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CATECHISMO DEGLI ADULTI

CATECHISMO DEGLI ADULTI
INDICE TEMATICO
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Catechismo degli Adulti

Sessualità 1042-1084 , 886 , 889 , 947 , 1043-1051 , 1043 , 1044 , 1053 , 1045 , 1046-1047 , 1048-1049 , 1050 , 1059 , 1060-1062 , 1080 , 1081 , 1082
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[1042] Il cristiano vive la sessualità come un appello ad essere per e con gli altri, che si può accogliere sia nel matrimonio sia nella verginità. L’amore coniugale umano, nella sua pienezza spirituale, corporea e sociale, purificato ed elevato dal sacramento, diventa immagine del regno di Dio che viene. La verginità consacrata è anticipo dello stesso Regno, apertura all’intimità assidua con il Signore e all’amore universale. L’uno e l’altra sono opportunità per crescere nella carità, per santificare se stessi e gli altri.
Costume di oggi e dottrina della Chiesa
[1043] La cultura dell’amore che si è affermata in occidente, rivendica alcune istanze senz’altro positive: la persona come soggetto libero, la pari dignità dell’uomo e della donna, l’integrazione delle loro diverse qualità umane, la procreazione responsabile. Tende però anche a ridurre l’amore a soddisfazione individuale mediante il possesso dell’altro; permette l’esercizio della sessualità fuori del matrimonio; vuole che sia consentito anche tra omosessuali; lo separa dalla procreazione e lo sottrae ad ogni norma, mantenendo soltanto la proibizione della violenza e le regole dell’igiene. Come mai la sensibilità comune riguardo alla sessualità è così lontana dall’insegnamento della Chiesa? Forse quest’ultima non sa apprezzare la sessualità?
La Chiesa intende salvaguardare la piena verità dell’amore umano. Non vuole opprimerlo con leggi che gli siano estranee, ma solo interpretarlo e servirlo, secondo il disegno di Dio, alla luce della sua parola.
Reciprocità dei due sessi
[1044]  La distinzione dei sessi è voluta da Dio: «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò» (Gen 1,27). È voluta come un bene: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» (Gen 1,31).
La persona sessuata non basta a se stessa; è chiamata a uscire dalla 27-501.pngsolitudine, a entrare in dialogo con l’altro: «Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile» (Gen 2,18). L’uomo e la donna sono per costituzione rivolti l’uno all’altro: «Né la donna è senza l’uomo, né l’uomo è senza la donna» (1Cor 11,11).
L’alterità e l’originalità consentono la reciprocità e l’integrazione. In tutto il mondo creato, l’armonia voluta dal Creatore implica distinzione e correlazione nello stesso tempo
nota
Cf. Gen 1,3-31.
. Però le diverse caratteristiche, che siano naturali o dovute all’educazione e alla cultura, presuppongono la pari dignità dell’uomo e della donna, suggerita plasticamente dal gesto della creazione di Eva dalla costola di Adamo e sottolineata dalla gioiosa esclamazione di quest’ultimo: «Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa» (Gen 2,23).
Designando la sessualità come conoscenza
nota
Cf. Gen 4,1.
, la Bibbia la situa in una prospettiva personalistica. In realtà si tratta di un dinamismo che coinvolge non solo il corpo, ma anche l’affettività e la personalità intera
nota
Cf. Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 11.
. La sessualità non è puro fatto biologico, ma capacità relazionale, linguaggio, comunicazione. Il corpo sessuato è vissuto interiormente dal soggetto ed esprime l’intero soggetto.
CCC, 369-373CCC 1605
Il senso del pudore
[1045] Una forte tensione orienta il desiderio verso il corpo dell’altro sesso, in modo da trovare soddisfazione e piacere. Ma la persona non si lascia ridurre a puro strumento e difende la propria dignità con il senso del pudore. Mentre nasconde con il vestito ciò che nel corpo attira maggiormente l’attenzione dell’istinto, rivolge all’altro lo sguardo e il volto, in cui più intensamente può comunicare la ricchezza della propria interiorità. Cerca prima di tutto di rivelargli il suo valore più vero.
CCC, 2521-2527
L’amore tra l’uomo e la donna
[1046]  Nell’innamoramento questo valore viene riconosciuto con meraviglia e commozione. Se poi si arriva all’amore, all’intensità del sentimento si aggiunge l’impegno preciso e incondizionato della volontà ad accompagnare l’altro, perché possa realizzarsi pienamente e portare a compimento il suo destino. «Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore! Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo. Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell’amore, non ne avrebbe che dispregio» (Ct 8,6-7). La sessualità, se è ben incanalata, non rimane a livello di istinto. Le qualità fisiche non interessano più per se stesse, ma come qualità della persona. L’amore integra in sé e spiritualizza l’attrazione e la soddisfazione sessuale.
CCC, 1603-1605
Segno del reciproco dono totale
[1047]  «L’amore è la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano»
nota
Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 11.
. «L’uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso se non gli viene rivelato l’amore, se non si incontra con l’amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente»
nota
Giovanni Paolo II, Redemptor hominis, 10.
. La persona cresce nella misura in cui crede nell’amore degli altri e di Dio, lo accoglie liberamente e lo contraccambia con il dono di sé. L’amore, come atteggiamento fondamentale e progetto globale di vita, assume nella sua logica tutte le dimensioni dell’esistenza, compresa la sessualità, già di per sé apertura corporea e spirituale all’altro. Fa del rapporto sessuale una sua attuazione ed espressione privilegiata, conferendogli grande valore. La donazione fisica totale è chiamata ad essere segno e parte di una donazione personale totale.
[1048]  Il peccato ha introdotto vari disordini, come il divorzio e la poligamia; ma più radicalmente ha deformato e reso menzognero il rapporto di coppia: non più comunione nel rispetto reciproco, bensì possesso, come se la persona fosse un oggetto: «Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà» (Gen 3,16). Le persone hanno bisogno l’una dell’altra, per scoprire la propria dignità e la bellezza della vita. L’individualismo banalizza il sesso e degrada l’amore a coincidenza precaria di interessi egoistici, quando non arriva a produrre frutti amari di tensione, discriminazione, sfruttamento e violenza.
CCC, 1606-1608
[1049] L’opera di Dio resta deformata, non però totalmente perduta. Lascia ancora trasparire la sua bellezza e suscita ancora ammirazione, anche perché la grazia della redenzione l’accompagna fin dall’inizio, per restituirle la sua autenticità. Con l’educazione è possibile passare dall’amore individualista, ripiegato su di sé, all’amore oblativo, rivolto agli altri; è possibile controllare e spiritualizzare l’istinto, integrandolo gradualmente nella dinamica del dono di sé.
La castità
[1050] La castità non si riduce alla continenza sessuale; propriamente significa capacità di amare senza possedere egoisticamente, capacità di relazioni autentiche. Essa è corretto sviluppo della sessualità, premessa per vivere degnamente sia il matrimonio che la verginità consacrata, valore comune per scelte diverse. Non impoverisce la vita, ma la restituisce alla sua pienezza.
CCC, 2337-2350
[1051] La persona esiste come uomo e come donna, perché ognuno esca dalla solitudine ed entri in un dialogo di amore.
Al di là del fatto biologico, la sessualità è capacità di relazione spirituale e corporea. Esige di essere vissuta come segno e parte di un dono totale reciproco.
La moderna emancipazione
[1052] A partire dal secolo XVIII si sviluppano vari movimenti di liberazione della donna. Fino alla metà del nostro secolo le rivendicazioni riguardano la parità nella società: accesso a tutti i livelli di istruzione, suffragio universale e partecipazione politica, uguali opportunità di lavoro in tutte le professioni. Negli ultimi decenni la contestazione si estende al rapporto uomo-donna all’interno della stessa famiglia. Alcuni orientamenti rifiutano ogni codificazione di ruoli maschili e femminili tra le pareti domestiche; affermano il diritto della donna a gestire autonomamente il proprio corpo: libertà di contraccezione, di aborto, di rapporti omosessuali. Cosa pensare da un punto di vista cristiano di questo processo culturale?
Pari dignità e reciprocità
[1053]  I racconti della creazione sottolineano sia la pari dignità sia la 27-503.pngdistinzione e la reciprocità tra uomo e donna. Ci mettono così in guardia da soluzioni semplicistiche e unilaterali.
Uomo e donna sono ambedue soggetti liberi, dotati di piena umanità; sono però anche due modi di essere al mondo, di vedere la realtà e di comunicare. In essi la pienezza umana si trova polarizzata in maniera diversa. Nell’uno di solito appaiono accentuate l’aggressività, la capacità di iniziativa, l’attività esteriore produttiva. Nell’altra si concentra la ricchezza simbolica della maternità, cioè l’interiorità, l’accoglienza, la cura della vita fisica e spirituale, la tenerezza, la premura per la crescita, la difesa di ciò che è debole.
Emancipazione della donna non può allora significare omologazione pura e semplice. Le deve senz’altro essere riconosciuto il diritto di inserirsi da protagonista nella vita familiare, professionale, sociale, culturale ed ecclesiale; ma anche di portarvi la sua originalità e il suo genio. La gestione della famiglia e l’organizzazione sociale vanno ripensate in modo da valorizzare il più possibile il diverso apporto di ambedue i sessi e attivare un ricco scambio di esperienze.
L’uomo deve essere responsabilizzato, come marito e come padre, a condividere il peso quotidiano della vita familiare. La donna non deve inseguirlo sulla via dell’affermazione individualistica di sé e del consumismo sessuale. Il lavoro produttivo di per sé è un bene per ambedue; non dovrebbe però essere una scelta obbligata. Di qui l’esigenza di un riconoscimento culturale ed economico del lavoro domestico e del ruolo sociale della famiglia.
[1054] Pari dignità, distinzione, reciprocità, complementarità caratterizzano il rapporto tra l’uomo e la donna e costituiscono il criterio generale per valorizzare la presenza di ambedue i sessi nella famiglia, nella società e nella Chiesa.
Matrimonio
[1055]  Da più parti si ripete che i giovani, oggi, abituati a passare 27-504.png attraverso tante esperienze frammentarie, hanno paura degli impegni definitivi. Tuttavia rimane forte il bisogno di stabilità affettiva, che tende, come sempre, a incanalarsi nell’alveo del matrimonio.
Il matrimonio è «intima comunità di vita e di amore»
nota
Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 48.
di un uomo e di una donna, nata dal consenso con cui i due si donano e si ricevono reciprocamente per sempre; è un patto di alleanza e di reciproca appartenenza, aperto alla procreazione e alla educazione dei figli, liberamente assunto e pubblicamente dichiarato, elevato per i cristiani a sacramento.
Libertà
[1056] L’amore coniugale cristiano è libero, casto, totale, uno, fedele, indissolubile, fecondo, sacramentale.
La libertà del consenso è assolutamente necessaria, poiché l’uomo e la donna si donano come persone. La Chiesa la esigeva anche in passato, quando per lo più erano le famiglie a combinare le nozze.
CCC, 1643-1654CCC 2380-2391
Integrazione progressiva
[1057]  L’amore coniugale si costruisce giorno per giorno. Non si resta fedeli, ma lo si diventa continuamente, con rinnovata attenzione e progressiva integrazione delle capacità vitali. Al di là della sfera istintiva e affettiva, vi sono interessate molte altre esperienze: casa, lavoro, vita ecclesiale e sociale, avvenimenti e scelte quotidiane, disagi e difetti, gioie e amarezze. Prima però bisogna crederci, almeno con la stessa convinzione, che ci rende pronti a ricominciare con l’educazione dei figli dopo ogni insuccesso, e con la stessa tenacia con cui cerchiamo di perfezionare la nostra abilità lavorativa. Anche nel rapporto di coppia occorrono responsabilità, fedeltà agli impegni presi, spirito di sacrificio. Le tensioni non mancheranno mai, ma il superamento è sempre possibile. Occorre coltivare il dialogo di coppia e portare in famiglia lo spirito delle beatitudini: umiltà, mitezza, misericordia, giusto rispetto delle diversità, volontà di pace. «Non è il vostro amore a sostenere il matrimonio, ma d’ora innanzi è il matrimonio che sostiene il vostro amore»
nota
D. Bonhoeffer, Resistenza e resa, Predica di nozze dal carcere: Maggio 1943.
.
Il divorzio è contrario alla verità dell’amore coniugale; reca pregiudizio all’equilibrio e all’educazione dei figli; procura danni alla società. In caso di convivenza difficile il cristiano è chiamato a testimoniare le esigenze radicali della carità. Non si butta un matrimonio perché non soddisfa pienamente. Se viene a mancare il clima di entusiasmo affettivo, restano ancora altri valori: la compagnia, l’aiuto reciproco, il perdono, la fedeltà a Dio. Rimane inoltre la speranza che la crisi possa essere superata. Al più, in casi di particolare gravità, si potrà ricorrere alla separazione, senza risposarsi, lasciando aperta la porta alla riconciliazione
nota
Cf. Erma, Il pastore, 29, 7-8.
.
La Chiesa annuncia senza compromessi la verità dell’amore coniugale, unico, fedele, indissolubile. Tuttavia invita a non giudicare la coscienza di quanti convivono in modo irregolare. Anzi esorta a mantenere verso di loro atteggiamenti di misericordia, rispetto, amicizia.
CCC, 2382-2386
[1058] Lo splendore dell’amore coniugale cristiano deriva dalle sue qualità fondamentali: libertà, oblatività, totalità, unità, fedeltà, indissolubilità, fecondità, sacramentalità.
Sessualità e fecondità
[1059] L’amore coniugale costituisce l’unità degli sposi, unità riservata a loro, ma non chiusa in un egoismo a due.
L’uomo e la donna sono diversi non solo per integrarsi reciprocamente, ma anche per generare ed educare figli. «Dio li benedisse e disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra”» (Gen 1,28). L’unione fisica e affettiva si prolunga e si personifica nei figli. «I coniugi, mentre si donano tra loro, donano al di là di se stessi la realtà del figlio, riflesso vivente del loro amore, segno permanente dell’unità coniugale»
nota
Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 14.
.
È evidente che sessualità e fecondità sono finalisticamente connesse a livello di dinamismo biologico. Ma lo sono anche nell’ordine simbolico. Come il sorriso esprime simpatia e la stretta di mano amicizia, così l’atto coniugale è un gesto importante di comunicazione, un linguaggio che ha due significati oggettivi inscindibili: unitivo e procreativo
nota
Cf. Paolo VI, Humane vitae, 12.
. Prima di tutto significa donazione totale di sé e accettazione totale dell’altro; ma implicitamente indica anche accettazione della vocazione ad essere padre e madre, che ognuno porta in sé. Un patto di nozze, che in partenza escludesse completamente tale vocazione, sarebbe nullo. Il reciproco dono di sé tende a diventare duraturo, eterno, facendosi persona nel figlio.
Una procreazione responsabile
[1060] È dunque necessaria innanzitutto un’adesione di principio alla fecondità. Purtroppo, nel nostro paese, tale adesione non è scontata. Molte coppie hanno paura di accettare anche un solo figlio.
La fondamentale adesione alla fecondità deve poi attuarsi in modo responsabile davanti a Dio. Occorre regolare di comune accordo, senza grettezza e calcolo utilitaristico, il numero e il momento opportuno delle nascite, considerando il bene dei coniugi stessi, l’educazione dei figli che nasceranno e di quelli già nati, le condizioni generali della società. D’altra parte bisogna rispettare il duplice significato oggettivo dell’atto coniugale.
È autentico solo il comportamento che mette insieme la responsabile regolazione delle nascite e la disponibilità effettiva ad accogliere la vita.
[1061]  In vista di una procreazione responsabile, si può regolare la fertilità attraverso la continenza periodica, che tiene conto dei tempi fecondi e infecondi della donna. C’è chi si chiede se anche qui non ci si trovi di fronte a un artificio. Il ricorso ai ritmi naturali rispetta invece la completa verità oggettiva, non solo biologica ma anche simbolica, dell’atto sessuale; nello stesso tempo favorisce la crescita di altri valori: dominio di sé, rispetto dell’altro, dialogo, tenerezza
nota
Cf. Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 32.
. Al contrario i mezzi contraccettivi, quale che sia l’intenzione soggettiva, rendono oggettivamente falso il gesto dell’amore coniugale. Per di più molto spesso non si tratta di contraccettivi, ma di abortivi mascherati.
[1062]  La castità coniugale è una conquista. Occorre riconoscere 27-507.png umilmente che la prassi è al di sotto dell’ideale; però la nostra debolezza non può essere la misura del bene e del male. D’altra parte bisogna essere comprensivi, soprattutto in questo ambito: forti condizionamenti psicologici, familiari e culturali, possono diminuire notevolmente la responsabilità personale. Alcune coppie ritengono impraticabile per loro la continenza periodica. Altre non vedono nessun male nella contraccezione. Altre rimangono perplesse tra le esigenze dell’armonia coniugale e il rispetto della finalità procreativa, temendo di sbagliare qualunque cosa scelgano. Occorre aiutare queste persone a fare dei passi in avanti nella giusta direzione, secondo le loro capacità. A che cosa è dovuto il loro comportamento? Implica egoismo e rifiuto della fecondità? Ritengono di aver fatto quanto potevano? Potrebbero sperimentare senza grave difficoltà e senza pericolo i metodi naturali? Devono essi per primi valutare la situazione della loro coscienza, aprendosi sempre più con fiducia all’insegnamento della Chiesa.
La fecondazione artificiale
[1063]  Disordine opposto alla contraccezione può essere considerata la fecondazione artificiale: quella esclude la fecondità, questa il rapporto sessuale. È di diversa specie e può essere più o meno grave secondo che sia eterologa o omologa e secondo il metodo usato. Gli embrioni non utilizzati vengono lasciati morire. Inoltre è forte il rischio che l’intervento si trasformi in un affare commerciale. Un figlio, essendo persona, può avere degna origine solo dall’amore e dal gesto che esprime l’unità dei coniugi, non dalla tecnica. Deve essere accolto come un dono, non realizzato come un prodotto. Disponendosi alla procreazione attraverso l’amore reciproco nel rapporto sessuale, i coniugi si mantengono nel ruolo di cooperatori dell’amore di Dio creatore
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 50.
. La tecnica semmai potrà integrare l’atto coniugale, non sostituirlo come avviene in certe diffuse metodiche di fecondazione artificiale.
È comprensibile la sofferenza delle coppie senza figli e desiderose di averne. Da una parte devono essere aiutate a comprendere che non esiste un vero e proprio diritto al figlio, quasi fosse un oggetto da possedere; d’altra parte vanno incoraggiate a orientarsi verso altre forme di fecondità, come l’affidamento e l’adozione. Si può essere padre e madre senza aver generato. Anche la coppia sterile è chiamata a oltrepassare se stessa nell’amore.
Missione educativa dei genitori
[1064]  La fecondità non si riduce alla riproduzione biologica, ma include l’educazione. Innanzitutto i coniugi educano se stessi; si aiutano reciprocamente a crescere verso la pienezza umana e cristiana. Poi, col fatto stesso di generare persone destinate a svilupparsi, si assumono un compito educativo nei loro confronti. L’educazione dei figli è una generazione prolungata e la famiglia è un «grembo spirituale»
nota
San Tommaso d’Aquino, Somma Teologica, II-II, q. 10, a. 12.
, in cui sono accolti e nutriti, un ambiente affettivo, in cui si forma la loro identità psichica, morale e religiosa. Per entrambi i genitori educare è una vocazione e un dono di Dio, un diritto originario, inviolabile e inalienabile, un dovere gravissimo
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Gravissimum educationis, 3.
. L’apporto di altre persone e istituzioni deve avere carattere di sostegno e di integrazione, non di sostituzione.
I genitori devono essere vicini ai figli con la testimonianza personale e il colloquio quotidiano, evitando di essere possessivi o al contrario dimissionari dalle proprie responsabilità. «Di fronte alla cura per i figli e alla loro educazione, tutto sia per noi secondario. Se fin dall’inizio insegni al fanciullo ad essere saggio, egli acquista la ricchezza più grande di ogni altra e la gloria più valida»
nota
San Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Lettera agli Efesini, 21, 2.
.
La comunicazione educativa non è a senso unico. I figli contribuiscono attivamente alla formazione dei genitori. La famiglia, nel quotidiano intreccio di rapporti interpersonali, costituisce il primo ambiente di umanizzazione, «la prima e vitale cellula della società»
nota
Concilio Vaticano II, Apostolicam actuositatem, 11.
. In essa ognuno apprende il proprio valore di persona, perché si sente amato per quello che è, e non per quello che sa, che fa o che possiede.
CCC, 2221-2231
[1065] L’atto coniugale ha due significati inscindibili: quello unitivo e quello procreativo. Sarebbe menzognero se non fossero rispettati entrambi
La regolazione delle nascite va attuata con la continenza periodica e il ricorso ai metodi naturali.
La procreazione responsabile include anche l’educazione. I figli devono essere accolti come un dono, una promessa e un compito.
Apporto sociale della famiglia
[1066]  Sviluppo e pienezza del matrimonio è la famiglia. Con questa 27-509.pngparola indichiamo una comunità di persone, costituita da un uomo e da una donna, uniti in matrimonio, e dai loro figli, stabile e socialmente approvata, tenuta insieme da vincoli morali, religiosi e legali di rispetto, di amore, di cooperazione e assistenza reciproca. Al suo nucleo essenziale possono aggregarsi altre persone, di solito parenti, dando origine a una considerevole varietà di forme storiche.
[1067] La famiglia è la cellula fondamentale della società. Ne genera i nuovi membri; forma la loro personalità; trasmette i valori essenziali della convivenza civile, quali la dignità della persona, la fiducia reciproca, il buon uso della libertà, il dialogo, la solidarietà, l’obbedienza all’autorità. Condiziona in misura notevole le scelte degli individui in molti ambiti: acquisti, carriera professionale, impiego del tempo libero, amicizie e relazioni sociali in genere. Svolge spesso un’azione sociale diretta attraverso aziende a conduzione familiare, coinvolgimento nella scuola, partecipazione ad associazioni, volontariato verso disabili, disadattati, anziani, coppie in difficoltà.
Sostegno sociale alla famiglia
[1068]  Nella moderna civiltà industriale si è offuscata la consapevolezza 27-510.png del ruolo sociale della famiglia. Le viene riconosciuta una grande importanza privata di carattere affettivo, ma poca importanza nella società e per la società. Non le viene assicurato il necessario sostegno giuridico, economico, assistenziale e culturale. Anzi il divaricarsi degli impegni di lavoro e degli interessi logora l’unità familiare. La mobilità sociale sempre più rapida ostacola l’accettazione di un rapporto definitivo di coppia e favorisce il permissivismo sessuale e le unioni provvisorie non legalizzate. Confinato nel privato, chiuso nell’isolamento affettivo, il rapporto a due finisce per diventare più povero e fragile. Non adeguatamente sostenuta sul piano economico e culturale, la coppia riduce al minimo le nuove nascite, dando luogo a una preoccupante crisi demografica. In quella che appare come “società degli individui”, la famiglia respira con affanno, anche se viene ancora considerata un valore. D’altra parte il malessere della famiglia torna poi a ripercuotersi sulla società, in una vasta gamma di forme patologiche.
[1069] È necessario riscoprire e valorizzare pienamente il ruolo della famiglia, comunità intermedia tra individuo e società. Occorre sollecitare la sua responsabilità e sostenere il suo impegno specialmente in campo educativo e assistenziale. La politica dovrebbe rivolgerle un’attenzione privilegiata e servirla con iniziative di sostegno e di integrazione. Oggi gli interventi di maggior rilievo potrebbero avere i seguenti contenuti: tutela della vita e sostegno alla maternità, aiuto economico alle famiglie con figli, agevolazioni per la casa, organizzazione del lavoro rispettosa delle esigenze della vita familiare, equità fiscale in base ai carichi familiari, organizzazione della scuola in modo che le famiglie abbiano effettiva libertà di scelta e possibilità di partecipazione, strutturazione dei servizi assistenziali tale da coinvolgere le famiglie specialmente riguardo ai disabili e agli anziani. Valorizzare la famiglia significa prevenire molti mali della società. Una politica per la famiglia è una politica per la libertà nella solidarietà.
[1070] La famiglia è diretta emanazione delle persone e base della società. Deve essere valorizzata come comunità prioritaria rispetto ad ogni altra formazione sociale.
«L’avvenire dell’umanità passa attraverso la famiglia»
nota
Giovanni Paolo II , Familiaris consortio, 85.
.
Apporto della famiglia alla Chiesa
[1071]  Per la grazia del battesimo, della cresima, dell’eucaristia e del sacramento del matrimonio, vissuta in una concreta esperienza di fede e di carità, la famiglia cristiana si pone come segno e riflesso dell’Amore trinitario e come attuazione originale e immagine della Chiesa, tanto da meritare il nome di “chiesa domestica”
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 11.
o “piccola chiesa”. In modo proprio e peculiare partecipa alla vita e alla missione della Chiesa, ricevendo e trasmettendo l’amore di Cristo, credendo ed evangelizzando, dialogando con Dio e servendo l’uomo.
[1072] La famiglia cristiana evangelizza con la sua stessa esistenza; è essa stessa un vangelo vivente, una buona notizia che suscita speranza. I genitori trasmettono la fede ai figli nella semplicità e concretezza della vita quotidiana e i figli edificano i genitori. Insieme tutti i familiari testimoniano la salvezza di Cristo nei rapporti con le altre persone, a cominciare dai parenti e dai vicini. Possono inoltre partecipare a specifiche iniziative pastorali. La coppia come tale può assumere compiti nella comunità ecclesiale, in particolare di catechesi dei ragazzi e degli adulti; può partecipare ad associazioni con finalità di apostolato.
La famiglia cristiana offre a Dio il culto spirituale con la preghiera comune e l’offerta del proprio stare insieme, nella fatica e nel riposo, nella sofferenza e nella gioia. Nella casa si collocano segni religiosi, come il crocifisso e altre immagini sacre, la Bibbia e i ricordi dei sacramenti ricevuti, creando possibilmente un angolo della preghiera. Si trova il momento più adatto per pregare insieme nei giorni feriali. Si partecipa alla celebrazione eucaristica e si compie qualche gesto significativo per celebrare la festa. I genitori accompagnano i figli nel cammino dell’iniziazione cristiana, risvegliando in se stessi la grazia dei sacramenti. Inoltre possono partecipare a gruppi e movimenti di spiritualità coniugale.
La famiglia cristiana testimonia la carità con modalità proprie, quali il servizio reciproco nelle cose di ogni giorno, la cura premurosa dei membri più deboli, come gli anziani, i malati e i disabili, la pratica cordiale e generosa dell’ospitalità, l’affidamento o l’adozione di bambini senza famiglia, l’attenzione alle famiglie in difficoltà. Può inoltre partecipare ad associazioni di famiglie a scopo sociale e culturale.
Sostegno della Chiesa alla famiglia
[1073] Da parte sua la Chiesa sostiene la famiglia offrendole un ambiente vitale e anche un aiuto specifico. La pastorale familiare, dimensione importante della pastorale ordinaria, annuncia, celebra e serve il vangelo del matrimonio e della famiglia. Ricerca teologica, predicazione e catechesi approfondiscono e diffondono la visione cristiana della famiglia; aiutano gli sposi a riscoprire il dono meraviglioso che hanno ricevuto, perché insieme possano avanzare in un cammino di santità. La comunità ecclesiale si riunisce a pregare per e con la famiglia nella celebrazione del matrimonio, negli anniversari, nella festa della famiglia, in altre particolari circostanze. La programmazione pastorale crea strutture di sostegno e di promozione, come ad esempio i consultori familiari d’ispirazione cristiana; attua iniziative per tutte le tappe del cammino familiare; fa sorgere piccole comunità di famiglie; rivolge un’attenzione particolare alle coppie giovani, alle coppie di migranti, alle coppie con figli disabili o disadattati.
Sebbene nella prassi vi siano molte carenze, questo profilo ideale della pastorale familiare sta a indicare quanto la Chiesa sia convinta della centralità della famiglia per la sua stessa vita e missione.
[1074] «Tra la grande Chiesa e la “piccola Chiesa” si realizza ogni giorno, in forza della presenza dello Spirito, uno scambio di doni, che è reciproca comunicazione di beni spirituali»
nota
Giovanni Paolo II , Discorso alla XXXVII Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana, 13 maggio 1993.
.
Due modi di vivere l’alleanza
[1075]  Il matrimonio unico, fedele, indissolubile è un modo di accogliere degnamente il regno di Dio, che comincia a venire nella storia mediante Gesù
nota
Cf. Mt 19,3-9.
. Inserito nel mistero di Cristo e della Chiesa
nota
Cf. Ef 5,32.
, consacrato e trasfigurato, diventa una partecipazione e una rivelazione della nuova alleanza di Dio con il suo popolo.
[1076] La verginità cristiana va accolta come una vocazione, che viene da Dio mediante l’ascolto della sua parola e la grazia interiore del suo Spirito. Va vissuta con un atteggiamento di fede e di gioia spirituale, alimentato dalla preghiera. Comporta il distacco non solo dalla vita di coppia, ma anche dalle simpatie troppo limitate, per orientare tutte le energie, comprese quelle affettive, alla comunione con Cristo e con quanti diventano vicini a causa di lui, per affinità di carisma o per motivo di ministero. È un dono prezioso per la Chiesa: testimonia infatti la presenza iniziale del regno di Dio e la sicura speranza del suo compimento; rende più disponibili al servizio.
La verginità non contraddice la dignità del matrimonio, ma la presuppone, la conferma, la difende dalle interpretazioni riduttive
nota
Cf. Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 16.
. Ricorda agli sposi che devono vivere il matrimonio come un anticipo e una figura della comunione perfetta con Dio. Il “Tu” che ognuno cerca in definitiva è Dio: l’altro coniuge non può saziare il desiderio illimitato di amore; le vere nozze sono quelle con Dio.
D’altra parte il matrimonio è per la verginità un richiamo ad essere donazione effettiva, non immaginaria, comunione e non isolamento. Si tratta di due doni complementari che si edificano reciprocamente.
Due modi di amare
[1077] La verginità consacrata, in quanto comunione di carità, è un matrimonio spirituale; il matrimonio, in quanto dono totale esclusivo, è verginità del cuore, appartenenza a uno solo. La prima non è un sacramento, perché esprime per se stessa il mistero dell’alleanza; il secondo ha bisogno di un sacramento specifico, perché di per sé appartiene all’ordine della creazione.
Verginità e matrimonio sono due possibilità per il cristiano, due modalità di realizzare pienamente la comune vocazione all’amore
nota
Cf. Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 11.
, due forme di fecondità: spirituale l’una, fisica e spirituale l’altra. Purtroppo ambedue sono insidiate dalla mentalità edonista e individualista, che rende difficile comprendere e attuare la bellezza del dono di sé.
[1078] La verginità cristiana, come si vede, è più vicina al matrimonio che al restare scapoli o nubili non per propria scelta. Indica comunque anche a chi si trova in questa situazione la pratica dell’amore oblativo e disinteressato come unica via di crescita e di riuscita personale.
[1079] «La rivelazione cristiana conosce due modi specifici di realizzare la vocazione della persona umana, nella sua interezza, all’amore: il matrimonio e la verginità. Sia l’uno che l’altra, nella forma loro propria, sono una concretizzazione della verità più profonda dell’uomo, del suo essere ad immagine di Dio»
nota
Giovanni Paolo II , Familiaris consortio , 11.
.
Armonia complessa e difficile
[1080] Ben tre comandamenti del decalogo riguardano la sessualità e la vita familiare. Chiedono di armonizzare molte dimensioni della personalità: istinto, affettività, amicizia, vita comune, procreazione ed educazione dei figli, presenza nella società e nella Chiesa.
Il desiderio istintivo deve essere integrato nel rispetto e nell’amore per l’altro, nel reciproco dono totale. Ogni uso menzognero del linguaggio sessuale è moralmente disordinato
nota
Cf. Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 49.
. Non si può ridurre l’amore a soddisfazione individuale. Non si può considerare il piacere un valore a sé stante: esso è buono solo se deriva da un obiettivo buono raggiunto.
Disordini sessuali
[1081]  Tanto alto è il significato della sessualità che ogni attuazione della facoltà genitale 27-514.pngfuori del matrimonio costituisce un disordine morale.
L’autoerotismo, o masturbazione, è un gesto contraddittorio: comunicazione rivolta a se stesso invece che all’altro. Oggettivamente è un disordine grave. La responsabilità soggettiva spesso però viene attenuata da condizionamenti psichici e ambientali, specie negli adolescenti, per i quali la masturbazione assume il significato di scoperta di sé e compenso a frustrazioni affettive. Occorre prendere coscienza del significato autentico della sessualità, coltivare grandi ideali e praticare la generosità, evitare occasioni pericolose, fortificarsi con la preghiera.
Il comportamento omosessuale è ripetutamente condannato nella Bibbia. Degrada l’amicizia: spesso riduce l’altro a immagine speculare di sé e ad oggetto intercambiabile. Nella misura in cui è assunto liberamente diventa colpa personale. A volte però deriva da una tendenza così radicata nella struttura della persona da risultare difficilmente controllabile. È doveroso ricorrere in ogni caso alle possibilità offerte dalla fede e dalla scienza, senza abbandonarsi ad una rassegnata ineluttabilità. L’impegno di vita cristiana dovrà dirigersi verso l’amicizia disinteressata, fedele e spirituale.
Fuori della logica del dono totale di sé si collocano altri gravi disordini, quali la fornicazione, la prostituzione, l’adulterio, l’incesto, lo stupro. La fornicazione, rapporto sessuale tra un uomo e una donna non sposati, largamente accettata dalla cultura permissiva, contraddice la naturale apertura a una degna procreazione dei figli e a una stabile comunione di vita, inserita nella Chiesa e nella società. La prostituzione nega la sessualità come comunicazione di amore reciproco, riducendola a una merce; di fatto implica disprezzo della persona. L’adulterio offende la castità, la fedeltà e la giustizia; denota mancanza di tenerezza e di dialogo nel matrimonio; tradisce le esigenze dell’amore coniugale e distrugge l’armonia della famiglia. L’incesto, rapporto sessuale tra parenti stretti tra i quali non è lecito il matrimonio, incontra la comune riprovazione di quasi tutte le culture; compromette la fiducia e la stabilità delle relazioni familiari, nonché la salute fisica e psichica dei figli che potrebbero essere generati. Lo stupro consiste nel costringere una persona al rapporto sessuale con la violenza, con il timore, con l’inganno o comunque senza il suo consenso consapevole e libero; esso è una ingiusta aggressione contro la persona, la sua dignità e la sua integrità, e va combattuta nelle sue radici culturali e sociali.
Educare la sessualità
[1082]  «Ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto, non come oggetto di passioni e libidine, come i pagani che non conoscono Dio» (1Ts 4,4-5). La sessualità è capacità di uscire dalla solitudine ed entrare in relazione con l’altro. Come tutte le tendenze, essa va educata: deve essere integrata nell’amore, in modo da promuovere la dignità e l’identità delle persone. Controllo dell’istinto e maturità affettiva consentono di pervenire a un atteggiamento non più possessivo, ma oblativo, cioè alla castità, necessaria sia ai celibi che agli sposati. Per donarsi bisogna prima possedersi. Occorre una disciplina, un apprendimento serio. Se l’ideale appare troppo arduo, bisogna guardarsi dalla tentazione di negarlo e di fare della propria debolezza spirituale il criterio della moralità. Purtroppo molti giovani perdono la fede, perché non riescono ad essere casti. Accettare i propri limiti, essere umili, pregare con perseveranza e invocare la grazia di Dio è la base della vita cristiana
L’educazione sessuale dei ragazzi, inserita nell’educazione globale all’amore come dono di sé, spetta in primo luogo ai genitori. La scuola può intervenire in aiuto, rispettando i loro valori e orientamenti.
Fidanzamento
[1083] Conoscersi come persone, innamorarsi reciprocamente, consolidare l’amicizia, mettere a fuoco le scelte di fede e i valori fondamentali sono i contenuti principali, del fidanzamento, tempo privilegiato di formazione. Non rientra nelle sue finalità quella di provare l’amore con i rapporti prematrimoniali. L’amore non è una tecnica, non va confuso con il desiderio istintivo. Solo un clima di affetto durevole e sicuro rende possibile la libera accoglienza reciproca e la stessa armonia sessuale. D’altra parte la coppia non appartiene solo a se stessa, ma anche alla società, alla Chiesa e a Cristo. Il legame dei due non è completo, finché non è pubblicamente riconosciuto e consacrato dal sacramento del matrimonio.
La comunità ecclesiale deve offrire ai fidanzati un itinerario prolungato di formazione, comprendente esperienze di catechesi, di dialogo, di preghiera e di carità, in modo da rendere possibile una più consapevole scelta di fede e di vita cristiana.
CCC, 1632CdA, 1056
CONFRONTAVAI
CdA 1066
CONFRONTAVAI
CdA 1073
CONFRONTAVAI
[1084] La persona cresce quanto più liberamente si apre all’amore.
La sessualità viene educata e integrata nella dinamica dell’amore autentico mediante la castità, una virtù necessaria ai celibi e agli sposati.
Sesto comandamento
[886]  Il sesto comandamento “Non commettere atti impuri”, alla luce del progetto di Dio e nella prospettiva della sua chiamata all’amore e alla comunione, afferma l’autentico valore della sessualità, tutela la fedeltà coniugale ed educa alla castità in ogni stato di vita. Proibisce di conseguenza quanto la offende e non la rispetta nel comportamento personale e di coppia: masturbazione, atti di omosessualità, fornicazione, prostituzione, stupro, incesto, contraccezione, adulterio, divorzio, poligamia, libere unioni, ogni attuazione della sessualità genitale fuori del matrimonio.
CCC, 2331-2391CdA, 1042-1084
CONFRONTAVAI
Nono comandamento
[889]  Il nono comandamento “Non desiderare la donna d’altri” promuove la purificazione del cuore. Proibisce tutti i desideri che si riferiscono alla sessualità genitale fuori del matrimonio. Esige la salvaguardia del pudore, contro la permissività dei costumi e la pornografia.
CCC, 2514-2527CdA, 1042-1084
CONFRONTAVAI
[947] La disciplina dei sentimenti si integra con la disciplina del corpo. In concreto, quest’ultima comprende i seguenti elementi: sobrietà nel cibo, nell’abbigliamento, nelle comodità, nei consumi superficiali e banali; controllo degli sguardi e delle conversazioni; rinuncia agli interessi inutili e pericolosi; dominio dell’istinto sessuale.
Costume di oggi e dottrina della Chiesa
[1043] La cultura dell’amore che si è affermata in occidente, rivendica alcune istanze senz’altro positive: la persona come soggetto libero, la pari dignità dell’uomo e della donna, l’integrazione delle loro diverse qualità umane, la procreazione responsabile. Tende però anche a ridurre l’amore a soddisfazione individuale mediante il possesso dell’altro; permette l’esercizio della sessualità fuori del matrimonio; vuole che sia consentito anche tra omosessuali; lo separa dalla procreazione e lo sottrae ad ogni norma, mantenendo soltanto la proibizione della violenza e le regole dell’igiene. Come mai la sensibilità comune riguardo alla sessualità è così lontana dall’insegnamento della Chiesa? Forse quest’ultima non sa apprezzare la sessualità?
La Chiesa intende salvaguardare la piena verità dell’amore umano. Non vuole opprimerlo con leggi che gli siano estranee, ma solo interpretarlo e servirlo, secondo il disegno di Dio, alla luce della sua parola.
Reciprocità dei due sessi
[1044]  La distinzione dei sessi è voluta da Dio: «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò» (Gen 1,27). È voluta come un bene: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» (Gen 1,31).
La persona sessuata non basta a se stessa; è chiamata a uscire dalla 27-501.pngsolitudine, a entrare in dialogo con l’altro: «Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile» (Gen 2,18). L’uomo e la donna sono per costituzione rivolti l’uno all’altro: «Né la donna è senza l’uomo, né l’uomo è senza la donna» (1Cor 11,11).
L’alterità e l’originalità consentono la reciprocità e l’integrazione. In tutto il mondo creato, l’armonia voluta dal Creatore implica distinzione e correlazione nello stesso tempo
nota
Cf. Gen 1,3-31.
. Però le diverse caratteristiche, che siano naturali o dovute all’educazione e alla cultura, presuppongono la pari dignità dell’uomo e della donna, suggerita plasticamente dal gesto della creazione di Eva dalla costola di Adamo e sottolineata dalla gioiosa esclamazione di quest’ultimo: «Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa» (Gen 2,23).
Designando la sessualità come conoscenza
nota
Cf. Gen 4,1.
, la Bibbia la situa in una prospettiva personalistica. In realtà si tratta di un dinamismo che coinvolge non solo il corpo, ma anche l’affettività e la personalità intera
nota
Cf. Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 11.
. La sessualità non è puro fatto biologico, ma capacità relazionale, linguaggio, comunicazione. Il corpo sessuato è vissuto interiormente dal soggetto ed esprime l’intero soggetto.
CCC, 369-373CCC 1605
Il senso del pudore
[1045] Una forte tensione orienta il desiderio verso il corpo dell’altro sesso, in modo da trovare soddisfazione e piacere. Ma la persona non si lascia ridurre a puro strumento e difende la propria dignità con il senso del pudore. Mentre nasconde con il vestito ciò che nel corpo attira maggiormente l’attenzione dell’istinto, rivolge all’altro lo sguardo e il volto, in cui più intensamente può comunicare la ricchezza della propria interiorità. Cerca prima di tutto di rivelargli il suo valore più vero.
CCC, 2521-2527
L’amore tra l’uomo e la donna
[1046]  Nell’innamoramento questo valore viene riconosciuto con meraviglia e commozione. Se poi si arriva all’amore, all’intensità del sentimento si aggiunge l’impegno preciso e incondizionato della volontà ad accompagnare l’altro, perché possa realizzarsi pienamente e portare a compimento il suo destino. «Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore! Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo. Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell’amore, non ne avrebbe che dispregio» (Ct 8,6-7). La sessualità, se è ben incanalata, non rimane a livello di istinto. Le qualità fisiche non interessano più per se stesse, ma come qualità della persona. L’amore integra in sé e spiritualizza l’attrazione e la soddisfazione sessuale.
CCC, 1603-1605
Segno del reciproco dono totale
[1047]  «L’amore è la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano»
nota
Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 11.
. «L’uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso se non gli viene rivelato l’amore, se non si incontra con l’amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente»
nota
Giovanni Paolo II, Redemptor hominis, 10.
. La persona cresce nella misura in cui crede nell’amore degli altri e di Dio, lo accoglie liberamente e lo contraccambia con il dono di sé. L’amore, come atteggiamento fondamentale e progetto globale di vita, assume nella sua logica tutte le dimensioni dell’esistenza, compresa la sessualità, già di per sé apertura corporea e spirituale all’altro. Fa del rapporto sessuale una sua attuazione ed espressione privilegiata, conferendogli grande valore. La donazione fisica totale è chiamata ad essere segno e parte di una donazione personale totale.
[1048]  Il peccato ha introdotto vari disordini, come il divorzio e la poligamia; ma più radicalmente ha deformato e reso menzognero il rapporto di coppia: non più comunione nel rispetto reciproco, bensì possesso, come se la persona fosse un oggetto: «Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà» (Gen 3,16). Le persone hanno bisogno l’una dell’altra, per scoprire la propria dignità e la bellezza della vita. L’individualismo banalizza il sesso e degrada l’amore a coincidenza precaria di interessi egoistici, quando non arriva a produrre frutti amari di tensione, discriminazione, sfruttamento e violenza.
CCC, 1606-1608
[1049] L’opera di Dio resta deformata, non però totalmente perduta. Lascia ancora trasparire la sua bellezza e suscita ancora ammirazione, anche perché la grazia della redenzione l’accompagna fin dall’inizio, per restituirle la sua autenticità. Con l’educazione è possibile passare dall’amore individualista, ripiegato su di sé, all’amore oblativo, rivolto agli altri; è possibile controllare e spiritualizzare l’istinto, integrandolo gradualmente nella dinamica del dono di sé.
La castità
[1050] La castità non si riduce alla continenza sessuale; propriamente significa capacità di amare senza possedere egoisticamente, capacità di relazioni autentiche. Essa è corretto sviluppo della sessualità, premessa per vivere degnamente sia il matrimonio che la verginità consacrata, valore comune per scelte diverse. Non impoverisce la vita, ma la restituisce alla sua pienezza.
CCC, 2337-2350
[1051] La persona esiste come uomo e come donna, perché ognuno esca dalla solitudine ed entri in un dialogo di amore.
Al di là del fatto biologico, la sessualità è capacità di relazione spirituale e corporea. Esige di essere vissuta come segno e parte di un dono totale reciproco.
Costume di oggi e dottrina della Chiesa
[1043] La cultura dell’amore che si è affermata in occidente, rivendica alcune istanze senz’altro positive: la persona come soggetto libero, la pari dignità dell’uomo e della donna, l’integrazione delle loro diverse qualità umane, la procreazione responsabile. Tende però anche a ridurre l’amore a soddisfazione individuale mediante il possesso dell’altro; permette l’esercizio della sessualità fuori del matrimonio; vuole che sia consentito anche tra omosessuali; lo separa dalla procreazione e lo sottrae ad ogni norma, mantenendo soltanto la proibizione della violenza e le regole dell’igiene. Come mai la sensibilità comune riguardo alla sessualità è così lontana dall’insegnamento della Chiesa? Forse quest’ultima non sa apprezzare la sessualità?
La Chiesa intende salvaguardare la piena verità dell’amore umano. Non vuole opprimerlo con leggi che gli siano estranee, ma solo interpretarlo e servirlo, secondo il disegno di Dio, alla luce della sua parola.
Reciprocità dei due sessi
[1044]  La distinzione dei sessi è voluta da Dio: «Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò» (Gen 1,27). È voluta come un bene: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona» (Gen 1,31).
La persona sessuata non basta a se stessa; è chiamata a uscire dalla 27-501.pngsolitudine, a entrare in dialogo con l’altro: «Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile» (Gen 2,18). L’uomo e la donna sono per costituzione rivolti l’uno all’altro: «Né la donna è senza l’uomo, né l’uomo è senza la donna» (1Cor 11,11).
L’alterità e l’originalità consentono la reciprocità e l’integrazione. In tutto il mondo creato, l’armonia voluta dal Creatore implica distinzione e correlazione nello stesso tempo
nota
Cf. Gen 1,3-31.
. Però le diverse caratteristiche, che siano naturali o dovute all’educazione e alla cultura, presuppongono la pari dignità dell’uomo e della donna, suggerita plasticamente dal gesto della creazione di Eva dalla costola di Adamo e sottolineata dalla gioiosa esclamazione di quest’ultimo: «Questa volta essa è carne dalla mia carne e osso dalle mie ossa» (Gen 2,23).
Designando la sessualità come conoscenza
nota
Cf. Gen 4,1.
, la Bibbia la situa in una prospettiva personalistica. In realtà si tratta di un dinamismo che coinvolge non solo il corpo, ma anche l’affettività e la personalità intera
nota
Cf. Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 11.
. La sessualità non è puro fatto biologico, ma capacità relazionale, linguaggio, comunicazione. Il corpo sessuato è vissuto interiormente dal soggetto ed esprime l’intero soggetto.
CCC, 369-373CCC 1605
Pari dignità e reciprocità
[1053]  I racconti della creazione sottolineano sia la pari dignità sia la 27-503.pngdistinzione e la reciprocità tra uomo e donna. Ci mettono così in guardia da soluzioni semplicistiche e unilaterali.
Uomo e donna sono ambedue soggetti liberi, dotati di piena umanità; sono però anche due modi di essere al mondo, di vedere la realtà e di comunicare. In essi la pienezza umana si trova polarizzata in maniera diversa. Nell’uno di solito appaiono accentuate l’aggressività, la capacità di iniziativa, l’attività esteriore produttiva. Nell’altra si concentra la ricchezza simbolica della maternità, cioè l’interiorità, l’accoglienza, la cura della vita fisica e spirituale, la tenerezza, la premura per la crescita, la difesa di ciò che è debole.
Emancipazione della donna non può allora significare omologazione pura e semplice. Le deve senz’altro essere riconosciuto il diritto di inserirsi da protagonista nella vita familiare, professionale, sociale, culturale ed ecclesiale; ma anche di portarvi la sua originalità e il suo genio. La gestione della famiglia e l’organizzazione sociale vanno ripensate in modo da valorizzare il più possibile il diverso apporto di ambedue i sessi e attivare un ricco scambio di esperienze.
L’uomo deve essere responsabilizzato, come marito e come padre, a condividere il peso quotidiano della vita familiare. La donna non deve inseguirlo sulla via dell’affermazione individualistica di sé e del consumismo sessuale. Il lavoro produttivo di per sé è un bene per ambedue; non dovrebbe però essere una scelta obbligata. Di qui l’esigenza di un riconoscimento culturale ed economico del lavoro domestico e del ruolo sociale della famiglia.
Il senso del pudore
[1045] Una forte tensione orienta il desiderio verso il corpo dell’altro sesso, in modo da trovare soddisfazione e piacere. Ma la persona non si lascia ridurre a puro strumento e difende la propria dignità con il senso del pudore. Mentre nasconde con il vestito ciò che nel corpo attira maggiormente l’attenzione dell’istinto, rivolge all’altro lo sguardo e il volto, in cui più intensamente può comunicare la ricchezza della propria interiorità. Cerca prima di tutto di rivelargli il suo valore più vero.
CCC, 2521-2527
L’amore tra l’uomo e la donna
[1046]  Nell’innamoramento questo valore viene riconosciuto con meraviglia e commozione. Se poi si arriva all’amore, all’intensità del sentimento si aggiunge l’impegno preciso e incondizionato della volontà ad accompagnare l’altro, perché possa realizzarsi pienamente e portare a compimento il suo destino. «Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore! Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo. Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell’amore, non ne avrebbe che dispregio» (Ct 8,6-7). La sessualità, se è ben incanalata, non rimane a livello di istinto. Le qualità fisiche non interessano più per se stesse, ma come qualità della persona. L’amore integra in sé e spiritualizza l’attrazione e la soddisfazione sessuale.
CCC, 1603-1605
Segno del reciproco dono totale
[1047]  «L’amore è la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano»
nota
Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 11.
. «L’uomo non può vivere senza amore. Egli rimane per se stesso un essere incomprensibile, la sua vita è priva di senso se non gli viene rivelato l’amore, se non si incontra con l’amore, se non lo sperimenta e non lo fa proprio, se non vi partecipa vivamente»
nota
Giovanni Paolo II, Redemptor hominis, 10.
. La persona cresce nella misura in cui crede nell’amore degli altri e di Dio, lo accoglie liberamente e lo contraccambia con il dono di sé. L’amore, come atteggiamento fondamentale e progetto globale di vita, assume nella sua logica tutte le dimensioni dell’esistenza, compresa la sessualità, già di per sé apertura corporea e spirituale all’altro. Fa del rapporto sessuale una sua attuazione ed espressione privilegiata, conferendogli grande valore. La donazione fisica totale è chiamata ad essere segno e parte di una donazione personale totale.
[1048]  Il peccato ha introdotto vari disordini, come il divorzio e la poligamia; ma più radicalmente ha deformato e reso menzognero il rapporto di coppia: non più comunione nel rispetto reciproco, bensì possesso, come se la persona fosse un oggetto: «Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà» (Gen 3,16). Le persone hanno bisogno l’una dell’altra, per scoprire la propria dignità e la bellezza della vita. L’individualismo banalizza il sesso e degrada l’amore a coincidenza precaria di interessi egoistici, quando non arriva a produrre frutti amari di tensione, discriminazione, sfruttamento e violenza.
CCC, 1606-1608
[1049] L’opera di Dio resta deformata, non però totalmente perduta. Lascia ancora trasparire la sua bellezza e suscita ancora ammirazione, anche perché la grazia della redenzione l’accompagna fin dall’inizio, per restituirle la sua autenticità. Con l’educazione è possibile passare dall’amore individualista, ripiegato su di sé, all’amore oblativo, rivolto agli altri; è possibile controllare e spiritualizzare l’istinto, integrandolo gradualmente nella dinamica del dono di sé.
La castità
[1050] La castità non si riduce alla continenza sessuale; propriamente significa capacità di amare senza possedere egoisticamente, capacità di relazioni autentiche. Essa è corretto sviluppo della sessualità, premessa per vivere degnamente sia il matrimonio che la verginità consacrata, valore comune per scelte diverse. Non impoverisce la vita, ma la restituisce alla sua pienezza.
CCC, 2337-2350
Sessualità e fecondità
[1059] L’amore coniugale costituisce l’unità degli sposi, unità riservata a loro, ma non chiusa in un egoismo a due.
L’uomo e la donna sono diversi non solo per integrarsi reciprocamente, ma anche per generare ed educare figli. «Dio li benedisse e disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra”» (Gen 1,28). L’unione fisica e affettiva si prolunga e si personifica nei figli. «I coniugi, mentre si donano tra loro, donano al di là di se stessi la realtà del figlio, riflesso vivente del loro amore, segno permanente dell’unità coniugale»
nota
Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 14.
.
È evidente che sessualità e fecondità sono finalisticamente connesse a livello di dinamismo biologico. Ma lo sono anche nell’ordine simbolico. Come il sorriso esprime simpatia e la stretta di mano amicizia, così l’atto coniugale è un gesto importante di comunicazione, un linguaggio che ha due significati oggettivi inscindibili: unitivo e procreativo
nota
Cf. Paolo VI, Humane vitae, 12.
. Prima di tutto significa donazione totale di sé e accettazione totale dell’altro; ma implicitamente indica anche accettazione della vocazione ad essere padre e madre, che ognuno porta in sé. Un patto di nozze, che in partenza escludesse completamente tale vocazione, sarebbe nullo. Il reciproco dono di sé tende a diventare duraturo, eterno, facendosi persona nel figlio.
Una procreazione responsabile
[1060] È dunque necessaria innanzitutto un’adesione di principio alla fecondità. Purtroppo, nel nostro paese, tale adesione non è scontata. Molte coppie hanno paura di accettare anche un solo figlio.
La fondamentale adesione alla fecondità deve poi attuarsi in modo responsabile davanti a Dio. Occorre regolare di comune accordo, senza grettezza e calcolo utilitaristico, il numero e il momento opportuno delle nascite, considerando il bene dei coniugi stessi, l’educazione dei figli che nasceranno e di quelli già nati, le condizioni generali della società. D’altra parte bisogna rispettare il duplice significato oggettivo dell’atto coniugale.
È autentico solo il comportamento che mette insieme la responsabile regolazione delle nascite e la disponibilità effettiva ad accogliere la vita.
[1061]  In vista di una procreazione responsabile, si può regolare la fertilità attraverso la continenza periodica, che tiene conto dei tempi fecondi e infecondi della donna. C’è chi si chiede se anche qui non ci si trovi di fronte a un artificio. Il ricorso ai ritmi naturali rispetta invece la completa verità oggettiva, non solo biologica ma anche simbolica, dell’atto sessuale; nello stesso tempo favorisce la crescita di altri valori: dominio di sé, rispetto dell’altro, dialogo, tenerezza
nota
Cf. Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 32.
. Al contrario i mezzi contraccettivi, quale che sia l’intenzione soggettiva, rendono oggettivamente falso il gesto dell’amore coniugale. Per di più molto spesso non si tratta di contraccettivi, ma di abortivi mascherati.
[1062]  La castità coniugale è una conquista. Occorre riconoscere 27-507.png umilmente che la prassi è al di sotto dell’ideale; però la nostra debolezza non può essere la misura del bene e del male. D’altra parte bisogna essere comprensivi, soprattutto in questo ambito: forti condizionamenti psicologici, familiari e culturali, possono diminuire notevolmente la responsabilità personale. Alcune coppie ritengono impraticabile per loro la continenza periodica. Altre non vedono nessun male nella contraccezione. Altre rimangono perplesse tra le esigenze dell’armonia coniugale e il rispetto della finalità procreativa, temendo di sbagliare qualunque cosa scelgano. Occorre aiutare queste persone a fare dei passi in avanti nella giusta direzione, secondo le loro capacità. A che cosa è dovuto il loro comportamento? Implica egoismo e rifiuto della fecondità? Ritengono di aver fatto quanto potevano? Potrebbero sperimentare senza grave difficoltà e senza pericolo i metodi naturali? Devono essi per primi valutare la situazione della loro coscienza, aprendosi sempre più con fiducia all’insegnamento della Chiesa.
Armonia complessa e difficile
[1080] Ben tre comandamenti del decalogo riguardano la sessualità e la vita familiare. Chiedono di armonizzare molte dimensioni della personalità: istinto, affettività, amicizia, vita comune, procreazione ed educazione dei figli, presenza nella società e nella Chiesa.
Il desiderio istintivo deve essere integrato nel rispetto e nell’amore per l’altro, nel reciproco dono totale. Ogni uso menzognero del linguaggio sessuale è moralmente disordinato
nota
Cf. Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 49.
. Non si può ridurre l’amore a soddisfazione individuale. Non si può considerare il piacere un valore a sé stante: esso è buono solo se deriva da un obiettivo buono raggiunto.
Disordini sessuali
[1081]  Tanto alto è il significato della sessualità che ogni attuazione della facoltà genitale 27-514.pngfuori del matrimonio costituisce un disordine morale.
L’autoerotismo, o masturbazione, è un gesto contraddittorio: comunicazione rivolta a se stesso invece che all’altro. Oggettivamente è un disordine grave. La responsabilità soggettiva spesso però viene attenuata da condizionamenti psichici e ambientali, specie negli adolescenti, per i quali la masturbazione assume il significato di scoperta di sé e compenso a frustrazioni affettive. Occorre prendere coscienza del significato autentico della sessualità, coltivare grandi ideali e praticare la generosità, evitare occasioni pericolose, fortificarsi con la preghiera.
Il comportamento omosessuale è ripetutamente condannato nella Bibbia. Degrada l’amicizia: spesso riduce l’altro a immagine speculare di sé e ad oggetto intercambiabile. Nella misura in cui è assunto liberamente diventa colpa personale. A volte però deriva da una tendenza così radicata nella struttura della persona da risultare difficilmente controllabile. È doveroso ricorrere in ogni caso alle possibilità offerte dalla fede e dalla scienza, senza abbandonarsi ad una rassegnata ineluttabilità. L’impegno di vita cristiana dovrà dirigersi verso l’amicizia disinteressata, fedele e spirituale.
Fuori della logica del dono totale di sé si collocano altri gravi disordini, quali la fornicazione, la prostituzione, l’adulterio, l’incesto, lo stupro. La fornicazione, rapporto sessuale tra un uomo e una donna non sposati, largamente accettata dalla cultura permissiva, contraddice la naturale apertura a una degna procreazione dei figli e a una stabile comunione di vita, inserita nella Chiesa e nella società. La prostituzione nega la sessualità come comunicazione di amore reciproco, riducendola a una merce; di fatto implica disprezzo della persona. L’adulterio offende la castità, la fedeltà e la giustizia; denota mancanza di tenerezza e di dialogo nel matrimonio; tradisce le esigenze dell’amore coniugale e distrugge l’armonia della famiglia. L’incesto, rapporto sessuale tra parenti stretti tra i quali non è lecito il matrimonio, incontra la comune riprovazione di quasi tutte le culture; compromette la fiducia e la stabilità delle relazioni familiari, nonché la salute fisica e psichica dei figli che potrebbero essere generati. Lo stupro consiste nel costringere una persona al rapporto sessuale con la violenza, con il timore, con l’inganno o comunque senza il suo consenso consapevole e libero; esso è una ingiusta aggressione contro la persona, la sua dignità e la sua integrità, e va combattuta nelle sue radici culturali e sociali.
Educare la sessualità
[1082]  «Ciascuno sappia mantenere il proprio corpo con santità e rispetto, non come oggetto di passioni e libidine, come i pagani che non conoscono Dio» (1Ts 4,4-5). La sessualità è capacità di uscire dalla solitudine ed entrare in relazione con l’altro. Come tutte le tendenze, essa va educata: deve essere integrata nell’amore, in modo da promuovere la dignità e l’identità delle persone. Controllo dell’istinto e maturità affettiva consentono di pervenire a un atteggiamento non più possessivo, ma oblativo, cioè alla castità, necessaria sia ai celibi che agli sposati. Per donarsi bisogna prima possedersi. Occorre una disciplina, un apprendimento serio. Se l’ideale appare troppo arduo, bisogna guardarsi dalla tentazione di negarlo e di fare della propria debolezza spirituale il criterio della moralità. Purtroppo molti giovani perdono la fede, perché non riescono ad essere casti. Accettare i propri limiti, essere umili, pregare con perseveranza e invocare la grazia di Dio è la base della vita cristiana
L’educazione sessuale dei ragazzi, inserita nell’educazione globale all’amore come dono di sé, spetta in primo luogo ai genitori. La scuola può intervenire in aiuto, rispettando i loro valori e orientamenti.