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CATECHISMO DEGLI ADULTI

CATECHISMO DEGLI ADULTI
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Catechismo degli Adulti

Genitori 367 , 1059 , 884 , 1064 , 1067 , 1161
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Origine dell’uomo
[367]  L’uomo è tratto dalla terra e partecipa del mondo materiale; ma riceve direttamente da Dio il soffio della vita spirituale
nota
Cf. Gen 2,7.
. L’evoluzione da sola non basta a dare origine al genere umano; la causalità biologica dei genitori non spiega da sola la nascita di un bambino, persona cosciente e libera, del tutto singolare. Occorre in ambedue i casi uno speciale concorso di Dio creatore
nota
Cf.San Leone IX,Congratulamurvehementer - DS685; Pio XII,Humani generis - DS3896.
.
Sessualità e fecondità
[1059] L’amore coniugale costituisce l’unità degli sposi, unità riservata a loro, ma non chiusa in un egoismo a due.
L’uomo e la donna sono diversi non solo per integrarsi reciprocamente, ma anche per generare ed educare figli. «Dio li benedisse e disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra”» (Gen 1,28). L’unione fisica e affettiva si prolunga e si personifica nei figli. «I coniugi, mentre si donano tra loro, donano al di là di se stessi la realtà del figlio, riflesso vivente del loro amore, segno permanente dell’unità coniugale»
nota
Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 14.
.
È evidente che sessualità e fecondità sono finalisticamente connesse a livello di dinamismo biologico. Ma lo sono anche nell’ordine simbolico. Come il sorriso esprime simpatia e la stretta di mano amicizia, così l’atto coniugale è un gesto importante di comunicazione, un linguaggio che ha due significati oggettivi inscindibili: unitivo e procreativo
nota
Cf. Paolo VI, Humane vitae, 12.
. Prima di tutto significa donazione totale di sé e accettazione totale dell’altro; ma implicitamente indica anche accettazione della vocazione ad essere padre e madre, che ognuno porta in sé. Un patto di nozze, che in partenza escludesse completamente tale vocazione, sarebbe nullo. Il reciproco dono di sé tende a diventare duraturo, eterno, facendosi persona nel figlio.
Quarto comandamento
[884]  Il quarto comandamento “Onora tuo padre e tua madre”, in stretto collegamento con l’amore di Dio espresso nei primi tre precetti, indica l’ordine della carità verso il prossimo. Chiede in primo luogo di amare e onorare i genitori, ai quali dobbiamo la vita e per lo più la stessa trasmissione della fede cristiana. Implicitamente riguarda anche la relazione parentale più ampia, la relazione educativa e in un certo senso una corretta e rispettosa relazione sociale con le persone che, per il nostro bene, esercitano un particolare compito di guida. D’altra parte il comandamento sottintende i doveri e le responsabilità di queste persone.
CCC, 2197-2246CdA, 1064
CONFRONTAVAI
CdA 1066-1074
CONFRONTAVAI
Missione educativa dei genitori
[1064]  La fecondità non si riduce alla riproduzione biologica, ma include l’educazione. Innanzitutto i coniugi educano se stessi; si aiutano reciprocamente a crescere verso la pienezza umana e cristiana. Poi, col fatto stesso di generare persone destinate a svilupparsi, si assumono un compito educativo nei loro confronti. L’educazione dei figli è una generazione prolungata e la famiglia è un «grembo spirituale»
nota
San Tommaso d’Aquino, Somma Teologica, II-II, q. 10, a. 12.
, in cui sono accolti e nutriti, un ambiente affettivo, in cui si forma la loro identità psichica, morale e religiosa. Per entrambi i genitori educare è una vocazione e un dono di Dio, un diritto originario, inviolabile e inalienabile, un dovere gravissimo
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Gravissimum educationis, 3.
. L’apporto di altre persone e istituzioni deve avere carattere di sostegno e di integrazione, non di sostituzione.
I genitori devono essere vicini ai figli con la testimonianza personale e il colloquio quotidiano, evitando di essere possessivi o al contrario dimissionari dalle proprie responsabilità. «Di fronte alla cura per i figli e alla loro educazione, tutto sia per noi secondario. Se fin dall’inizio insegni al fanciullo ad essere saggio, egli acquista la ricchezza più grande di ogni altra e la gloria più valida»
nota
San Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Lettera agli Efesini, 21, 2.
.
La comunicazione educativa non è a senso unico. I figli contribuiscono attivamente alla formazione dei genitori. La famiglia, nel quotidiano intreccio di rapporti interpersonali, costituisce il primo ambiente di umanizzazione, «la prima e vitale cellula della società»
nota
Concilio Vaticano II, Apostolicam actuositatem, 11.
. In essa ognuno apprende il proprio valore di persona, perché si sente amato per quello che è, e non per quello che sa, che fa o che possiede.
CCC, 2221-2231
[1067] La famiglia è la cellula fondamentale della società. Ne genera i nuovi membri; forma la loro personalità; trasmette i valori essenziali della convivenza civile, quali la dignità della persona, la fiducia reciproca, il buon uso della libertà, il dialogo, la solidarietà, l’obbedienza all’autorità. Condiziona in misura notevole le scelte degli individui in molti ambiti: acquisti, carriera professionale, impiego del tempo libero, amicizie e relazioni sociali in genere. Svolge spesso un’azione sociale diretta attraverso aziende a conduzione familiare, coinvolgimento nella scuola, partecipazione ad associazioni, volontariato verso disabili, disadattati, anziani, coppie in difficoltà.
nella scuola
[1161]  Nella scuola i cristiani si mettono a servizio della crescita integrale 30-557.pngdell’uomo. Hanno cura che questa istituzione, deputata alla elaborazione e trasmissione critica della cultura, non dia soltanto nozioni e strumenti operativi, ma anche ragioni per vivere e valori di riferimento per la libertà. Promuovono un sincero dialogo educativo, in cui l’educatore, con attenzione piena di simpatia, valorizzi le energie interiori degli alunni, faccia emergere le domande, prospetti nuovi orizzonti, si lasci egli stesso educare. Con San Giovanni Bosco sono persuasi «che l’educazione è cosa del cuore e che Dio solo ne è il padrone»
nota
San Giovanni Bosco, Epistolario, 4, 209.
.
Sul piano istituzionale i cristiani si adoperano per favorire l’autonomia di ogni comunità scolastica e in particolare per promuovere il diritto delle famiglie a scegliere liberamente la scuola desiderata, senza discriminazioni e senza ulteriori oneri. L’educazione dei figli è diritto-dovere dei genitori. Le altre istituzioni e formazioni sociali hanno al riguardo soltanto funzione di sostegno, integrazione e controllo. Del resto una pluralità di scuole è un vantaggio per tutta la società: evita l’appiattimento culturale e consente di verificare la fecondità delle varie proposte formative.