Educat
CATECHISMO DEGLI ADULTI

CATECHISMO DEGLI ADULTI
INDICE TEMATICO
Z



Catechismo degli Adulti

Scienza 7 , 10-12 , 136 , 69 , 193 , 358 , 362 , 1159

[7] Nutriamo oggi un’alta considerazione per le scienze che ricercano e procurano un crescente dominio sui fenomeni naturali e sociali. Ma possono tali scienze indicare i fini a cui deve essere indirizzato il potere che ci mettono nelle mani? È ragionevole prestare attenzione solo a ciò che si può vedere e toccare, calcolare e controllare sperimentalmente? Non si lascia fuori così il nucleo centrale della propria e dell’altrui persona: la fiducia, l’amore, la bellezza, la bontà, la gioia, tutto ciò che rende la vita degna di essere vissuta?
Ambiguità del progresso
[10]  Generazione dopo generazione, gli uomini passano sulla terra. 1-20.pngAttraversano le situazioni e le esperienze più diverse, senza mai fermarsi: osservano e agiscono; cercano, trovano, cercano ancora. Trasformano senza posa il mondo e se stessi, con il lavoro e l’economia, la comunicazione e la cultura, la politica e la religione. Portano avanti nei secoli una storia comune, intessuta di luci e ombre, conquiste e fallimenti.
[11]  Il prodigioso sviluppo delle scienze e della tecnica imprime 1-21.pngoggi ai cambiamenti una vertiginosa accelerazione. Abbiamo nelle mani un’ingente quantità di beni e un enorme potere sulla natura: possiamo dare soluzioni nuove ad antichi problemi, come la fame, la malattia, l’ignoranza, la fatica. Cresce la coscienza della dignità e dei diritti fondamentali dell’uomo. Una rete sempre più fitta di rapporti avvolge il mondo, con un movimento continuo di persone, uno scambio intensissimo di informazioni, di merci e di servizi. Si tratta di segnali positivi: sembrano indicare che siamo incamminati verso un futuro di libertà della persona, di unità del genere umano, di integrazione con la natura.Ma il progresso genera anche nuove forme di oppressione, nuovi pericoli e timori. La tecnologia porta con sé il saccheggio delle risorse naturali, l’inquinamento dell’ambiente, lo spettro di una catastrofe ecologica. E, intanto, rimane il sottosviluppo: mai come oggi tanta gente soffre la fame. La dignità della persona è più proclamata che effettivamente rispettata e l’interdipendenza planetaria è ben lontana dal diventare solidarietà. Anzi, sembra estendersi il dominio dell’uomo sull’uomo: regimi totalitari, controllo e manipolazione dell’opinione pubblica, sfruttamento, emarginazione, aborto, violenza diffusa, commercio della droga, pornografia.
[12] Il progresso è attraversato da inquietanti contraddizioni. Ogni conquista si rivela precaria; ogni soluzione pone nuovi problemi; l’ebbrezza del potere rischia di finire nell’autodistruzione. È spontaneo domandarsi: ha un senso l’impresa storica del genere umano? qual è il suo obiettivo? non svanirà nel nulla come un’immensa illusione?
Possiamo d’altra parte rassegnarci al pessimismo? Se vogliamo edificare una convivenza libera e solidale e promuovere un uso della scienza e della tecnica degno dell’uomo, abbiamo bisogno di valori e norme etiche comuni; e, prima ancora, è necessario un atteggiamento fondamentale di fiducia verso se stessi, gli altri e la realtà in generale.
Presunzione e pessimismo
[136] Nella mentalità del nostro tempo, condizionato dal mito del progresso, è forte la presunzione di costruire da soli il proprio destino. Malgrado numerose esperienze fallimentari, rimangono in auge l’ottimismo etico di matrice illuminista e l’idolatria della scienza, della tecnica, dell’economia e della politica.
D’altra parte cresce un certo scetticismo, una diffidenza per le grandi affermazioni, le grandi speranze, i grandi progetti. Ci si rassegna a vivere alla giornata; ci si contenta di risultati frammentari e provvisori.
Interpretazione
[69] In quanto opera umana la Bibbia va studiata con criteri scientifici, di critica letteraria e storica. I testi appartengono a generi assai diversi: narrazioni, leggi, poesie, proverbi, lettere e altre forme ancora. I racconti, anche quando sono di genere storico, non sono mai semplici resoconti, ma interpretazioni del senso religioso presente negli avvenimenti.
CdA, 616
CONFRONTAVAI
Il miracolo e la scienza
[193] Del resto, miracoli nel nome di Gesù avvengono nella storia della Chiesa fino ai nostri giorni, rendendo credibili quelli attribuiti a lui nella sua vita terrena.
Molti nostri contemporanei ritengono che fatti del genere siano 5-107.pngincompatibili con la conoscenza scientifica della natura. Al più sono disposti ad ammettere alcuni fenomeni eccezionali, come effetto di suggestione o di altre forze psichiche e fisiche ancora sconosciute.
Una così radicale diffidenza non appare giustificata. Il mondo si presenta come un processo evolutivo, sempre aperto a molte possibilità, caratterizzato dalla continuità e nello stesso tempo dalla novità. In questa prospettiva è possibile concepire il miracolo come superamento creativo di una data situazione, per virtù divina, valorizzando le stesse cause naturali. Non dunque un sovvertimento, ma una ricomposizione dell’ordine delle cose, quasi un anticipo del compimento definitivo.
Quanto alla suggestione, non è difficile rendersi conto che si tratta di una spiegazione insostenibile. Nessuna fiducia, per quanto grande, può causare guarigioni istantanee di gravi malattie organiche, come la lebbra, il cancro, le fratture ossee. Senza dire che a volte vengono guarite persone non coscienti o in coma, vengono risuscitati i morti, viene trasformata la natura inanimata.
È sempre possibile ipotizzare l’intervento di forze sconosciute. Gli scienziati si limitano a constatare che il fatto prodigioso è scientificamente inspiegabile, oltre le costanti della nostra osservazione. L’interpretazione rimane aperta. Ma se l’evento straordinario avviene in un contesto religioso di serietà morale, di bontà, di umile fiducia in Dio, di preghiera, allora diventa un segno inequivocabile. Non per niente Gesù reagisce con indignazione quando gli scribi attribuiscono a Satana i suoi miracoli, che invece sono gesti evidenti di potenza benevola e misericordiosa, liberatrice e dispensatrice di vita.
Dal Dio della storia al Dio della creazione
[358]  L’attuazione dell’eterno disegno del Padre, incentrato nel suo 10-184.pngFiglio Gesù Cristo, passa anzitutto attraverso la creazione. Ma proprio a riguardo di essa numerosi sono gli interrogativi che ci si pongono.
La moderna immagine scientifica del mondo non corrisponde più a quella dell’ambiente in cui fu scritta la Bibbia. Ed ecco allora per noi domande inevitabili: il progresso scientifico contraddice forse la fede biblica? l’evoluzione è forse incompatibile con la creazione? qual è il senso della dottrina sulla creazione? intende descrivere come il mondo è iniziato e si è sviluppato, oppure vuole affermare soltanto la totale dipendenza da Dio?
La fede biblica in Dio creatore è nata come esplicitazione della fede in Dio salvatore. Israele, nell’esodo dall’Egitto e in tutta la sua storia, ha sperimentato come Dio tenga nelle sue mani le persone, i popoli e gli avvenimenti. Di lui ci si può fidare assolutamente. È onnipotente e può sempre mantenere le promesse. È il Signore incontrastato della storia e dell’universo. È il Signore, perché è il creatore e tutto dipende da lui.
Israele ha anche sperimentato come Dio sia imprevedibile, pronto a capovolgere le sorti dei potenti e degli oppressi, ad aprire nuove strade quando tutto sembra bloccato, sovranamente libero nel suo agire storico. Ciò presuppone che sia ugualmente libero nella sua azione creatrice: «Egli parla e tutto è fatto, comanda e tutto esiste» (Sal 33,9).
Il mondo esiste perché Dio lo vuole. Dio è il Signore incondizionato di tutta la realtà. Questo propriamente interessa la fede religiosa. Questo in definitiva è il messaggio che la Bibbia intende dare, anche quando narra diffusamente l’opera divina.
Discorso religioso e discorso scientifico
[362] Dipendenza continua e totale da Dio: ecco il contenuto della fede. Restano fuori dalla sua prospettiva le modalità fenomeniche del divenire cosmico. Viceversa la scienza indaga proprio queste modalità. Ne consegue che non ha senso contrapporre discorso religioso e discorso scientifico; e neppure tentare di armonizzarli, quasi si trovassero ambedue sullo stesso piano.
nella scienza
[1159]  Alla scienza i credenti riconoscono dignità e consistenza proprie. Chi con umiltà e rigore metodologico si sforza di esplorare i segreti della realtà, anche se non se ne rende conto, «viene condotto dalla mano di Dio, il quale, mantenendo in esistenza tutte le cose, fa che siano quello che sono»
nota
Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 36.
. Le conquiste dell’intelligenza umana «sono segno della grandezza di Dio e frutto del suo ineffabile disegno»
nota
Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 34.
. Le osservazioni e scoperte obiettive non sono mai in contrasto con la dottrina della fede. I conflitti nascono quando i credenti confondono una certa cultura del passato con la fede o quando gli scienziati assolutizzano il metodo scientifico come unico approccio valido alla realtà ed elaborano visioni generali del mondo riduttive e distorte: non la scienza è incompatibile con la fede, ma l’idolatria della scienza.
Infine bisogna aggiungere che la ricerca scientifica e più ancora le sue applicazioni tecnologiche devono essere finalizzate a obiettivi degni dell’uomo e non trasformarsi in strumenti di manipolazione e di oppressione. Il potere conferito dalla scienza esige grande senso di responsabilità: non tutto ciò che è tecnicamente fattibile lo è anche eticamente.