L’esperienza religiosa si serve del linguaggio simbolico come mediazione dell’incontro con la divinità. Il mondo è come un grande simbolo della grandezza di Dio e della sua vicinanza. La luce, il fuoco, l’aria, l’acqua, l’avvicendarsi delle stagioni, i frutti della terra, ogni realtà visibile rimanda al di là di se stessa, verso il Mistero. I gesti della vita sociale si caricano spontaneamente di senso religioso. Partecipare a un convito non è solo prendere cibo, ma è un modo di interpretare la realtà, un modo di essere con le cose, con gli altri e in definitiva con Dio. La relazione con Dio viene vissuta con più intensità nei passaggi critici della vita - nascita, crescita, matrimonio, morte - o negli avvenimenti storici in cui si riconoscono importanti valori e motivi di speranza.
Tutte le religioni fanno largo uso di gesti simbolici, organizzandoli in sistemi più o meno complessi, cioè in riti. I simboli presentano analogie e convergenze sorprendenti; ma i significati sono per lo più molto diversi da una religione all’altra.
CCC, 1145-1149