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CATECHISMO DEGLI ADULTI

CATECHISMO DEGLI ADULTI
INDICE TEMATICO
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Catechismo degli Adulti

Paradiso 1226-1232 , 1226 , 1227-1228 , 1229 , 1230 , 1231

Immagini della beatitudine
[1226]  La suprema perfezione e felicità è ineffabile. Per evocarla, la Bibbia si serve di immagini derivate dalle esperienze più gratificanti: cielo, città di pietre preziose, giardino, convito, nozze, festosa liturgia
nota
Cf. Ap 7,10-12.
, canto. Ma i frammenti di bellezza e di gioiosa comunione che germogliano sulla terra sono soltanto un tenue barlume.
Incontro immediato con Dio uno e trino, totale comunione con gli altri, armoniosa integrazione con il mondo: ecco la meta, verso cui gli uomini sono incamminati. «Stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro. Non avranno più fame, né avranno più sete, né li colpirà il sole, né arsura di sorta, perché l’Agnello che sta in mezzo al trono sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita» (Ap 7,15-17). «Vidi un nuovo cielo e una nuova terra... Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: “Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il Dio-con-loro. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate”. E Colui che sedeva sul trono disse: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”» (Ap 21,1-5). «La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello... Il trono di Dio e dell’Agnello sarà in mezzo a lei e i suoi servi lo adoreranno; vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome sulla fronte... e regneranno nei secoli dei secoli» (Ap 21,2322,3-5).
Comunione immediata con Dio
[1227]  Per inaudita condiscendenza del suo amore, Dio che abita «una luce inaccessibile» (1Tm 6,16) si china sull’uomo e lo innalza fino all’immediatezza della sua presenza. Prima ci viene incontro nella storia con l’incarnazione del Figlio e l’effusione dello Spirito, ci rende suoi figli e ci dispone a entrare nella sua intimità; poi, dopo la morte, perfeziona in noi la vita di grazia e apre il nostro spirito, perché possiamo vederlo e amarlo direttamente come è in se stesso. «Noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è» (1Gv 3,2).
Il cielo cresce nel seno della terra. Un bambino nel grembo materno è già dotato di intelligenza e volontà, ma deve crescere, perché possa effettivamente intendere e volere. Così noi nella vita terrena siamo già assimilati a Dio, orientati e uniti a lui mediante la grazia santificante, la fede, la speranza e la carità, ma occorre un ulteriore sviluppo perché possiamo incontrarlo in modo manifesto: «Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto» (1Cor 13,12).
Il magistero della Chiesa precisa che Dio si offrirà a noi direttamente senza il tramite di alcuna creatura e ci introdurrà nel segreto della vita trinitaria. I beati «vedono chiaramente Dio, uno e trino, come egli è, più o meno perfettamente a seconda dei loro meriti»
nota
Concilio di Firenze, Bolla di unione dei Greci “Laetentur caeli” - DS 1305.
.
La comunione immediata di conoscenza e di amore coronerà la vicinanza inaugurata nella storia. Saremo associati pienamente a Cristo risorto dallo Spirito Santo e accolti con lui presso il Padre: «Per mezzo di lui possiamo presentarci... al Padre in un solo Spirito» (Ef 2,18). Si realizzerà per intero la preghiera del Signore Gesù: «Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità» (Gv 17,23). Non è pensabile per l’uomo un destino più alto della visione beatifica: partecipare alla comunione trinitaria; conoscere, amare, essere felici come Dio conosce, ama, è felice.
CdA, 313
CONFRONTAVAI
CdA 348
CONFRONTAVAI
CdA 808
CONFRONTAVAI
[1228]  Nella beatitudine celeste, come già nel cammino terreno, sarà sempre Gesù Cristo la porta di accesso al Padre. Il Signore crocifisso e risorto, comunicando in modo definitivo il suo Spirito, ci unirà perfettamente a sé e ci renderà pienamente figli di Dio, capaci di vedere il Padre «come egli è» (1Gv 3,2). Dio «sarà visto nel regno dei cieli nella pienezza della sua paternità. Lo Spirito infatti prepara gli uomini nel Figlio. Il Figlio li conduce al Padre. Il Padre dona l’incorruttibilità e la vita eterna, che derivano dalla visione di Dio»
nota
Sant’Ireneo di Lione, Contro le eresie, 4, 20, 5.
.
Assemblea festosa
[1229]  Il compimento in Dio comporta la comunione universale con gli uomini e gli angeli fedeli
nota
Cf. Mt 25,31.
. La Chiesa sarà «tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata» (Ef 5,27). Gli uomini abiteranno nella celeste Gerusalemme in festosa convivialità e Dio abiterà con essi
nota
Cf. Ap 21,2-3.
. Troverà appagamento la loro tendenza a incontrarsi e comunicare, il movimento di tutta la storia verso l’unità. Saranno sublimati tutti i rapporti autenticamente umani, avviati durante il pellegrinaggio terreno, i legami intrecciati nell’amore, nella conoscenza e nel lavoro. Le esperienze attuali più riuscite di comunione tra amici, tra coniugi, tra genitori e figli prefigurano l’universale comunione dei santi in Dio, ma sono ben poca cosa al confronto di essa. Se è meravigliosa già adesso la compagnia delle persone buone e intelligenti, che cosa sarà la compagnia di tanti fratelli «portati alla perfezione» (Eb 12,23)?
Armonia cosmica
[1230]  La salvezza, poiché riguarda l’uomo intero, include anche un nuovo rapporto con il mondo, un’armonia e una presenza nuova. Il mondo è il mondo dell’uomo: nulla andrà perduto; tutto sarà trasformato
nota
Cf. Sant’Ireneo di Lione, Contro le eresie, 5, 32, 1; San Tommaso d’Aquino, Somma contro i gentili, IV, 7.
. «Insieme con l’umanità, verrà pienamente restaurato in Cristo l’intero universo, che è intimamente unito all’uomo e raggiunge il suo fine per mezzo dell’uomo»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 48.
. Il mondo è dell’uomo, l’uomo è di Cristo e Cristo è di Dio e Dio è tutto in tutte le cose
nota
Cf. 1Cor 15,28.
. Non ha senso però situare il paradiso in qualche parte dell’universo piuttosto che in altre. Il cielo, nel linguaggio religioso, è un simbolo per indicare Dio e, secondo la fede cristiana, «la vita è essere con Cristo: dove è Cristo, lì è la vita, lì è il Regno»
nota
Sant’Ambrogio, Commento al Vangelo secondo Luca, 10, 121.
.
CCC, 1046-1047
Piena attuazione personale
[1231]  Introdotti con Cristo nel mistero della Trinità divina, saremo pienamente noi stessi. La perfezione non comporterà un assorbimento del proprio io in un tutto indistinto, ma uno stare insieme nella conoscenza e nell’amore reciproco. «Saremo sempre con il Signore» (1Ts 4,17). I santi formeranno una comunità di persone e non una massa collettiva senza volto. Ognuno sarà introdotto alla festa con un invito personalissimo: avrà «una pietruzza bianca sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all’infuori di chi la riceve» (Ap 2,17). Anche la perfezione sarà diversa secondo i doni ricevuti nella vita terrena e la corrispondenza verso di essi. Tutti però saranno beati secondo la loro capacità e tutti si rallegreranno del bene degli altri come del proprio.
Armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stessi: nel gaudio eterno si quieterà il desiderio illimitato del cuore; sarà il riposo, la festa, il giorno del Signore senza tramonto. «Oh gioia! Oh ineffabile allegrezza! Oh vita integra d’amore e di pace! Oh senza brama sicura ricchezza!»
nota
Dante Alighieri, Paradiso, XXVII, 7-9.
.
CCC, 1045
[1232] La persona umana ottiene il suo compimento gioioso nel paradiso, esperienza immediata di Dio, comunione perfetta di amore con lui, con gli angeli e i santi nell’armonia universale del mondo creato.
Immagini della beatitudine
[1226]  La suprema perfezione e felicità è ineffabile. Per evocarla, la Bibbia si serve di immagini derivate dalle esperienze più gratificanti: cielo, città di pietre preziose, giardino, convito, nozze, festosa liturgia
nota
Cf. Ap 7,10-12.
, canto. Ma i frammenti di bellezza e di gioiosa comunione che germogliano sulla terra sono soltanto un tenue barlume.
Incontro immediato con Dio uno e trino, totale comunione con gli altri, armoniosa integrazione con il mondo: ecco la meta, verso cui gli uomini sono incamminati. «Stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo santuario; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro. Non avranno più fame, né avranno più sete, né li colpirà il sole, né arsura di sorta, perché l’Agnello che sta in mezzo al trono sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita» (Ap 7,15-17). «Vidi un nuovo cielo e una nuova terra... Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono: “Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il Dio-con-loro. E tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate”. E Colui che sedeva sul trono disse: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”» (Ap 21,1-5). «La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello... Il trono di Dio e dell’Agnello sarà in mezzo a lei e i suoi servi lo adoreranno; vedranno la sua faccia e porteranno il suo nome sulla fronte... e regneranno nei secoli dei secoli» (Ap 21,2322,3-5).
Comunione immediata con Dio
[1227]  Per inaudita condiscendenza del suo amore, Dio che abita «una luce inaccessibile» (1Tm 6,16) si china sull’uomo e lo innalza fino all’immediatezza della sua presenza. Prima ci viene incontro nella storia con l’incarnazione del Figlio e l’effusione dello Spirito, ci rende suoi figli e ci dispone a entrare nella sua intimità; poi, dopo la morte, perfeziona in noi la vita di grazia e apre il nostro spirito, perché possiamo vederlo e amarlo direttamente come è in se stesso. «Noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è» (1Gv 3,2).
Il cielo cresce nel seno della terra. Un bambino nel grembo materno è già dotato di intelligenza e volontà, ma deve crescere, perché possa effettivamente intendere e volere. Così noi nella vita terrena siamo già assimilati a Dio, orientati e uniti a lui mediante la grazia santificante, la fede, la speranza e la carità, ma occorre un ulteriore sviluppo perché possiamo incontrarlo in modo manifesto: «Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch’io sono conosciuto» (1Cor 13,12).
Il magistero della Chiesa precisa che Dio si offrirà a noi direttamente senza il tramite di alcuna creatura e ci introdurrà nel segreto della vita trinitaria. I beati «vedono chiaramente Dio, uno e trino, come egli è, più o meno perfettamente a seconda dei loro meriti»
nota
Concilio di Firenze, Bolla di unione dei Greci “Laetentur caeli” - DS 1305.
.
La comunione immediata di conoscenza e di amore coronerà la vicinanza inaugurata nella storia. Saremo associati pienamente a Cristo risorto dallo Spirito Santo e accolti con lui presso il Padre: «Per mezzo di lui possiamo presentarci... al Padre in un solo Spirito» (Ef 2,18). Si realizzerà per intero la preghiera del Signore Gesù: «Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell’unità» (Gv 17,23). Non è pensabile per l’uomo un destino più alto della visione beatifica: partecipare alla comunione trinitaria; conoscere, amare, essere felici come Dio conosce, ama, è felice.
CdA, 313
CONFRONTAVAI
CdA 348
CONFRONTAVAI
CdA 808
CONFRONTAVAI
[1228]  Nella beatitudine celeste, come già nel cammino terreno, sarà sempre Gesù Cristo la porta di accesso al Padre. Il Signore crocifisso e risorto, comunicando in modo definitivo il suo Spirito, ci unirà perfettamente a sé e ci renderà pienamente figli di Dio, capaci di vedere il Padre «come egli è» (1Gv 3,2). Dio «sarà visto nel regno dei cieli nella pienezza della sua paternità. Lo Spirito infatti prepara gli uomini nel Figlio. Il Figlio li conduce al Padre. Il Padre dona l’incorruttibilità e la vita eterna, che derivano dalla visione di Dio»
nota
Sant’Ireneo di Lione, Contro le eresie, 4, 20, 5.
.
Assemblea festosa
[1229]  Il compimento in Dio comporta la comunione universale con gli uomini e gli angeli fedeli
nota
Cf. Mt 25,31.
. La Chiesa sarà «tutta gloriosa, senza macchia né ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata» (Ef 5,27). Gli uomini abiteranno nella celeste Gerusalemme in festosa convivialità e Dio abiterà con essi
nota
Cf. Ap 21,2-3.
. Troverà appagamento la loro tendenza a incontrarsi e comunicare, il movimento di tutta la storia verso l’unità. Saranno sublimati tutti i rapporti autenticamente umani, avviati durante il pellegrinaggio terreno, i legami intrecciati nell’amore, nella conoscenza e nel lavoro. Le esperienze attuali più riuscite di comunione tra amici, tra coniugi, tra genitori e figli prefigurano l’universale comunione dei santi in Dio, ma sono ben poca cosa al confronto di essa. Se è meravigliosa già adesso la compagnia delle persone buone e intelligenti, che cosa sarà la compagnia di tanti fratelli «portati alla perfezione» (Eb 12,23)?
Armonia cosmica
[1230]  La salvezza, poiché riguarda l’uomo intero, include anche un nuovo rapporto con il mondo, un’armonia e una presenza nuova. Il mondo è il mondo dell’uomo: nulla andrà perduto; tutto sarà trasformato
nota
Cf. Sant’Ireneo di Lione, Contro le eresie, 5, 32, 1; San Tommaso d’Aquino, Somma contro i gentili, IV, 7.
. «Insieme con l’umanità, verrà pienamente restaurato in Cristo l’intero universo, che è intimamente unito all’uomo e raggiunge il suo fine per mezzo dell’uomo»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 48.
. Il mondo è dell’uomo, l’uomo è di Cristo e Cristo è di Dio e Dio è tutto in tutte le cose
nota
Cf. 1Cor 15,28.
. Non ha senso però situare il paradiso in qualche parte dell’universo piuttosto che in altre. Il cielo, nel linguaggio religioso, è un simbolo per indicare Dio e, secondo la fede cristiana, «la vita è essere con Cristo: dove è Cristo, lì è la vita, lì è il Regno»
nota
Sant’Ambrogio, Commento al Vangelo secondo Luca, 10, 121.
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CCC, 1046-1047
Piena attuazione personale
[1231]  Introdotti con Cristo nel mistero della Trinità divina, saremo pienamente noi stessi. La perfezione non comporterà un assorbimento del proprio io in un tutto indistinto, ma uno stare insieme nella conoscenza e nell’amore reciproco. «Saremo sempre con il Signore» (1Ts 4,17). I santi formeranno una comunità di persone e non una massa collettiva senza volto. Ognuno sarà introdotto alla festa con un invito personalissimo: avrà «una pietruzza bianca sulla quale sta scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all’infuori di chi la riceve» (Ap 2,17). Anche la perfezione sarà diversa secondo i doni ricevuti nella vita terrena e la corrispondenza verso di essi. Tutti però saranno beati secondo la loro capacità e tutti si rallegreranno del bene degli altri come del proprio.
Armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stessi: nel gaudio eterno si quieterà il desiderio illimitato del cuore; sarà il riposo, la festa, il giorno del Signore senza tramonto. «Oh gioia! Oh ineffabile allegrezza! Oh vita integra d’amore e di pace! Oh senza brama sicura ricchezza!»
nota
Dante Alighieri, Paradiso, XXVII, 7-9.
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CCC, 1045