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CATECHISMO DEGLI ADULTI

CATECHISMO DEGLI ADULTI
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Catechismo degli Adulti

Discernimento 69 , 793 , 1178
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Interpretazione
[69] In quanto opera umana la Bibbia va studiata con criteri scientifici, di critica letteraria e storica. I testi appartengono a generi assai diversi: narrazioni, leggi, poesie, proverbi, lettere e altre forme ancora. I racconti, anche quando sono di genere storico, non sono mai semplici resoconti, ma interpretazioni del senso religioso presente negli avvenimenti.
CdA, 616
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[793]  «Tutte le generazioni mi chiameranno beata» (Lc 1,48). Duemila anni di storia lo dimostrano: liturgia e devozione popolare, canti e immagini mirabili, rosario e “angelus Domini”, pellegrinaggi e santuari, comunità ecclesiali, congregazioni religiose e correnti di spiritualità, peccatori e santi alimentano su tutta la terra la lode perenne di Maria.
L’entusiasmo delle folle si accende facilmente in occasione di presunte apparizioni. La loro autenticità non può essere negata pregiudizialmente, perché Maria accompagna il nostro cammino storico con premura materna e può comunicare con noi, adattandosi alla nostra condizione terrena. Occorre però un prudente discernimento sotto la guida della competente autorità ecclesiale, perché illusioni e inganni sono frequenti e dannosi. In ogni caso non ci si deve attendere un messaggio nuovo rispetto al vangelo, ma solo un richiamo ad esso, in vista di una più seria conversione.
Criteri per il discernimento
[1178]  Il mondo, distinto e dipendente da Dio, è storia protesa al compimento in lui. Quanto di buono cresce nella storia fiorisce nell’eternità. Tutto è prezioso, anche «un bicchiere di acqua fresca» (Mt 10,42) dato con amore.
In quanto preparazione e anticipo del Regno, la storia è il luogo dove agisce la Provvidenza divina e di questa azione è possibile discernere i segni indicatori: «Quando si fa sera, voi dite: Bel tempo, perché il cielo rosseggia; e al mattino: Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo. Sapete dunque interpretare l’aspetto del cielo e non sapete distinguere i segni dei tempi?» (Mt 16,2-3). I segni, ai quali Gesù fa riferimento, sono la sua stessa presenza, la sua predicazione e le sue opere. Ne preannuncia altri in un prossimo futuro: la rovina di Gerusalemme e la diffusione del vangelo attraverso la Chiesa
nota
Cf. Mt 24,1-36.
.
I segni pubblici e non ambigui si riducono in definitiva a uno solo: Cristo annunciato e testimoniato dalla Chiesa. In base a questo criterio occorre operare il discernimento riguardo a tutte le altre realtà storiche, per evitare di confondere i germi del Regno con le linee di tendenza prevalenti in una determinata epoca. Altrimenti il discorso sui segni dei tempi si ridurrebbe a un’ideologia, per giustificare l’adeguamento al mondo e benedire ogni presunto progresso. La Chiesa deve orientare la storia, non andarne a rimorchio. Insieme al grano cresce ancora la zizzania; Cristo combatte ancora contro le potenze ostili.
D’altra parte, se Dio creatore e redentore agisce nella storia e in lui «viviamo, ci muoviamo ed esistiamo» (At 17,28), bisogna ritenere che «tutto quello che è vero, nobile, giusto» (Fil 4,8) deriva da lui e manifesta le ricchezze del mistero di Cristo. L’autenticità umana costituisce così un criterio sussidiario e subordinato, che integra il criterio principale.
Procedendo secondo queste indicazioni, è possibile individuare i segni della Provvidenza nel nostro tempo. Il concilio Vaticano II considera tali il rinnovamento della liturgia
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Sacrosanctum concilium, 43.
, l’ecumenismo
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Unitatis redintegratio, 4.
, il riconoscimento del diritto alla libertà di religione
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Dignitatis humanae, 15.
, il crescente senso di solidarietà tra tutti i popoli
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Apostolicam actuositatem, 14.
. Ovviamente se ne potrebbero addurre molti altri.
CCC, 2820CdA, 365
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