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CATECHISMO DEGLI ADULTI

CATECHISMO DEGLI ADULTI
INDICE TEMATICO
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Catechismo degli Adulti


[756] Nell’assemblea immensa di quanti vivono in comunione con Cristo ha una posizione del tutto singolare la Vergine Maria, madre del Signore e primizia della Chiesa, modello perfetto di vita cristiana e sostegno sicuro a chi è in cammino verso la patria celeste.
Persona storica
[757] Maria non è un mito, ma una donna vera, con una storia personale, anche se dal Nuovo Testamento possiamo ricavare solo alcuni tratti della sua personalità e non propriamente una biografia.
Abita a Nàzaret, città della Galilea di nessun rilievo
nota
Cf. Gv 1,46.
. Appartiene a un ambiente popolare; va sposa a Giuseppe il carpentiere, inserendosi in un clan di ascendenza davidica. Partecipa attivamente ai fatti della vita: fa visita a una parente anziana, va in pellegrinaggio a Gerusalemme, interviene a una festa di nozze. Sa ascoltare e riflettere; ma anche parlare e prendere decisioni coraggiose. Contempla piena di stupore le meraviglie di Dio e attende da lui giustizia per gli oppressi, secondo la spiritualità dei poveri di JHWH. Cerca di comprendere i suoi progetti, pronta a mettersi a disposizione come umile «serva del Signore» (Lc 1,38): è questo l’unico titolo che si attribuisce. Fatica a capire suo figlio Gesù; lo segue con materna premura e con fede eroica; condivide con lui la povertà di Betlemme, l’esilio in Egitto, la quiete nascosta di Nàzaret, lo strazio del Calvario. Infine, a Gerusalemme, è nel nucleo iniziale della comunità cristiana, in preghiera per invocare la venuta dello Spirito di Pentecoste: «Erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui» (At 1,14). Con questa informazione, terminano le notizie che abbiamo su di lei.
CCC, 484
Attuazione esemplare della Chiesa
[758]  Tutto ciò, apparentemente, non è molto. Osserviamo però che 20-377.pngMaria è presente nei momenti decisivi: Natale, Pasqua e Pentecoste; sono i momenti che segnano rispettivamente l’inizio, il compimento e la comunicazione della salvezza. Mentre suo Figlio è l’immagine personale di Dio salvatore, lei è il modello dell’umanità salvata: una di noi, ma redenta e associata a lui in modo del tutto singolare. In lei la Chiesa trova la sua prima e più perfetta realizzazione «nell’ordine della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 63.
. Non per niente il Vangelo di Luca la presenta come la nuova Gerusalemme; il Vangelo di Giovanni la indica come la donna simbolo di Israele; l’Apocalisse la include insieme al popolo di Dio nella figura della donna vestita di sole, che genera il Messia ed è assalita dal drago nel deserto
nota
Cf. Ap 12,1-17.
.
Maria è al centro della Chiesa come in una perenne Pentecoste: «Non si può parlare di Chiesa, se non vi è presente Maria, la Madre del Signore, con i fratelli di lui»
nota
San Cromazio di Aquileia, Discorsi, 30, 1.
. In lei si concentrano i doni di Dio: la presenza dello Spirito, la bellezza interiore della santità, la fede verginale, la carità materna, l’alleanza sponsale, la gloria celeste, la cooperazione alla missione salvifica di Cristo. In lei il mistero della Chiesa risplende di luce purissima. Maria impersona la Chiesa: non è un mito, è invece un modello concreto.
È dentro la Chiesa, ma incomparabilmente più vicina a Cristo degli altri credenti. Ripercorrendo il cammino della sua esistenza, alla luce di questa posizione caratteristica, si comprendono meglio le sue singolari prerogative, che in definitiva si fondano sul mistero della divina maternità.
[759] «In Maria primogenita della redenzione fai risplendere l’immagine vivente
della tua Chiesa: concedi al popolo cristiano di tenere sempre fisso in lei il suo sguardo, per camminare sulle orme del Signore»
nota
Messe della Beata Vergine Maria, 27: Maria Vergine immagine e madre della Chiesa (III), Colletta.
.
Elezione gratuita
[760]  L’angelo dell’annunciazione, rivolge a Maria un invito alla gioia: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te» (Lc 1,28). Una parafrasi vicina al senso originale di questo saluto potrebbe essere: «Esulta, tu che sei ricolmata dall’amore gratuito di Dio; il Signore è con te, come salvatore sempre fedele all’alleanza».
A fondamento di tutto c’è l’amore gratuito del Padre, la sua grazia, che dona la salvezza «con ogni benedizione spirituale» (Ef 1,3) in Cristo, prima preparandola nell’eternità, poi attuandola nel tempo, infine portandola all’ultimo compimento. Tutti siamo pensati, amati, creati, redenti e glorificati come figli adottivi in comunione con il Figlio unigenito. Il primo atto della grazia del Padre, rivolta a noi in considerazione di Cristo, è l’elezione, la liberissima scelta del suo amore: «In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi» (Ef 1,4-5).
Maria è «piena di grazia», amata e benedetta da Dio insieme a tutti i membri della famiglia umana, ma in modo assolutamente singolare, in quanto è predestinata ad essere la Madre del suo Figlio. «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!» (Lc 1,42), è il saluto di Elisabetta. Dall’eternità nel disegno del Padre è associata all’evento dell’incarnazione redentrice come Madre di Dio fatto uomo.
Umile gratitudine
[761]  Alla meravigliosa liberalità della grazia deve rispondere la lode e la gratitudine delle creature
nota
Cf. Ef 1,61214.
. «Ringrazio continuamente il mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù» (1Cor 1,4), dichiara l’apostolo Paolo ai cristiani di Corinto. Anche Maria accoglie la salvezza come dono; è la prima nella schiera dei poveri, la prima a vivere consapevolmente la totale dipendenza da Dio: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva» (Lc 1,46-48). È piena di grazia, ma vuota di sé. Si sente un nulla, sul quale l’Onnipotente ha voluto posare lo sguardo: Dio solo è Dio, «Santo è il suo nome» (Lc 1,49).
[762] «Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio»
nota
Dante Alighieri , Paradiso, XXXIII, 1-3.
.
La sposa “tutta bella”
[763] Dio attua il suo disegno nella storia, realizzando l’opera della salvezza. Maria, eletta per essere Madre di Dio, è redenta insieme a tutti gli uomini, ma in modo singolare: è preservata dal peccato.
Il popolo d’Israele, invischiato con tutta l’umanità nell’amara esperienza del male, da secoli portava con sé una divina promessa: «Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore» (Os 2,21-22); «Gioisci, esulta, figlia di Sion, perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te» (Zc 2,14); «Gioisci, figlia di Sion, esulta, Israele, e rallegrati con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme!... Re d’Israele è il Signore in mezzo a te... Non temere!» (Sof 3,14-16).
La promessa si compie in Maria, come fanno intendere le allusioni ai testi profetici nelle parole dell’angelo Gabriele: Gioisci, «il Signore è con te... Non temere...» (Lc 1,2830). In lei si realizza la vocazione d’Israele a diventare la sposa fedele, «tutta bella», non offuscata da «nessuna macchia» (Ct 4,7); in lei appare il primo germoglio della Chiesa, «tutta gloriosa, senza macchia... santa e immacolata» (Ef 5,27), che risplenderà nelle nozze eterne.
L’amore di Dio è creatore. Proprio perché ricolmata di grazia e amata in modo singolare, Maria è realmente tutta santa e tutta bella. Come l’apostolo Paolo, anzi a maggior ragione di lui, può dire: «Per grazia di Dio sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana» (1Cor 15,10).
Preservata dal peccato originale
[764]  Nella tradizione della Chiesa, il comune senso della fede ha sempre riconosciuto in Maria una incomparabile innocenza e santità. A poco a poco è arrivato ad acquisire anche la certezza della sua esenzione dal peccato originale. Finalmente nel 1854 il papa Pio IX ha definito solennemente: «La beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio Onnipotente e in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, è stata preservata immune da ogni macchia di peccato originale»
nota
Pio IX, Infallibilis Deus - DS 2803.
. Ai nostri giorni il concilio Vaticano II, oltre l’esenzione dal peccato originale, ha sottolineato che Maria fin dall’inizio è stata adornata «degli splendori di una singolarissima santità»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 56.
.
Maria è figlia di Adamo e nostra sorella, congiunta «con tutti gli uomini bisognosi di essere salvati»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 53.
. Anche lei è redenta da Cristo, ma «redenta in modo ancor più sublime»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 53.
. Non viene tirata fuori dal fango come noi; è preservata dal cadervi. In lei rifulge maggiormente il primato della grazia di Dio: tutti «sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù» (Rm 3,24).
CdA, 389-399
CONFRONTAVAI
Più santa attraverso le prove
[765]  Tuttavia, come una melodia può risuonare solo nell’orecchio e nel cuore di chi ascolta, così la grazia ha bisogno della nostra libera corrispondenza nella concretezza e nella storicità dell’esistenza; esige di essere accolta nella fede che agisce mediante la carità
nota
Cf. Gal 5,6.
. Maria ha avuto il suo personalissimo cammino di fede e di carità: «Ha percorso il suo pellegrinaggio di fede e ha serbato fedelmente la sua unione col Figlio fino ai piedi della croce»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 58.
. È cresciuta anche lei nella santità. Libera dal peccato originale e gratificata di doni eccezionali, ha progredito con passo spedito. Non ha conosciuto ritardi e deviazioni come noi; non ha commesso peccati personali. A ragione il popolo cristiano la venera come la “tutta santa”.
CCC, 964
[766] «Tu hai preservato la Vergine Maria da ogni macchia di peccato originale, perché, piena di grazia, diventasse degna Madre del tuo Figlio. In lei hai segnato l’inizio della Chiesa, sposa di Cristo senza macchia e senza ruga, splendente di bellezza»
nota
Messale Romano , Prefazio della solennità dell’Immacolata.
.
Fede e verginità
[767]  «Per questa grazia siete salvi mediante la fede» (Ef 2,8). La grazia suscita la fede; l’iniziativa dello Sposo provoca la risposta della Sposa. La fede è dedizione sponsale della Chiesa a Cristo. Quando viene mantenuta integra e senza incrinature, costituisce la verginità del cuore
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 64.
. Per questo san Paolo dice ai cristiani di volerli presentare a Cristo «sposo» come una «vergine casta» (2Cor 11,2) e sant’Agostino ricorda che «tutti devono essere vergini secondo la fede, sia donne che uomini»
nota
Sant’Agostino, Discorsi, 213, 7.
. Alcuni credenti però sono chiamati anche ad esprimere la verginità del cuore in quel segno concreto che è l’integrità del corpo.
La fede e la dedizione verginale del popolo di Dio si realizzano in modo unico in Maria, la «sempre Vergine»
nota
Concilio di Costantinopoli II, Condanne contro i “tre Capitoli”, 2 - DS 422.
.
CdA, 1075-1077
CONFRONTAVAI
[768]  Vergine nel cuore e nel corpo, prima, durante e dopo la nascita di 20-380.pngGesù, «lo ha concepito senza seme dallo Spirito Santo; lo ha partorito senza corruzione, rimanendo integra anche dopo il parto la sua verginità»
nota
Sinodo del Laterano, Canoni, 3 - DS 503.
. Questa dottrina, che la Chiesa professa, è garantita dall’assistenza dello Spirito di verità. Per quanto riguarda il concepimento verginale di Gesù, è esplicitamente attestato anche nei Vangeli di Matteo e di Luca.
La verginità prima del parto significa innanzitutto che Gesù è Figlio di Dio e dono gratuito del Padre celeste per la nostra salvezza; ma esprime anche la fede, che lo accoglie con stupore e umile gratitudine, rinunciando a confidare nell’uomo e nel suo orgoglioso potere. La verginità nel parto indica che il dolore, toccato in sorte ad Eva come conseguenza del peccato
nota
Cf. Gen 3,16.
, viene trasfigurato nella gioiosa esperienza del Salvatore, che libera da ogni forma di corruzione. La verginità dopo il parto è segno che Maria si è offerta totalmente alla persona e all’opera del Figlio, rinunciando ad avere altri figli secondo la carne. Pur essendo unita a Giuseppe da un vero legame coniugale, non ha avuto con lui relazioni sessuali; ma insieme a lui si è consacrata al Signore.
Giuseppe sposo di Maria
[769]  Maria e Giuseppe hanno onorato la verginità e il matrimonio: la loro convivenza è stata comunione e amicizia profonda, aiuto reciproco a vivere totalmente per Dio. «Unita a Giuseppe, uomo giusto, da un vincolo di amore sponsale e verginale[Maria]ti celebra con i cantici, ti adora nel silenzio, ti loda con il lavoro delle mani, ti glorifica con tutta la vita»
nota
Messe della Beata Vergine Maria, 8: Santa Maria di Nàzaret, Prefazio.
.
I “fratelli” di Gesù, più volte ricordati nel Nuovo Testamento, sono tali in senso largo: cugini, parenti. Due di essi, Giacomo e Joses, sono espressamente indicati come figli di un’altra donna, anch’essa di nome Maria.
Giuseppe è uomo «giusto» (Mt 1,19) e pieno di fede; accetta di diventare padre legale del Messia, per renderlo erede delle promesse fatte a David. Anche se non genitore, è veramente padre per la carità e l’autorità con cui lo custodisce e lo educa, quale strumento e rappresentante del Padre celeste. «Se tutta la santa Chiesa è debitrice alla vergine Madre, perché fu stimata degna di ricevere Cristo per mezzo di lei, così in verità dopo di lei deve a Giuseppe una speciale riconoscenza e riverenza»
nota
San Bernardino da Siena, Discorsi, 7, 27.
.
CCC, 437CCC 488CCC 532-534
[770] Dio onnipotente ed eterno, «per opera dello Spirito Santo,[Maria]ha concepito il tuo unico Figlio e, sempre intatta nella sua gloria verginale, ha irradiato sul mondo la luce eterna, Gesù Cristo nostro Signore»
nota
Messale Romano , Prefazio della Beata Vergine Maria I.
.
Maternità della Chiesa
[771]  La divina maternità è il fondamento della posizione eminente e singolare di Maria nel mistero della salvezza. Sembrerebbe una proprietà talmente esclusiva da non ammettere alcuna analogia. Invece anche nella sua maternità Maria è figura, cioè modello e attuazione perfetta, della Chiesa, vergine e madre
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 63-64.
.
Questa dottrina si appoggia a una tradizione, che prende avvio dalle parole di Gesù stesso: «Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica» (Lc 8,21). L’interpretazione che ne danno gli antichi Padri è molto realistica: la Chiesa genera Cristo nei cristiani e i cristiani come membra di Cristo; anzi «ogni anima che crede, concepisce e genera il Verbo di Dio»
nota
Sant’Ambrogio, Commento al Vangelo di Luca, 2, 2.
.
Ai nostri giorni il concilio Vaticano II insegna che la Chiesa è vergine e madre in modo simile, anche se nello stesso tempo diverso, a quello di Maria: essa infatti, in virtù dello Spirito Santo, mediante la predicazione, i sacramenti e la testimonianza di carità, genera e fa crescere i credenti come figli di Dio e, poiché questi partecipano alla vita dell’Unigenito, genera e fa crescere anche la presenza di Cristo in loro
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 64-65.
.
Maria madre per la sua fede
[772]  D’altra parte la maternità di Maria non è soltanto una generazione biologica, ma una relazione di grazia, vissuta nella fede e nella carità. Più che per aver portato il Figlio in grembo e averlo allattato al seno, Maria è beata per aver creduto alla parola del Signore. «Ha concepito Cristo prima nel cuore che nel grembo», dice sant’Agostino
nota
Sant’Agostino, Discorsi, 215, 4.
; e il concilio Vaticano II gli fa eco: «In fede e obbedienza ha generato sulla terra il Figlio stesso del Padre»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 63.
.
Dio non si è servito di Maria «in modo puramente passivo»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 56.
; ha sollecitato il suo libero consenso, che è venuto prontamente: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1,38). Con questa risposta di fede umile e coraggiosa, Maria si incamminava verso un futuro misterioso e si metteva subito in una situazione drammatica rispetto a Giuseppe, alla famiglia e all’ambiente. Nello stesso tempo entrava in una relazione di comunione del tutto singolare con un Figlio, che è l’«Emmanuele», «Dio con noi» (Mt 1,23).
Maternità divina
[773]  Fin dalle origini la dignità della divina maternità ha attirato l’attenzione e lo stupore della Chiesa. L’evangelista Luca onora Maria come la Madre del Signore, tenda della divina presenza, arca della nuova alleanza. I cristiani cominciano presto a invocarla come Madre di Dio. Lo attesta già una bella preghiera del III secolo: «Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta»
nota
Liturgia delle ore, Compieta, Antifone della Beata Vergine Maria.
. Più tardi, nel 431, il concilio di Efeso definisce che Maria è Madre di Dio
nota
Cf. Concilio di Efeso, Seconda lettera di Cirillo a Nestorio - DS 251.
. Ovviamente con ciò non intende affermare che Maria è stata principio della divinità, cosa evidentemente assurda; ma che ha generato nella sua umanità il Figlio eterno, che è vero Dio e veramente è diventato uomo.
Per ogni donna la maternità comporta un legame personale permanente con il figlio. La maternità di Maria integra questa dimensione umana ordinaria in una comunione con Dio senza pari. Il Padre celeste le comunica lo Spirito di infinita tenerezza, con cui egli si compiace del Figlio generandolo nell’eternità; la fa partecipare alla propria fecondità perché il Figlio nasca anche nella storia, come uomo e come primogenito di molti fratelli. Madre di Dio è «il nome proprio dell’unione con Dio, concessa a Maria Vergine», «che realizza nel modo più eminente la predestinazione soprannaturale... elargita a ogni uomo»
nota
Giovanni Paolo II, Mulieris dignitatem, 4.
. Maria vive questa grazia singolarissima con atteggiamento di accoglienza grata, amante e adorante, in modo simile a tutti i credenti, ma con una radicalità e pienezza inaudita. Questo è il suo modo di ricevere la Parola e di partecipare alla vita divina. Allo stesso tempo è il modo più sublime di attuare la femminilità, come accoglienza e donazione di vita.
CdA, 309-310
CONFRONTAVAI
CdA 312
CONFRONTAVAI
[774] «Vergine Madre di Dio, colui che il mondo non può contenere facendosi uomo si chiuse nel tuo grembo»
nota
Messe della Beata Vergine Maria , 4: Santa Maria madre di Dio, Antifona d’ingresso.
.
Cammino di fede e di carità
[775] Il Cristo è l’unico maestro e l’unico redentore; da lui riceviamo la grazia di essere suoi discepoli e cooperatori, partecipi della sua vita e della sua missione, santi e santificatori.
Maria è la più perfetta seguace di Cristo
nota
Cf. Paolo VI, Marialis cultus, 35.
e la prima collaboratrice all’opera della salvezza. Il suo personale cammino di fede, come emerge dai racconti evangelici, è anche il dilatarsi della sua carità verso tutti gli uomini, con un inserimento sempre più consapevole nel mistero della redenzione
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 61.
.
Annuncio
[776]  Nell’annunciazione
nota
Cf. Lc 1,26-38.
, Maria ascolta con fede la parola di Dio e si consegna come docile strumento nelle sue mani; accoglie il Messia e si mette a disposizione della sua opera. Il suo consenso apre al Signore la via per la sua venuta personale nel mondo e inaugura la pienezza dei tempi
nota
Cf. Gal 4,4.
.
CCC, 490
Visitazione
[777]  Dopo questo evento decisivo, Maria non si ripiega su se stessa, ma va a far visita a Elisabetta, sua parente
nota
Cf. Lc 1,39-56.
. La prima evangelizzata diventa la prima evangelizzatrice: proclama le meraviglie del Signore, con la presenza gioiosa e santificante, il cantico di lode e il servizio.
Nascita di Gesù
[778]  Gesù nasce a Betlemme in condizioni di indigenza e di emarginazione, e Maria lo presenta ai pastori come Messia per i poveri, povero egli stesso
nota
Cf. Lc 2,1-20.
. Dopo quaranta giorni lo offre a Dio nel Tempio e con lui offre la propria obbedienza, mentre la voce di Simeone le indica che «la sua maternità sarà oscura e dolorosa»
nota
Giovanni Paolo II, Redemptoris Mater, 16. Cf. Lc 2,22-38.
. Vengono i Magi, primizia dei popoli pagani, ad adorare il Messia; ma Erode scatena la prima persecuzione e bisogna fuggire in Egitto
nota
Cf. Mt 2,1-18.
.
CCC, 525-530
I tre giorni dello smarrimento
[779]  A dodici anni Gesù partecipa al pellegrinaggio a Gerusalemme per 20-384.pngla festa di Pasqua e compie un misterioso gesto profetico
nota
Cf. Lc 2,41-50.
. Al momento di ripartire, senza che i suoi se ne accorgano, rimane nel tempio. Lo ritrovano dopo tre giorni di angosciosa ricerca. Maria gli ricorda, in modo discreto, il diritto dei genitori: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo» (Lc 2,48). La risposta è enigmatica: Gesù appartiene a un altro Padre e deve abitare con lui. Ma torna a Nàzaret, obbediente e sottomesso. Al compiersi dei suoi giorni terreni, un’altra Pasqua, svelerà il senso di questo abitare con il Padre. Maria e Giuseppe al momento non comprendono, ma riflettono in silenzio. Intanto passano i lunghi anni della vita nascosta: lavoro quotidiano, intimo contatto col Mistero, fatica di credere
nota
Cf. Lc 2,51.
.
CCC, 534
Le nozze di Cana
[780]  Comincia la vita pubblica di Gesù. A Cana di Galilea, Maria presenta al Figlio l’umana indigenza: «Non hanno più vino»; poi invita i servi a compiere la sua volontà: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2,35). Così coopera all’«inizio» dei segni e contribuisce a suscitare la fede dei primi seguaci: «Gesù... manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui» (Gv 2,11). Viene indicata come la «donna», figura del popolo di Dio nell’ora in cui si celebra la nuova alleanza nuziale con il Signore, che riceverà il sigillo definitivo nella Pasqua di morte e risurrezione.
Le ardue esigenze del Regno
[781]  Gesù procede nel suo ministero e rivela gradualmente le esigenze del regno di Dio. Maria è chiamata a superare la sua umanissima premura materna per il Figlio. Quando si reca da lui insieme ai parenti, che vogliono moderarne lo zelo e invitarlo a una maggiore precauzione, deve ascoltare la risposta decisa: «Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre» (Mc 3,35). Fedele discepola, comprende sempre meglio cosa significa essere la serva del Signore dietro al Messia-Servo, incamminato verso la croce.
Presso la croce di Gesù
[782]  Sul Calvario Maria è accanto alla croce
nota
Cf. Gv 19,25.
: «Fu presente in dolorosa compassione col suo unigenito Figlio, associandosi con 20-383.pnganimo materno al suo sacrificio e unendo il suo amorevole consenso all’immolazione della vittima che lei stessa aveva generata»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 58.
. Il Figlio viene condannato e schernito, percosso e schiacciato come un verme, abbandonato dai discepoli. In un certo senso appare abbandonato anche dal Padre. Le grandiose promesse sembrano smentite: dov’è il trono di David? dov’è il regno che non avrà fine? Per Maria è una prova terribile, più dura di quella di Abramo al sacrificio di Isacco, ma rimane in piedi. La sua fede è incrollabile, senza riserve. Non vede via di uscita; ma sa che tutto è possibile a Dio e le sue vie sono inaccessibili. Adesso il “sì” dell’annunciazione diventa esplicito consenso al sacrificio del Figlio e partecipazione al suo amore redentore verso tutti gli uomini.
CCC, 964
Madre dei redenti
[783]  «Il nodo della disobbedienza di Eva ha avuto la sua soluzione con l’obbedienza di Maria; ciò che la vergine Eva legò con la sua incredulità, la vergine Maria sciolse con la sua fede»
nota
Sant’Ireneo di Lione, Contro le eresie, 3, 22, 4.
. Gesù crocifisso vede in Maria la «donna», figura della Chiesa, nuova Gerusalemme e nuova Eva; la costituisce madre spirituale di tutti gli uomini, particolarmente dei credenti, impersonati dal discepolo amato: «Vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”» (Gv 19,26-27).
La maternità divina verso Cristo si dilata nella maternità universale. In virtù dello Spirito Santo, Maria diventa «per noi madre nell’ordine della grazia»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 61.
, per cooperare alla rigenerazione e alla formazione dei figli di Dio
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 63.
.
CCC, 494
[784] Fedele discepola del Verbo fatto uomo, Maria cercò costantemente il volere di Dio e lo compì con amore
nota
Cf. Messe della Beata Vergine Maria , 10: Santa Maria discepola del Signore, Prefazio.
.
Nel mistero di Pentecoste
[785]  La maternità universale di Maria interviene in modo discreto e silenzioso già all’esordio della Chiesa. Al centro del nucleo iniziale, esiguo ma proteso ad abbracciare tutte le genti, Maria invoca e accoglie il dono dello Spirito di Pentecoste. L’evangelista Luca racconta l’evento con alcuni richiami all’annunciazione e alla visitazione, quasi suggerendo una certa continuità tra la Vergine Maria e la Chiesa: come allora Maria, così ora la Chiesa riceve la potenza dello Spirito, che scende dall’alto sopra di lei, poi va ad annunziare le grandi opere di Dio.
La Vergine Madre Maria si prolunga nella vergine madre Chiesa: «Con la sua nuova maternità nello Spirito, abbraccia tutti e ciascuno nella Chiesa, abbraccia anche tutti e ciascuno mediante la Chiesa»
nota
Giovanni Paolo II, Redemptoris Mater, 47.
. Non si pone solo come modello, ma coopera personalmente a rigenerare i figli di Dio.
CdA, 416-419
CONFRONTAVAI
Mediazione materna
[786]  «La maternità di Maria nell’ordine della grazia perdura ininterrotta, a partire dal consenso prestato fedelmente 20-386.pngnell’annunciazione e mantenuto senza esitazioni ai piedi della croce, fino al coronamento eterno di tutti gli eletti»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 62.
. Divenuta più vicina a Dio con l’assunzione alla gloria celeste, è più vicina anche a noi. Non più soggetta ai limiti della condizione terrestre, accompagna il cammino di tutti e di ciascuno con la sua intercessione presso Dio e con la sua azione piena di carità: «Noi crediamo che la Madre santissima di Dio, nuova Eva, Madre della Chiesa, continua in cielo il suo ufficio materno riguardo alle membra di Cristo, cooperando alla nascita e allo sviluppo della vita divina nelle anime dei redenti»
nota
Paolo VI, Credo del popolo di Dio, 15.
.
La mediazione materna di Maria si colloca dentro la mediazione di tutta la Chiesa, al centro di essa. Se nel mistero della comunione dei santi tutti i fedeli intercedono gli uni per gli altri e si aiutano gli uni gli altri, non sorprende che Maria faccia la stessa cosa, con una efficacia del tutto singolare. Se Dio compie meraviglie per amore dei suoi amici e con la loro cooperazione, non sorprende che operi coinvolgendo soprattutto la Madre di suo Figlio.
[787]  La mediazione di Maria non reca pregiudizio a Cristo, unico mediatore tra Dio e gli uomini, perché dipende da lui come ogni altra cooperazione umana: «La funzione materna di Maria verso gli uomini non oscura né in alcun modo sminuisce l’unica mediazione di Cristo, ma ne mostra piuttosto l’efficacia... E nemmeno impedisce il contatto immediato dei credenti con Cristo, ma anzi lo favorisce»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 60.
. Maria non si interpone come intermediaria tra noi e il Signore, quasi fosse più vicina e misericordiosa di lui; piuttosto è un dono e un riflesso della sua bontà, un segno della sua vicinanza.
[788] Signore, Padre santo, «nel mistero della tua benevolenza hai voluto che Maria, madre e socia del Redentore, continuasse nella Chiesa la sua missione materna: di intercessione e di perdono, di protezione e di grazia, di riconciliazione e di pace»
nota
Messe della Beata Vergine Maria , 30: Maria Vergine madre e mediatrice di grazia, Prefazio.
.
Primizia della Chiesa gloriosa
[789]  Maria accompagna la Chiesa nel suo cammino e la precede alla meta. Assunta in cielo in anima e corpo, vive nella completa e 20-387.pngdefinitiva perfezione della comunione con Dio e costituisce la primizia della Chiesa gloriosa, che si compirà alla risurrezione universale dei morti, ponendosi davanti a noi come modello concreto della speranza cristiana.
La verità dell’assunzione di Maria è emersa lentamente lungo i secoli, con crescente chiarezza, nel comune senso della fede del popolo cristiano, in oriente e in occidente. Infine è stata solennemente definita da Pio XII nel 1950: «L’immacolata Madre di Dio e sempre vergine Maria, finito il corso della sua vita terrena, è stata assunta, in corpo e anima, alla gloria celeste»
nota
Pio XII, Munificentissimus Deus - DS 3903.
.
È la Pasqua di Maria, frutto della Pasqua di Gesù. È il compimento di un’unione senza pari con il Signore della vita, il coronamento dei doni di grazia e di santità a partire dall’immacolata concezione, il premio alla sua obbedienza di fede e al suo servizio di carità.
CdA, 276
CONFRONTAVAI
Segno di sicura speranza
[790]  Per noi, che avanziamo a fatica in mezzo alle prove del tempo presente, la gloriosa Vergine risplende come stella del mattino che annuncia il giorno, come stella del mare che indica il porto ai naviganti: «Brilla quaggiù come segno di sicura speranza e di consolazione per il popolo di Dio che è in cammino, fino a quando arriverà il giorno del Signore»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 68.
.
[791] «Maria è assunta in cielo: esultano le schiere degli angeli. Alleluia»
nota
Lezionario per le celebrazioni dei santi , Assunzione della Beata Vergine Maria, Canto al Vangelo (Messa del giorno.
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Motivazioni e diffusione
[792]  Maria ha una posizione del tutto singolare nel mistero di Cristo e della Chiesa: è Madre del Figlio di Dio, cooperatrice del Salvatore, tutta santa, modello e madre della Chiesa, vicina con la sua intercessione e con la sua azione alle necessità di tutti gli uomini. Perciò giustamente viene venerata con un culto superiore a quello degli angeli e dei santi
nota
Cf. Paolo VI, Marialis cultus, 56.
. I santi stessi gareggiano nella lode verso di lei: «O Maria, mare pacifico, Maria donatrice di pace, Maria terra fruttifera. Tu, Maria, sei quella pianta novella della quale abbiamo il fiore odorifero del Verbo Unigenito figliuolo di Dio, perché in te, terra fruttifera, fu seminato questo Verbo. Tu sei la terra e sei la pianta. O Maria, carro di fuoco, tu portasti il fuoco nascosto e velato sotto la cenere della tua umanità»
nota
Santa Caterina da Siena, OrazioneXI.
.
CdA, 970-971
CONFRONTAVAI
[793]  «Tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Lc 1,48). Duemila anni di storia lo dimostrano: liturgia e devozione popolare, canti e immagini mirabili, rosario e “angelus Domini”, pellegrinaggi e santuari, comunità ecclesiali, congregazioni religiose e correnti di spiritualità, peccatori e santi alimentano su tutta la terra la lode perenne di Maria.
L’entusiasmo delle folle si accende facilmente in occasione di presunte apparizioni. La loro autenticità non può essere negata pregiudizialmente, perché Maria accompagna il nostro cammino storico con premura materna e può comunicare con noi, adattandosi alla nostra condizione terrena. Occorre però un prudente discernimento sotto la guida della competente autorità ecclesiale, perché illusioni e inganni sono frequenti e dannosi. In ogni caso non ci si deve attendere un messaggio nuovo rispetto al vangelo, ma solo un richiamo ad esso, in vista di una più seria conversione.
La vera devozione
[794]  Il concilio Vaticano II insegna che la vera devozione non ha niente 20-389.pnga che fare con la curiosità, la vana credulità, il miracolismo, il superficiale sentimentalismo e il formalismo delle pratiche esteriori; ma consiste piuttosto nel riconoscere la singolare dignità di Maria, nel rivolgersi a lei con fiducia e amore filiale, nell’imitare le sue virtù, per seguire Cristo insieme con lei
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 67.
.
Secondo sant’Agostino, «onorare e non imitare altro non è che bugiarda adulazione»
nota
Sant’Agostino, Discorsi, 325, 1.
. Maria vuole essere modello, non solo rifugio. Non è una madre protettiva e possessiva, che blocca i figli nell’infantilismo; ma una madre che fa crescere verso la maturità e spinge ad affrontare il rischio. Accogliere lei tra le cose proprie
nota
Cf. Gv 19,27.
, come il discepolo che Gesù amava, significa soprattutto assimilare i suoi atteggiamenti: fede coraggiosa, libertà e dono di sé, responsabilità e presenza nella storia, là dove si attua il disegno di Dio. Affidarsi o consacrarsi a lei significa vivere il proprio battesimo in sua compagnia, con coerenza e radicalità evangelica.
Nella venerazione della santa Vergine deve avere il primo posto il culto liturgico e le altre forme di devozione devono ispirarsi ad esso, in modo che Maria appaia sempre unita a Cristo nei suoi misteri e coinvolta nel movimento di adorazione, che egli nello Spirito Santo fa salire al Padre
nota
Cf. Paolo VI, Marialis cultus, 23; 25-27.
. Maria rimane «la serva del Signore» (Lc 1,38) e la sua gloria in cielo è ancora «la gloria di servire»
nota
Giovanni Paolo II, Redemptoris Mater, 41.
. Il suo cantico è sempre lo stesso: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore» (Lc 1,46); e sempre lo stesso è il suo invito: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2,5).
[795] «La pietà della Chiesa verso la santa Vergine è elemento intrinseco del culto cristiano»
nota
Paolo VI , Marialis cultus , 56.
.
Il culto mariano, «pur essendo del tutto singolare, è però essenzialmente diverso da quel culto di adorazione che viene tributato al Verbo incarnato insieme al Padre e allo Spirito Santo»
nota
Concilio Vaticano II , Lumen gentium, 66.
.
Affidamento
[87] La fede è atteggiamento esistenziale: ci dà la convinzione di essere amati, ci libera dalla solitudine e dall’angoscia del nulla, ci dispone ad accettare noi stessi e ad amare gli altri, ci dà il coraggio di sfidare l’ignoto. Ecco come si presenta in alcune figure emblematiche.
Abramo, il padre dei credenti, «ebbe fede sperando contro ogni speranza» (Rm 4,18); si fidò di Dio e delle sue promesse; lasciò la propria patria e la propria parentela
nota
Cf. Gen 12,1-4.
; affrontò, lui vecchio e senza figli, un lungo viaggio «senza sapere dove andava» (Eb 11,8), per poter ricevere dal Signore una nuova terra e una numerosa discendenza. La sua figura esprime e sintetizza la fede del popolo di Dio: «Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia» (Gen 15,6).
La Vergine Maria, colei che è beata perché ha creduto nel modo più puro e totale
nota
Cf. Lc 1,45.
, all’annuncio dell’angelo uscì dal suo piccolo mondo di promessa sposa, aprendosi al progetto di Dio: «Eccomi, sono la serva del Signore» (Lc 1,38). Divenuta madre del Messia, avanzò nell’oscurità della fede fino al dramma angoscioso del Calvario.
I due discepoli di Giovanni Battista, che videro passare Gesù, gli andarono dietro, fecero amicizia con lui, corsero ad annunciarlo ad altri, iniziarono una nuova esistenza
nota
Cf. Gv 1,35-42.
.
La sposa “tutta bella”
[763] Dio attua il suo disegno nella storia, realizzando l’opera della salvezza. Maria, eletta per essere Madre di Dio, è redenta insieme a tutti gli uomini, ma in modo singolare: è preservata dal peccato.
Il popolo d’Israele, invischiato con tutta l’umanità nell’amara esperienza del male, da secoli portava con sé una divina promessa: «Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore» (Os 2,21-22); «Gioisci, esulta, figlia di Sion, perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te» (Zc 2,14); «Gioisci, figlia di Sion, esulta, Israele, e rallegrati con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme!... Re d’Israele è il Signore in mezzo a te... Non temere!» (Sof 3,14-16).
La promessa si compie in Maria, come fanno intendere le allusioni ai testi profetici nelle parole dell’angelo Gabriele: Gioisci, «il Signore è con te... Non temere...» (Lc 1,2830). In lei si realizza la vocazione d’Israele a diventare la sposa fedele, «tutta bella», non offuscata da «nessuna macchia» (Ct 4,7); in lei appare il primo germoglio della Chiesa, «tutta gloriosa, senza macchia... santa e immacolata» (Ef 5,27), che risplenderà nelle nozze eterne.
L’amore di Dio è creatore. Proprio perché ricolmata di grazia e amata in modo singolare, Maria è realmente tutta santa e tutta bella. Come l’apostolo Paolo, anzi a maggior ragione di lui, può dire: «Per grazia di Dio sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana» (1Cor 15,10).
Preservata dal peccato originale
[764]  Nella tradizione della Chiesa, il comune senso della fede ha sempre riconosciuto in Maria una incomparabile innocenza e santità. A poco a poco è arrivato ad acquisire anche la certezza della sua esenzione dal peccato originale. Finalmente nel 1854 il papa Pio IX ha definito solennemente: «La beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio Onnipotente e in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, è stata preservata immune da ogni macchia di peccato originale»
nota
Pio IX, Infallibilis Deus - DS 2803.
. Ai nostri giorni il concilio Vaticano II, oltre l’esenzione dal peccato originale, ha sottolineato che Maria fin dall’inizio è stata adornata «degli splendori di una singolarissima santità»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 56.
.
Maria è figlia di Adamo e nostra sorella, congiunta «con tutti gli uomini bisognosi di essere salvati»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 53.
. Anche lei è redenta da Cristo, ma «redenta in modo ancor più sublime»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 53.
. Non viene tirata fuori dal fango come noi; è preservata dal cadervi. In lei rifulge maggiormente il primato della grazia di Dio: tutti «sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù» (Rm 3,24).
CdA, 389-399
CONFRONTAVAI
Più santa attraverso le prove
[765]  Tuttavia, come una melodia può risuonare solo nell’orecchio e nel cuore di chi ascolta, così la grazia ha bisogno della nostra libera corrispondenza nella concretezza e nella storicità dell’esistenza; esige di essere accolta nella fede che agisce mediante la carità
nota
Cf. Gal 5,6.
. Maria ha avuto il suo personalissimo cammino di fede e di carità: «Ha percorso il suo pellegrinaggio di fede e ha serbato fedelmente la sua unione col Figlio fino ai piedi della croce»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 58.
. È cresciuta anche lei nella santità. Libera dal peccato originale e gratificata di doni eccezionali, ha progredito con passo spedito. Non ha conosciuto ritardi e deviazioni come noi; non ha commesso peccati personali. A ragione il popolo cristiano la venera come la “tutta santa”.
CCC, 964
[766] «Tu hai preservato la Vergine Maria da ogni macchia di peccato originale, perché, piena di grazia, diventasse degna Madre del tuo Figlio. In lei hai segnato l’inizio della Chiesa, sposa di Cristo senza macchia e senza ruga, splendente di bellezza»
nota
Messale Romano , Prefazio della solennità dell’Immacolata.
.
Persona storica
[757] Maria non è un mito, ma una donna vera, con una storia personale, anche se dal Nuovo Testamento possiamo ricavare solo alcuni tratti della sua personalità e non propriamente una biografia.
Abita a Nàzaret, città della Galilea di nessun rilievo
nota
Cf. Gv 1,46.
. Appartiene a un ambiente popolare; va sposa a Giuseppe il carpentiere, inserendosi in un clan di ascendenza davidica. Partecipa attivamente ai fatti della vita: fa visita a una parente anziana, va in pellegrinaggio a Gerusalemme, interviene a una festa di nozze. Sa ascoltare e riflettere; ma anche parlare e prendere decisioni coraggiose. Contempla piena di stupore le meraviglie di Dio e attende da lui giustizia per gli oppressi, secondo la spiritualità dei poveri di JHWH. Cerca di comprendere i suoi progetti, pronta a mettersi a disposizione come umile «serva del Signore» (Lc 1,38): è questo l’unico titolo che si attribuisce. Fatica a capire suo figlio Gesù; lo segue con materna premura e con fede eroica; condivide con lui la povertà di Betlemme, l’esilio in Egitto, la quiete nascosta di Nàzaret, lo strazio del Calvario. Infine, a Gerusalemme, è nel nucleo iniziale della comunità cristiana, in preghiera per invocare la venuta dello Spirito di Pentecoste: «Erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui» (At 1,14). Con questa informazione, terminano le notizie che abbiamo su di lei.
CCC, 484
Attuazione esemplare della Chiesa
[758]  Tutto ciò, apparentemente, non è molto. Osserviamo però che 20-377.pngMaria è presente nei momenti decisivi: Natale, Pasqua e Pentecoste; sono i momenti che segnano rispettivamente l’inizio, il compimento e la comunicazione della salvezza. Mentre suo Figlio è l’immagine personale di Dio salvatore, lei è il modello dell’umanità salvata: una di noi, ma redenta e associata a lui in modo del tutto singolare. In lei la Chiesa trova la sua prima e più perfetta realizzazione «nell’ordine della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 63.
. Non per niente il Vangelo di Luca la presenta come la nuova Gerusalemme; il Vangelo di Giovanni la indica come la donna simbolo di Israele; l’Apocalisse la include insieme al popolo di Dio nella figura della donna vestita di sole, che genera il Messia ed è assalita dal drago nel deserto
nota
Cf. Ap 12,1-17.
.
Maria è al centro della Chiesa come in una perenne Pentecoste: «Non si può parlare di Chiesa, se non vi è presente Maria, la Madre del Signore, con i fratelli di lui»
nota
San Cromazio di Aquileia, Discorsi, 30, 1.
. In lei si concentrano i doni di Dio: la presenza dello Spirito, la bellezza interiore della santità, la fede verginale, la carità materna, l’alleanza sponsale, la gloria celeste, la cooperazione alla missione salvifica di Cristo. In lei il mistero della Chiesa risplende di luce purissima. Maria impersona la Chiesa: non è un mito, è invece un modello concreto.
È dentro la Chiesa, ma incomparabilmente più vicina a Cristo degli altri credenti. Ripercorrendo il cammino della sua esistenza, alla luce di questa posizione caratteristica, si comprendono meglio le sue singolari prerogative, che in definitiva si fondano sul mistero della divina maternità.
[759] «In Maria primogenita della redenzione fai risplendere l’immagine vivente
della tua Chiesa: concedi al popolo cristiano di tenere sempre fisso in lei il suo sguardo, per camminare sulle orme del Signore»
nota
Messe della Beata Vergine Maria, 27: Maria Vergine immagine e madre della Chiesa (III), Colletta.
.
Elezione gratuita
[760]  L’angelo dell’annunciazione, rivolge a Maria un invito alla gioia: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te» (Lc 1,28). Una parafrasi vicina al senso originale di questo saluto potrebbe essere: «Esulta, tu che sei ricolmata dall’amore gratuito di Dio; il Signore è con te, come salvatore sempre fedele all’alleanza».
A fondamento di tutto c’è l’amore gratuito del Padre, la sua grazia, che dona la salvezza «con ogni benedizione spirituale» (Ef 1,3) in Cristo, prima preparandola nell’eternità, poi attuandola nel tempo, infine portandola all’ultimo compimento. Tutti siamo pensati, amati, creati, redenti e glorificati come figli adottivi in comunione con il Figlio unigenito. Il primo atto della grazia del Padre, rivolta a noi in considerazione di Cristo, è l’elezione, la liberissima scelta del suo amore: «In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi» (Ef 1,4-5).
Maria è «piena di grazia», amata e benedetta da Dio insieme a tutti i membri della famiglia umana, ma in modo assolutamente singolare, in quanto è predestinata ad essere la Madre del suo Figlio. «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!» (Lc 1,42), è il saluto di Elisabetta. Dall’eternità nel disegno del Padre è associata all’evento dell’incarnazione redentrice come Madre di Dio fatto uomo.
Umile gratitudine
[761]  Alla meravigliosa liberalità della grazia deve rispondere la lode e la gratitudine delle creature
nota
Cf. Ef 1,61214.
. «Ringrazio continuamente il mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù» (1Cor 1,4), dichiara l’apostolo Paolo ai cristiani di Corinto. Anche Maria accoglie la salvezza come dono; è la prima nella schiera dei poveri, la prima a vivere consapevolmente la totale dipendenza da Dio: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva» (Lc 1,46-48). È piena di grazia, ma vuota di sé. Si sente un nulla, sul quale l’Onnipotente ha voluto posare lo sguardo: Dio solo è Dio, «Santo è il suo nome» (Lc 1,49).
[762] «Vergine Madre, figlia del tuo figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d'eterno consiglio»
nota
Dante Alighieri , Paradiso, XXXIII, 1-3.
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La sposa “tutta bella”
[763] Dio attua il suo disegno nella storia, realizzando l’opera della salvezza. Maria, eletta per essere Madre di Dio, è redenta insieme a tutti gli uomini, ma in modo singolare: è preservata dal peccato.
Il popolo d’Israele, invischiato con tutta l’umanità nell’amara esperienza del male, da secoli portava con sé una divina promessa: «Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell’amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore» (Os 2,21-22); «Gioisci, esulta, figlia di Sion, perché, ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te» (Zc 2,14); «Gioisci, figlia di Sion, esulta, Israele, e rallegrati con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme!... Re d’Israele è il Signore in mezzo a te... Non temere!» (Sof 3,14-16).
La promessa si compie in Maria, come fanno intendere le allusioni ai testi profetici nelle parole dell’angelo Gabriele: Gioisci, «il Signore è con te... Non temere...» (Lc 1,2830). In lei si realizza la vocazione d’Israele a diventare la sposa fedele, «tutta bella», non offuscata da «nessuna macchia» (Ct 4,7); in lei appare il primo germoglio della Chiesa, «tutta gloriosa, senza macchia... santa e immacolata» (Ef 5,27), che risplenderà nelle nozze eterne.
L’amore di Dio è creatore. Proprio perché ricolmata di grazia e amata in modo singolare, Maria è realmente tutta santa e tutta bella. Come l’apostolo Paolo, anzi a maggior ragione di lui, può dire: «Per grazia di Dio sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana» (1Cor 15,10).
Preservata dal peccato originale
[764]  Nella tradizione della Chiesa, il comune senso della fede ha sempre riconosciuto in Maria una incomparabile innocenza e santità. A poco a poco è arrivato ad acquisire anche la certezza della sua esenzione dal peccato originale. Finalmente nel 1854 il papa Pio IX ha definito solennemente: «La beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio Onnipotente e in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, è stata preservata immune da ogni macchia di peccato originale»
nota
Pio IX, Infallibilis Deus - DS 2803.
. Ai nostri giorni il concilio Vaticano II, oltre l’esenzione dal peccato originale, ha sottolineato che Maria fin dall’inizio è stata adornata «degli splendori di una singolarissima santità»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 56.
.
Maria è figlia di Adamo e nostra sorella, congiunta «con tutti gli uomini bisognosi di essere salvati»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 53.
. Anche lei è redenta da Cristo, ma «redenta in modo ancor più sublime»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 53.
. Non viene tirata fuori dal fango come noi; è preservata dal cadervi. In lei rifulge maggiormente il primato della grazia di Dio: tutti «sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù» (Rm 3,24).
CdA, 389-399
CONFRONTAVAI
Più santa attraverso le prove
[765]  Tuttavia, come una melodia può risuonare solo nell’orecchio e nel cuore di chi ascolta, così la grazia ha bisogno della nostra libera corrispondenza nella concretezza e nella storicità dell’esistenza; esige di essere accolta nella fede che agisce mediante la carità
nota
Cf. Gal 5,6.
. Maria ha avuto il suo personalissimo cammino di fede e di carità: «Ha percorso il suo pellegrinaggio di fede e ha serbato fedelmente la sua unione col Figlio fino ai piedi della croce»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 58.
. È cresciuta anche lei nella santità. Libera dal peccato originale e gratificata di doni eccezionali, ha progredito con passo spedito. Non ha conosciuto ritardi e deviazioni come noi; non ha commesso peccati personali. A ragione il popolo cristiano la venera come la “tutta santa”.
CCC, 964
[766] «Tu hai preservato la Vergine Maria da ogni macchia di peccato originale, perché, piena di grazia, diventasse degna Madre del tuo Figlio. In lei hai segnato l’inizio della Chiesa, sposa di Cristo senza macchia e senza ruga, splendente di bellezza»
nota
Messale Romano , Prefazio della solennità dell’Immacolata.
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Fede e verginità
[767]  «Per questa grazia siete salvi mediante la fede» (Ef 2,8). La grazia suscita la fede; l’iniziativa dello Sposo provoca la risposta della Sposa. La fede è dedizione sponsale della Chiesa a Cristo. Quando viene mantenuta integra e senza incrinature, costituisce la verginità del cuore
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 64.
. Per questo san Paolo dice ai cristiani di volerli presentare a Cristo «sposo» come una «vergine casta» (2Cor 11,2) e sant’Agostino ricorda che «tutti devono essere vergini secondo la fede, sia donne che uomini»
nota
Sant’Agostino, Discorsi, 213, 7.
. Alcuni credenti però sono chiamati anche ad esprimere la verginità del cuore in quel segno concreto che è l’integrità del corpo.
La fede e la dedizione verginale del popolo di Dio si realizzano in modo unico in Maria, la «sempre Vergine»
nota
Concilio di Costantinopoli II, Condanne contro i “tre Capitoli”, 2 - DS 422.
.
CdA, 1075-1077
CONFRONTAVAI
[768]  Vergine nel cuore e nel corpo, prima, durante e dopo la nascita di 20-380.pngGesù, «lo ha concepito senza seme dallo Spirito Santo; lo ha partorito senza corruzione, rimanendo integra anche dopo il parto la sua verginità»
nota
Sinodo del Laterano, Canoni, 3 - DS 503.
. Questa dottrina, che la Chiesa professa, è garantita dall’assistenza dello Spirito di verità. Per quanto riguarda il concepimento verginale di Gesù, è esplicitamente attestato anche nei Vangeli di Matteo e di Luca.
La verginità prima del parto significa innanzitutto che Gesù è Figlio di Dio e dono gratuito del Padre celeste per la nostra salvezza; ma esprime anche la fede, che lo accoglie con stupore e umile gratitudine, rinunciando a confidare nell’uomo e nel suo orgoglioso potere. La verginità nel parto indica che il dolore, toccato in sorte ad Eva come conseguenza del peccato
nota
Cf. Gen 3,16.
, viene trasfigurato nella gioiosa esperienza del Salvatore, che libera da ogni forma di corruzione. La verginità dopo il parto è segno che Maria si è offerta totalmente alla persona e all’opera del Figlio, rinunciando ad avere altri figli secondo la carne. Pur essendo unita a Giuseppe da un vero legame coniugale, non ha avuto con lui relazioni sessuali; ma insieme a lui si è consacrata al Signore.
Giuseppe sposo di Maria
[769]  Maria e Giuseppe hanno onorato la verginità e il matrimonio: la loro convivenza è stata comunione e amicizia profonda, aiuto reciproco a vivere totalmente per Dio. «Unita a Giuseppe, uomo giusto, da un vincolo di amore sponsale e verginale[Maria]ti celebra con i cantici, ti adora nel silenzio, ti loda con il lavoro delle mani, ti glorifica con tutta la vita»
nota
Messe della Beata Vergine Maria, 8: Santa Maria di Nàzaret, Prefazio.
.
I “fratelli” di Gesù, più volte ricordati nel Nuovo Testamento, sono tali in senso largo: cugini, parenti. Due di essi, Giacomo e Joses, sono espressamente indicati come figli di un’altra donna, anch’essa di nome Maria.
Giuseppe è uomo «giusto» (Mt 1,19) e pieno di fede; accetta di diventare padre legale del Messia, per renderlo erede delle promesse fatte a David. Anche se non genitore, è veramente padre per la carità e l’autorità con cui lo custodisce e lo educa, quale strumento e rappresentante del Padre celeste. «Se tutta la santa Chiesa è debitrice alla vergine Madre, perché fu stimata degna di ricevere Cristo per mezzo di lei, così in verità dopo di lei deve a Giuseppe una speciale riconoscenza e riverenza»
nota
San Bernardino da Siena, Discorsi, 7, 27.
.
CCC, 437CCC 488CCC 532-534
[770] Dio onnipotente ed eterno, «per opera dello Spirito Santo,[Maria]ha concepito il tuo unico Figlio e, sempre intatta nella sua gloria verginale, ha irradiato sul mondo la luce eterna, Gesù Cristo nostro Signore»
nota
Messale Romano , Prefazio della Beata Vergine Maria I.
.
Maternità della Chiesa
[771]  La divina maternità è il fondamento della posizione eminente e singolare di Maria nel mistero della salvezza. Sembrerebbe una proprietà talmente esclusiva da non ammettere alcuna analogia. Invece anche nella sua maternità Maria è figura, cioè modello e attuazione perfetta, della Chiesa, vergine e madre
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 63-64.
.
Questa dottrina si appoggia a una tradizione, che prende avvio dalle parole di Gesù stesso: «Mia madre e i miei fratelli sono coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica» (Lc 8,21). L’interpretazione che ne danno gli antichi Padri è molto realistica: la Chiesa genera Cristo nei cristiani e i cristiani come membra di Cristo; anzi «ogni anima che crede, concepisce e genera il Verbo di Dio»
nota
Sant’Ambrogio, Commento al Vangelo di Luca, 2, 2.
.
Ai nostri giorni il concilio Vaticano II insegna che la Chiesa è vergine e madre in modo simile, anche se nello stesso tempo diverso, a quello di Maria: essa infatti, in virtù dello Spirito Santo, mediante la predicazione, i sacramenti e la testimonianza di carità, genera e fa crescere i credenti come figli di Dio e, poiché questi partecipano alla vita dell’Unigenito, genera e fa crescere anche la presenza di Cristo in loro
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 64-65.
.
Maria madre per la sua fede
[772]  D’altra parte la maternità di Maria non è soltanto una generazione biologica, ma una relazione di grazia, vissuta nella fede e nella carità. Più che per aver portato il Figlio in grembo e averlo allattato al seno, Maria è beata per aver creduto alla parola del Signore. «Ha concepito Cristo prima nel cuore che nel grembo», dice sant’Agostino
nota
Sant’Agostino, Discorsi, 215, 4.
; e il concilio Vaticano II gli fa eco: «In fede e obbedienza ha generato sulla terra il Figlio stesso del Padre»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 63.
.
Dio non si è servito di Maria «in modo puramente passivo»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 56.
; ha sollecitato il suo libero consenso, che è venuto prontamente: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1,38). Con questa risposta di fede umile e coraggiosa, Maria si incamminava verso un futuro misterioso e si metteva subito in una situazione drammatica rispetto a Giuseppe, alla famiglia e all’ambiente. Nello stesso tempo entrava in una relazione di comunione del tutto singolare con un Figlio, che è l’«Emmanuele», «Dio con noi» (Mt 1,23).
Maternità divina
[773]  Fin dalle origini la dignità della divina maternità ha attirato l’attenzione e lo stupore della Chiesa. L’evangelista Luca onora Maria come la Madre del Signore, tenda della divina presenza, arca della nuova alleanza. I cristiani cominciano presto a invocarla come Madre di Dio. Lo attesta già una bella preghiera del III secolo: «Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta»
nota
Liturgia delle ore, Compieta, Antifone della Beata Vergine Maria.
. Più tardi, nel 431, il concilio di Efeso definisce che Maria è Madre di Dio
nota
Cf. Concilio di Efeso, Seconda lettera di Cirillo a Nestorio - DS 251.
. Ovviamente con ciò non intende affermare che Maria è stata principio della divinità, cosa evidentemente assurda; ma che ha generato nella sua umanità il Figlio eterno, che è vero Dio e veramente è diventato uomo.
Per ogni donna la maternità comporta un legame personale permanente con il figlio. La maternità di Maria integra questa dimensione umana ordinaria in una comunione con Dio senza pari. Il Padre celeste le comunica lo Spirito di infinita tenerezza, con cui egli si compiace del Figlio generandolo nell’eternità; la fa partecipare alla propria fecondità perché il Figlio nasca anche nella storia, come uomo e come primogenito di molti fratelli. Madre di Dio è «il nome proprio dell’unione con Dio, concessa a Maria Vergine», «che realizza nel modo più eminente la predestinazione soprannaturale... elargita a ogni uomo»
nota
Giovanni Paolo II, Mulieris dignitatem, 4.
. Maria vive questa grazia singolarissima con atteggiamento di accoglienza grata, amante e adorante, in modo simile a tutti i credenti, ma con una radicalità e pienezza inaudita. Questo è il suo modo di ricevere la Parola e di partecipare alla vita divina. Allo stesso tempo è il modo più sublime di attuare la femminilità, come accoglienza e donazione di vita.
CdA, 309-310
CONFRONTAVAI
CdA 312
CONFRONTAVAI
[774] «Vergine Madre di Dio, colui che il mondo non può contenere facendosi uomo si chiuse nel tuo grembo»
nota
Messe della Beata Vergine Maria , 4: Santa Maria madre di Dio, Antifona d’ingresso.
.
Cammino di fede e di carità
[775] Il Cristo è l’unico maestro e l’unico redentore; da lui riceviamo la grazia di essere suoi discepoli e cooperatori, partecipi della sua vita e della sua missione, santi e santificatori.
Maria è la più perfetta seguace di Cristo
nota
Cf. Paolo VI, Marialis cultus, 35.
e la prima collaboratrice all’opera della salvezza. Il suo personale cammino di fede, come emerge dai racconti evangelici, è anche il dilatarsi della sua carità verso tutti gli uomini, con un inserimento sempre più consapevole nel mistero della redenzione
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 61.
.
Annuncio
[776]  Nell’annunciazione
nota
Cf. Lc 1,26-38.
, Maria ascolta con fede la parola di Dio e si consegna come docile strumento nelle sue mani; accoglie il Messia e si mette a disposizione della sua opera. Il suo consenso apre al Signore la via per la sua venuta personale nel mondo e inaugura la pienezza dei tempi
nota
Cf. Gal 4,4.
.
CCC, 490
Visitazione
[777]  Dopo questo evento decisivo, Maria non si ripiega su se stessa, ma va a far visita a Elisabetta, sua parente
nota
Cf. Lc 1,39-56.
. La prima evangelizzata diventa la prima evangelizzatrice: proclama le meraviglie del Signore, con la presenza gioiosa e santificante, il cantico di lode e il servizio.
Nascita di Gesù
[778]  Gesù nasce a Betlemme in condizioni di indigenza e di emarginazione, e Maria lo presenta ai pastori come Messia per i poveri, povero egli stesso
nota
Cf. Lc 2,1-20.
. Dopo quaranta giorni lo offre a Dio nel Tempio e con lui offre la propria obbedienza, mentre la voce di Simeone le indica che «la sua maternità sarà oscura e dolorosa»
nota
Giovanni Paolo II, Redemptoris Mater, 16. Cf. Lc 2,22-38.
. Vengono i Magi, primizia dei popoli pagani, ad adorare il Messia; ma Erode scatena la prima persecuzione e bisogna fuggire in Egitto
nota
Cf. Mt 2,1-18.
.
CCC, 525-530
I tre giorni dello smarrimento
[779]  A dodici anni Gesù partecipa al pellegrinaggio a Gerusalemme per 20-384.pngla festa di Pasqua e compie un misterioso gesto profetico
nota
Cf. Lc 2,41-50.
. Al momento di ripartire, senza che i suoi se ne accorgano, rimane nel tempio. Lo ritrovano dopo tre giorni di angosciosa ricerca. Maria gli ricorda, in modo discreto, il diritto dei genitori: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo» (Lc 2,48). La risposta è enigmatica: Gesù appartiene a un altro Padre e deve abitare con lui. Ma torna a Nàzaret, obbediente e sottomesso. Al compiersi dei suoi giorni terreni, un’altra Pasqua, svelerà il senso di questo abitare con il Padre. Maria e Giuseppe al momento non comprendono, ma riflettono in silenzio. Intanto passano i lunghi anni della vita nascosta: lavoro quotidiano, intimo contatto col Mistero, fatica di credere
nota
Cf. Lc 2,51.
.
CCC, 534
Le nozze di Cana
[780]  Comincia la vita pubblica di Gesù. A Cana di Galilea, Maria presenta al Figlio l’umana indigenza: «Non hanno più vino»; poi invita i servi a compiere la sua volontà: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2,35). Così coopera all’«inizio» dei segni e contribuisce a suscitare la fede dei primi seguaci: «Gesù... manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui» (Gv 2,11). Viene indicata come la «donna», figura del popolo di Dio nell’ora in cui si celebra la nuova alleanza nuziale con il Signore, che riceverà il sigillo definitivo nella Pasqua di morte e risurrezione.
Le ardue esigenze del Regno
[781]  Gesù procede nel suo ministero e rivela gradualmente le esigenze del regno di Dio. Maria è chiamata a superare la sua umanissima premura materna per il Figlio. Quando si reca da lui insieme ai parenti, che vogliono moderarne lo zelo e invitarlo a una maggiore precauzione, deve ascoltare la risposta decisa: «Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre» (Mc 3,35). Fedele discepola, comprende sempre meglio cosa significa essere la serva del Signore dietro al Messia-Servo, incamminato verso la croce.
Presso la croce di Gesù
[782]  Sul Calvario Maria è accanto alla croce
nota
Cf. Gv 19,25.
: «Fu presente in dolorosa compassione col suo unigenito Figlio, associandosi con 20-383.pnganimo materno al suo sacrificio e unendo il suo amorevole consenso all’immolazione della vittima che lei stessa aveva generata»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 58.
. Il Figlio viene condannato e schernito, percosso e schiacciato come un verme, abbandonato dai discepoli. In un certo senso appare abbandonato anche dal Padre. Le grandiose promesse sembrano smentite: dov’è il trono di David? dov’è il regno che non avrà fine? Per Maria è una prova terribile, più dura di quella di Abramo al sacrificio di Isacco, ma rimane in piedi. La sua fede è incrollabile, senza riserve. Non vede via di uscita; ma sa che tutto è possibile a Dio e le sue vie sono inaccessibili. Adesso il “sì” dell’annunciazione diventa esplicito consenso al sacrificio del Figlio e partecipazione al suo amore redentore verso tutti gli uomini.
CCC, 964
Madre dei redenti
[783]  «Il nodo della disobbedienza di Eva ha avuto la sua soluzione con l’obbedienza di Maria; ciò che la vergine Eva legò con la sua incredulità, la vergine Maria sciolse con la sua fede»
nota
Sant’Ireneo di Lione, Contro le eresie, 3, 22, 4.
. Gesù crocifisso vede in Maria la «donna», figura della Chiesa, nuova Gerusalemme e nuova Eva; la costituisce madre spirituale di tutti gli uomini, particolarmente dei credenti, impersonati dal discepolo amato: «Vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”» (Gv 19,26-27).
La maternità divina verso Cristo si dilata nella maternità universale. In virtù dello Spirito Santo, Maria diventa «per noi madre nell’ordine della grazia»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 61.
, per cooperare alla rigenerazione e alla formazione dei figli di Dio
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 63.
.
CCC, 494
[784] Fedele discepola del Verbo fatto uomo, Maria cercò costantemente il volere di Dio e lo compì con amore
nota
Cf. Messe della Beata Vergine Maria , 10: Santa Maria discepola del Signore, Prefazio.
.
Nel mistero di Pentecoste
[785]  La maternità universale di Maria interviene in modo discreto e silenzioso già all’esordio della Chiesa. Al centro del nucleo iniziale, esiguo ma proteso ad abbracciare tutte le genti, Maria invoca e accoglie il dono dello Spirito di Pentecoste. L’evangelista Luca racconta l’evento con alcuni richiami all’annunciazione e alla visitazione, quasi suggerendo una certa continuità tra la Vergine Maria e la Chiesa: come allora Maria, così ora la Chiesa riceve la potenza dello Spirito, che scende dall’alto sopra di lei, poi va ad annunziare le grandi opere di Dio.
La Vergine Madre Maria si prolunga nella vergine madre Chiesa: «Con la sua nuova maternità nello Spirito, abbraccia tutti e ciascuno nella Chiesa, abbraccia anche tutti e ciascuno mediante la Chiesa»
nota
Giovanni Paolo II, Redemptoris Mater, 47.
. Non si pone solo come modello, ma coopera personalmente a rigenerare i figli di Dio.
CdA, 416-419
CONFRONTAVAI
Mediazione materna
[786]  «La maternità di Maria nell’ordine della grazia perdura ininterrotta, a partire dal consenso prestato fedelmente 20-386.pngnell’annunciazione e mantenuto senza esitazioni ai piedi della croce, fino al coronamento eterno di tutti gli eletti»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 62.
. Divenuta più vicina a Dio con l’assunzione alla gloria celeste, è più vicina anche a noi. Non più soggetta ai limiti della condizione terrestre, accompagna il cammino di tutti e di ciascuno con la sua intercessione presso Dio e con la sua azione piena di carità: «Noi crediamo che la Madre santissima di Dio, nuova Eva, Madre della Chiesa, continua in cielo il suo ufficio materno riguardo alle membra di Cristo, cooperando alla nascita e allo sviluppo della vita divina nelle anime dei redenti»
nota
Paolo VI, Credo del popolo di Dio, 15.
.
La mediazione materna di Maria si colloca dentro la mediazione di tutta la Chiesa, al centro di essa. Se nel mistero della comunione dei santi tutti i fedeli intercedono gli uni per gli altri e si aiutano gli uni gli altri, non sorprende che Maria faccia la stessa cosa, con una efficacia del tutto singolare. Se Dio compie meraviglie per amore dei suoi amici e con la loro cooperazione, non sorprende che operi coinvolgendo soprattutto la Madre di suo Figlio.
[787]  La mediazione di Maria non reca pregiudizio a Cristo, unico mediatore tra Dio e gli uomini, perché dipende da lui come ogni altra cooperazione umana: «La funzione materna di Maria verso gli uomini non oscura né in alcun modo sminuisce l’unica mediazione di Cristo, ma ne mostra piuttosto l’efficacia... E nemmeno impedisce il contatto immediato dei credenti con Cristo, ma anzi lo favorisce»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 60.
. Maria non si interpone come intermediaria tra noi e il Signore, quasi fosse più vicina e misericordiosa di lui; piuttosto è un dono e un riflesso della sua bontà, un segno della sua vicinanza.
[788] Signore, Padre santo, «nel mistero della tua benevolenza hai voluto che Maria, madre e socia del Redentore, continuasse nella Chiesa la sua missione materna: di intercessione e di perdono, di protezione e di grazia, di riconciliazione e di pace»
nota
Messe della Beata Vergine Maria , 30: Maria Vergine madre e mediatrice di grazia, Prefazio.
.
Primizia della Chiesa gloriosa
[789]  Maria accompagna la Chiesa nel suo cammino e la precede alla meta. Assunta in cielo in anima e corpo, vive nella completa e 20-387.pngdefinitiva perfezione della comunione con Dio e costituisce la primizia della Chiesa gloriosa, che si compirà alla risurrezione universale dei morti, ponendosi davanti a noi come modello concreto della speranza cristiana.
La verità dell’assunzione di Maria è emersa lentamente lungo i secoli, con crescente chiarezza, nel comune senso della fede del popolo cristiano, in oriente e in occidente. Infine è stata solennemente definita da Pio XII nel 1950: «L’immacolata Madre di Dio e sempre vergine Maria, finito il corso della sua vita terrena, è stata assunta, in corpo e anima, alla gloria celeste»
nota
Pio XII, Munificentissimus Deus - DS 3903.
.
È la Pasqua di Maria, frutto della Pasqua di Gesù. È il compimento di un’unione senza pari con il Signore della vita, il coronamento dei doni di grazia e di santità a partire dall’immacolata concezione, il premio alla sua obbedienza di fede e al suo servizio di carità.
CdA, 276
CONFRONTAVAI
Segno di sicura speranza
[790]  Per noi, che avanziamo a fatica in mezzo alle prove del tempo presente, la gloriosa Vergine risplende come stella del mattino che annuncia il giorno, come stella del mare che indica il porto ai naviganti: «Brilla quaggiù come segno di sicura speranza e di consolazione per il popolo di Dio che è in cammino, fino a quando arriverà il giorno del Signore»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 68.
.
[791] «Maria è assunta in cielo: esultano le schiere degli angeli. Alleluia»
nota
Lezionario per le celebrazioni dei santi , Assunzione della Beata Vergine Maria, Canto al Vangelo (Messa del giorno.
.
Motivazioni e diffusione
[792]  Maria ha una posizione del tutto singolare nel mistero di Cristo e della Chiesa: è Madre del Figlio di Dio, cooperatrice del Salvatore, tutta santa, modello e madre della Chiesa, vicina con la sua intercessione e con la sua azione alle necessità di tutti gli uomini. Perciò giustamente viene venerata con un culto superiore a quello degli angeli e dei santi
nota
Cf. Paolo VI, Marialis cultus, 56.
. I santi stessi gareggiano nella lode verso di lei: «O Maria, mare pacifico, Maria donatrice di pace, Maria terra fruttifera. Tu, Maria, sei quella pianta novella della quale abbiamo il fiore odorifero del Verbo Unigenito figliuolo di Dio, perché in te, terra fruttifera, fu seminato questo Verbo. Tu sei la terra e sei la pianta. O Maria, carro di fuoco, tu portasti il fuoco nascosto e velato sotto la cenere della tua umanità»
nota
Santa Caterina da Siena, OrazioneXI.
.
CdA, 970-971
CONFRONTAVAI
[793]  «Tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Lc 1,48). Duemila anni di storia lo dimostrano: liturgia e devozione popolare, canti e immagini mirabili, rosario e “angelus Domini”, pellegrinaggi e santuari, comunità ecclesiali, congregazioni religiose e correnti di spiritualità, peccatori e santi alimentano su tutta la terra la lode perenne di Maria.
L’entusiasmo delle folle si accende facilmente in occasione di presunte apparizioni. La loro autenticità non può essere negata pregiudizialmente, perché Maria accompagna il nostro cammino storico con premura materna e può comunicare con noi, adattandosi alla nostra condizione terrena. Occorre però un prudente discernimento sotto la guida della competente autorità ecclesiale, perché illusioni e inganni sono frequenti e dannosi. In ogni caso non ci si deve attendere un messaggio nuovo rispetto al vangelo, ma solo un richiamo ad esso, in vista di una più seria conversione.
La vera devozione
[794]  Il concilio Vaticano II insegna che la vera devozione non ha niente 20-389.pnga che fare con la curiosità, la vana credulità, il miracolismo, il superficiale sentimentalismo e il formalismo delle pratiche esteriori; ma consiste piuttosto nel riconoscere la singolare dignità di Maria, nel rivolgersi a lei con fiducia e amore filiale, nell’imitare le sue virtù, per seguire Cristo insieme con lei
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 67.
.
Secondo sant’Agostino, «onorare e non imitare altro non è che bugiarda adulazione»
nota
Sant’Agostino, Discorsi, 325, 1.
. Maria vuole essere modello, non solo rifugio. Non è una madre protettiva e possessiva, che blocca i figli nell’infantilismo; ma una madre che fa crescere verso la maturità e spinge ad affrontare il rischio. Accogliere lei tra le cose proprie
nota
Cf. Gv 19,27.
, come il discepolo che Gesù amava, significa soprattutto assimilare i suoi atteggiamenti: fede coraggiosa, libertà e dono di sé, responsabilità e presenza nella storia, là dove si attua il disegno di Dio. Affidarsi o consacrarsi a lei significa vivere il proprio battesimo in sua compagnia, con coerenza e radicalità evangelica.
Nella venerazione della santa Vergine deve avere il primo posto il culto liturgico e le altre forme di devozione devono ispirarsi ad esso, in modo che Maria appaia sempre unita a Cristo nei suoi misteri e coinvolta nel movimento di adorazione, che egli nello Spirito Santo fa salire al Padre
nota
Cf. Paolo VI, Marialis cultus, 23; 25-27.
. Maria rimane «la serva del Signore» (Lc 1,38) e la sua gloria in cielo è ancora «la gloria di servire»
nota
Giovanni Paolo II, Redemptoris Mater, 41.
. Il suo cantico è sempre lo stesso: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore» (Lc 1,46); e sempre lo stesso è il suo invito: «Fate quello che vi dirà» (Gv 2,5).
[795] «La pietà della Chiesa verso la santa Vergine è elemento intrinseco del culto cristiano»
nota
Paolo VI , Marialis cultus , 56.
.
Il culto mariano, «pur essendo del tutto singolare, è però essenzialmente diverso da quel culto di adorazione che viene tributato al Verbo incarnato insieme al Padre e allo Spirito Santo»
nota
Concilio Vaticano II , Lumen gentium, 66.
.
[971]  Tra i santi ha una posizione singolare la Vergine Maria. È il modello della preghiera cristiana, intesa come ascolto, contemplazione, lode, intercessione. Accompagna, quasi in un perenne cenacolo, la preghiera della Chiesa
nota
Cf. At 1,14.
. A lei salgono sempre la lode commossa e la supplica fiduciosa. Insieme al “Padre nostro” la preghiera più familiare è l’”Ave Maria”, costituita appunto da un saluto gioioso di lode per le meraviglie che Dio ha compiuto in lei e per mezzo di lei, dandoci Gesù, e da una supplica, perché nella sua santità interceda per noi peccatori, per le nostre attuali necessità e per il momento decisivo della morte.
CdA, 792-794
CONFRONTAVAI
Un’immensa assemblea
[754]  L’odierna cultura dell’effimero sembra non aver memoria per i padri che ci hanno preceduto, né premura per le generazioni che verranno. La fede della Chiesa ci mette invece in comunione con tutti e con tutto. Noi pellegrini nel tempo ci ritroviamo insieme con gli angeli, i santi e i defunti in un’immensa assemblea, in una festa cosmica. «Voi vi siete accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti portati alla perfezione, al Mediatore della nuova alleanza» (Eb 12,22-24).
Soprattutto, la Chiesa si sente in comunione con la Vergine Maria, la sua prima e più perfetta realizzazione, che, assunta alla gloria celeste in anima e corpo, la precede alle nozze eterne e nello stesso tempo l’accompagna con materna premura durante il suo cammino storico. «In te si rallegra, o piena di grazia, ogni creatura»
nota
Liturgia bizantina, Inno “In te si rallegra”.
, canta un inno della liturgia bizantina, trascritto in un’icona luminosissima, nella quale Maria siede in trono con il Figlio sulle ginocchia, in mezzo alla celeste Gerusalemme e a una vegetazione paradisiaca, mentre intorno si accostano angeli, santi del cielo e credenti della terra di ogni condizione. Maria, la Chiesa e il mondo riconciliato sono chiamati ad essere «la dimora di Dio con gli uomini» (Ap 21,3).
CCC, 972CCC 1044