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CATECHISMO DEGLI ADULTI

CATECHISMO DEGLI ADULTI
INDICE TEMATICO
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Catechismo degli Adulti

Fecondità 736 , 1056 , 1059 , 1060-1062

Carità coniugale
[736] Dal rito sacramentale deriva il vincolo coniugale permanente, che è dono e legge nello stesso tempo, alleanza stabile e fonte sempre nuova di grazia. Esige di essere vissuto consapevolmente come amore oblativo, fedele, indissolubile, totale cioè comprensivo di spirito e corpo, unico cioè esclusivamente riservato ai due, fecondo cioè aperto ai figli. Vivendo da veri consacrati secondo la loro vocazione, i coniugi cercheranno di superare la logica dell’individualismo egoista e si dedicheranno ciascuno al bene dell’altro. Penseranno prima a dare che a pretendere. Anzi non coltiveranno eccessive aspettative nei confronti dell’altro, ricordando che solo Dio può saziare pienamente il nostro desiderio di amore e che le nozze umane sono solo un segno e un anticipo delle nozze con Dio. La fedeltà può diventare crocifissione; può esigere grande generosità di servizio e di perdono; ma il cristiano sa di non essere mai solo a portare la croce. Il sacramento non dispensa dalla fatica, ma la rende sensata e possibile. Perché esso sia fruttuoso, occorre un cammino spirituale di coppia: preghiera, ascolto della parola di Dio, partecipazione all’eucaristia, gesti di attenzione reciproca, dialogo assiduo.
La coppia cristiana non rimane chiusa nel rapporto a due; si apre all’accoglienza e all’educazione dei figli; si consacra al loro bene. Insieme con i figli si apre al rapporto con le altre famiglie, con la comunità ecclesiale e con la società civile. Così la famiglia cristiana, fondata sul battesimo e sul sacramento del matrimonio, diventa «immagine ridente e dolce della Chiesa» e traduce in esperienza vissuta la sua vocazione ad essere come una «Chiesa domestica»
nota
San Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Lettera agli Efesini, 20, 5-6. Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 11.
.
CdA, 1056
CONFRONTAVAI
Libertà
[1056] L’amore coniugale cristiano è libero, casto, totale, uno, fedele, indissolubile, fecondo, sacramentale.
La libertà del consenso è assolutamente necessaria, poiché l’uomo e la donna si donano come persone. La Chiesa la esigeva anche in passato, quando per lo più erano le famiglie a combinare le nozze.
CCC, 1643-1654CCC 2380-2391
Sessualità e fecondità
[1059] L’amore coniugale costituisce l’unità degli sposi, unità riservata a loro, ma non chiusa in un egoismo a due.
L’uomo e la donna sono diversi non solo per integrarsi reciprocamente, ma anche per generare ed educare figli. «Dio li benedisse e disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra”» (Gen 1,28). L’unione fisica e affettiva si prolunga e si personifica nei figli. «I coniugi, mentre si donano tra loro, donano al di là di se stessi la realtà del figlio, riflesso vivente del loro amore, segno permanente dell’unità coniugale»
nota
Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 14.
.
È evidente che sessualità e fecondità sono finalisticamente connesse a livello di dinamismo biologico. Ma lo sono anche nell’ordine simbolico. Come il sorriso esprime simpatia e la stretta di mano amicizia, così l’atto coniugale è un gesto importante di comunicazione, un linguaggio che ha due significati oggettivi inscindibili: unitivo e procreativo
nota
Cf. Paolo VI, Humane vitae, 12.
. Prima di tutto significa donazione totale di sé e accettazione totale dell’altro; ma implicitamente indica anche accettazione della vocazione ad essere padre e madre, che ognuno porta in sé. Un patto di nozze, che in partenza escludesse completamente tale vocazione, sarebbe nullo. Il reciproco dono di sé tende a diventare duraturo, eterno, facendosi persona nel figlio.
Una procreazione responsabile
[1060] È dunque necessaria innanzitutto un’adesione di principio alla fecondità. Purtroppo, nel nostro paese, tale adesione non è scontata. Molte coppie hanno paura di accettare anche un solo figlio.
La fondamentale adesione alla fecondità deve poi attuarsi in modo responsabile davanti a Dio. Occorre regolare di comune accordo, senza grettezza e calcolo utilitaristico, il numero e il momento opportuno delle nascite, considerando il bene dei coniugi stessi, l’educazione dei figli che nasceranno e di quelli già nati, le condizioni generali della società. D’altra parte bisogna rispettare il duplice significato oggettivo dell’atto coniugale.
È autentico solo il comportamento che mette insieme la responsabile regolazione delle nascite e la disponibilità effettiva ad accogliere la vita.
[1061]  In vista di una procreazione responsabile, si può regolare la fertilità attraverso la continenza periodica, che tiene conto dei tempi fecondi e infecondi della donna. C’è chi si chiede se anche qui non ci si trovi di fronte a un artificio. Il ricorso ai ritmi naturali rispetta invece la completa verità oggettiva, non solo biologica ma anche simbolica, dell’atto sessuale; nello stesso tempo favorisce la crescita di altri valori: dominio di sé, rispetto dell’altro, dialogo, tenerezza
nota
Cf. Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 32.
. Al contrario i mezzi contraccettivi, quale che sia l’intenzione soggettiva, rendono oggettivamente falso il gesto dell’amore coniugale. Per di più molto spesso non si tratta di contraccettivi, ma di abortivi mascherati.
[1062]  La castità coniugale è una conquista. Occorre riconoscere 27-507.png umilmente che la prassi è al di sotto dell’ideale; però la nostra debolezza non può essere la misura del bene e del male. D’altra parte bisogna essere comprensivi, soprattutto in questo ambito: forti condizionamenti psicologici, familiari e culturali, possono diminuire notevolmente la responsabilità personale. Alcune coppie ritengono impraticabile per loro la continenza periodica. Altre non vedono nessun male nella contraccezione. Altre rimangono perplesse tra le esigenze dell’armonia coniugale e il rispetto della finalità procreativa, temendo di sbagliare qualunque cosa scelgano. Occorre aiutare queste persone a fare dei passi in avanti nella giusta direzione, secondo le loro capacità. A che cosa è dovuto il loro comportamento? Implica egoismo e rifiuto della fecondità? Ritengono di aver fatto quanto potevano? Potrebbero sperimentare senza grave difficoltà e senza pericolo i metodi naturali? Devono essi per primi valutare la situazione della loro coscienza, aprendosi sempre più con fiducia all’insegnamento della Chiesa.