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CATECHISMO DEGLI ADULTI

CATECHISMO DEGLI ADULTI
INDICE TEMATICO
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Catechismo degli Adulti

Decalogo 869-872 , 880-891 , 897-901
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I dieci comandamenti
[869]  Nei due comandamenti della carità Gesù riassume «tutta la Legge e i Profeti» (Mt 22,40). Egli conferma i dieci comandamenti, o decalogo, dell’antica alleanza e vede in essi la via necessaria per giungere alla vita eterna: «Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti» (Mt 19,17). La carità urge l’osservanza di tutti i comandamenti: «Pieno compimento della legge è l’amore» (Rm 13,10).
CCC, 2052-2074
[870]  L’amore promuove il bene della persona che si concretizza in molti beni particolari. Perciò trova nelle molteplici norme morali la sua attuazione e la sua verifica. «I diversi comandamenti del decalogo non sono in effetti che la rifrazione dell’unico comandamento riguardante il bene della persona, a livello dei molteplici beni che connotano la sua identità di essere spirituale e corporeo, in relazione con Dio, col prossimo e col mondo delle cose... Sono destinati a tutelare il bene della persona, immagine di Dio, mediante la protezione dei suoi beni...: la vita umana, la comunione delle persone nel matrimonio, la proprietà privata, la veridicità e la buona fama»
nota
Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 13.
. «Chi è animato dall’amore e “cammina secondo lo Spirito” (Gal 5,16) e desidera servire gli altri, trova nella legge di Dio la via fondamentale e necessaria per praticare l’amore»
nota
Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 18.
; sperimenta non una negazione o una restrizione della propria libertà, ma la piena attuazione di essa.
[871] I dieci comandamenti dell’Antico Testamento mantengono dunque il loro valore e costituiscono un riferimento essenziale per l’etica cristiana. Non bisogna però dimenticare che nel Nuovo Testamento i contenuti concreti della carità vengono formulati anche con altri schemi.
Gesù da una parte enuncia criteri generali; come la cosiddetta “regola aurea”: «Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro» (Lc 6,31); d’altra parte offre esemplificazioni precise come l’elenco delle opere di misericordia nel discorso escatologico: dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, ospitare i forestieri, vestire gli ignudi, visitare gli ammalati, visitare i carcerati.
L’apostolo Paolo indica spesso le esigenze della vita cristiana mediante elenchi di vizi e virtù, codici di morale familiare e norme di comportamento sociale.
CdA, 163
CONFRONTAVAI
[872]  La formulazione stessa dei dieci comandamenti presenta qualche variazione già nei testi biblici. Tantomeno è considerata rigida e intangibile nella tradizione della Chiesa. Oggi nella catechesi delle Chiese in Italia è stabilita in questi termini:
“Io sono il Signore, tuo Dio!
Non avrai altro dio fuori di me.
Non nominare il nome di Dio invano.
Ricordati di santificare le feste.
Onora tuo padre e tua madre.
Non uccidere.
Non commettere atti impuri.
Non rubare.
Non dire falsa testimonianza.
Non desiderare la donna d’altri.
Non desiderare la roba d’altri”.
I primi tre comandamenti vengono raggruppati nella “prima tavola”, quella dei doveri verso Dio, in corrispondenza con il primo comandamento della carità. Gli altri sette vengono riuniti nella “seconda tavola”, quella dei doveri verso il prossimo, in relazione al secondo comandamento della carità.
Valore perenne del decalogo
[880]  I dieci comandamenti sono le «dieci parole» (Es 34,28) che il Signore ha donato perché il suo popolo viva
nota
Cf. Dt 30,16.
. Il popolo accoglie l’alleanza e la benedizione di Dio osservando fedelmente queste parole di vita. Poiché enunciano i doveri fondamentali dell’uomo verso Dio e verso il prossimo, la tradizione della Chiesa da sempre ha riconosciuto loro una grande importanza nella catechesi, in ordine alla formazione morale del cristiano. Occorre averne una comprensione globale per sapersi orientare tra i beni da promuovere e i mali da evitare. Il decalogo costituisce un tutto inscindibile: ogni “parola” rimanda a tutte le altre e la Chiesa le rilegge in modo più ricco alla luce del vangelo e dell’esperienza.
CCC, 2064-2069CdA, 805
CONFRONTAVAI
Primo comandamento
[881]  Il primo comandamento “Non avrai altro dio fuori di me” esige l’adorazione esclusiva dell’unico vero Dio. Risultano in 22-431.pngcontrasto con esso l’ateismo, l’agnosticismo, l’indifferenza religiosa, l’idolatria, il satanismo, la superstizione. Quest’ultima assume forme diversissime: si va dall’efficacia quasi magica attribuita a oggetti sacri e a formule e riti eseguiti con scrupolosa esattezza, alle vane osservanze dei segni di fortuna e sfortuna, agli oroscopi, allo spiritismo, alla magia vera e propria, da non confondere con l’uso onesto di eventuali energie parapsichiche. La superstizione a volte è un disordine grave a volte leggero, ma è sempre contraria alla fede e alla sana ragione. Le vie oneste per realizzare i nostri desideri sono quelle che Dio ci ha dato: le risorse naturali della scienza e della tecnica, la risorsa soprannaturale della preghiera. Ricorrere alle forze occulte o pretendere di catturare automaticamente a proprio vantaggio la potenza divina significa ricadere nell’antica tentazione di essere come Dio, cedere alla sete di potere ad ogni costo, in radicale antitesi con l’umile e fiducioso abbandono del credente alla volontà del Padre.
CCC, 2110-2128CdA, 384
CONFRONTAVAI
CdA 955-1013
CONFRONTAVAI
Secondo comandamento
[882]  Il secondo comandamento “Non nominare il nome di Dio invano” prescrive il rispetto del nome santo di Dio e il silenzio adorante davanti al mistero. Contraddicono questo atteggiamento: la bestemmia, che è abuso della parola con un oltraggio diretto; il sacrilegio, con cui si trattano indegnamente persone, luoghi e oggetti sacri; la simonia, con cui si scambiano beni spirituali con danaro e vantaggi materiali; il giuramento falso, che fa di Dio il garante di una menzogna; il mancato adempimento di un voto, con cui ci si è obbligati davanti a Dio a fare un’opera possibile e migliore del suo contrario; ogni discorso presuntuoso su Dio.
CCC, 2142-2155
Terzo comandamento
[883]  Il terzo comandamento “Ricordati di santificare le feste” si collega alla necessità di riservare tempi ben definiti alla preghiera, per ricuperare la dimensione più profonda della vita. I cristiani celebrano la domenica, giorno del Signore e della comunità, dell’eucaristia e della carità, partecipando alla Messa e osservando il riposo in un clima conviviale di amicizia e di gioia. La stessa cosa fanno in occasione di altre solennità stabilite dalla Chiesa. A meno che non siano impediti per gravi motivi, rispettano il tempo dedicato a Dio, memoria efficace della creazione e della risurrezione, profezia e anticipo della festa eterna.
CCC, 2168-2188CdA, 658
CONFRONTAVAI
CdA 1118
CONFRONTAVAI
Quarto comandamento
[884]  Il quarto comandamento “Onora tuo padre e tua madre”, in stretto collegamento con l’amore di Dio espresso nei primi tre precetti, indica l’ordine della carità verso il prossimo. Chiede in primo luogo di amare e onorare i genitori, ai quali dobbiamo la vita e per lo più la stessa trasmissione della fede cristiana. Implicitamente riguarda anche la relazione parentale più ampia, la relazione educativa e in un certo senso una corretta e rispettosa relazione sociale con le persone che, per il nostro bene, esercitano un particolare compito di guida. D’altra parte il comandamento sottintende i doveri e le responsabilità di queste persone.
CCC, 2197-2246CdA, 1064
CONFRONTAVAI
CdA 1066-1074
CONFRONTAVAI
Quinto comandamento
[885]  Il quinto comandamento “Non uccidere” prescrive con forza il rispetto della vita, che è sacra e viene da Dio: solo Dio è il Signore della vita, dal suo inizio al suo termine. Il comandamento vieta le azioni contrarie alla vita, alla salute e all’integrità, propria e altrui. Proibisce dunque il suicidio, l’omicidio, l’aborto, l’eutanasia, ogni forma di violenza che non sia per legittima difesa. Comanda di promuovere la pace e di evitare la guerra.
CCC, 2258-2317CdA, 1015-1040
CONFRONTAVAI
Sesto comandamento
[886]  Il sesto comandamento “Non commettere atti impuri”, alla luce del progetto di Dio e nella prospettiva della sua chiamata all’amore e alla comunione, afferma l’autentico valore della sessualità, tutela la fedeltà coniugale ed educa alla castità in ogni stato di vita. Proibisce di conseguenza quanto la offende e non la rispetta nel comportamento personale e di coppia: masturbazione, atti di omosessualità, fornicazione, prostituzione, stupro, incesto, contraccezione, adulterio, divorzio, poligamia, libere unioni, ogni attuazione della sessualità genitale fuori del matrimonio.
CCC, 2331-2391CdA, 1042-1084
CONFRONTAVAI
Settimo comandamento
[887]  Il settimo comandamento “Non rubare” educa al corretto uso delle cose materiali nella relazione con gli altri, alla luce del primato di Dio e della carità fraterna. Proibisce di offendere il prossimo usurpando o danneggiando i suoi beni. Prescrive l’osservanza della giustizia, esigendo che si rispettino sia l’universale destinazione dei beni sia il diritto alla proprietà privata. Promuove la solidarietà tra le persone e tra i popoli, con una speciale attenzione ai poveri, nel rispetto dell’integrità del creato.
CCC, 2401-2449CdA, 1112-1143
CONFRONTAVAI
Ottavo comandamento
[888]  L’ottavo comandamento “Non dire falsa testimonianza” chiama al servizio della verità. Proibisce, quindi, di tradirla nella relazione con gli altri, attraverso la menzogna, l’inganno, la calunnia, la maldicenza, la diffusione dell’errore, la violazione del segreto, l’uso distorto dei mezzi di comunicazione sociale. Le offese alla verità, con parole e azioni, denotano una mancanza di rettitudine morale e comportano una infedeltà all’alleanza con Dio, che è Verità.
CCC, 2464-2503CdA, 1144-1166
CONFRONTAVAI
Nono comandamento
[889]  Il nono comandamento “Non desiderare la donna d’altri” promuove la purificazione del cuore. Proibisce tutti i desideri che si riferiscono alla sessualità genitale fuori del matrimonio. Esige la salvaguardia del pudore, contro la permissività dei costumi e la pornografia.
CCC, 2514-2527CdA, 1042-1084
CONFRONTAVAI
Decimo comandamento
[890]  Il decimo comandamento “Non desiderare la roba d’altri” educa alla povertà del cuore e ai desideri dello Spirito. Proibisce l’invidia e la cupidigia dei beni altrui, da cui derivano furti, rapine, frodi, ingiustizie e violenze.
CCC, 2534-2550CdA, 1112-1143
CONFRONTAVAI
[891] I dieci comandamenti indicano i doveri fondamentali dell’uomo verso Dio e verso il prossimo, i beni da attuare e i mali da evitare.
Osservare i comandamenti
[897]  La carità porta innanzitutto ad osservare il decalogo. Quasi tutti i comandamenti sono formulati in maniera negativa: non avrai altro dio, non nominare il nome di Dio invano, non uccidere, non commettere atti impuri, non rubare, non dire falsa testimonianza... Indicano così il livello minimo sotto il quale non bisogna scendere assolutamente, il livello sotto il quale non può sussistere il rispetto per la santità di Dio e per la dignità della persona umana e quindi neppure la carità
nota
Cf. Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 52.
.
L’osservanza dei comandamenti è «la condizione di base per l’amore...; l’inizio della libertà, non la libertà perfetta»
nota
Sant’Agostino, Commento al Vangelo di Giovanni, 41, 10.
. Un cuore che ama «proprio perché ama è disposto a vivere le esperienze più alte»
nota
Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 15.
.
Trascendere i comandamenti
[898]  Nel discorso della montagna Gesù non solo conferma i comandamenti, ma li perfeziona
nota
Cf. Mt 5,17.
. Li interiorizza e li radicalizza, riconducendoli alle istanze esigenti dell’amore. La nuova giustizia evangelica, necessaria per accogliere il regno di Dio e per manifestarne la presenza nella storia, deve essere più alta di quella degli scribi e dei farisei. Viene tratteggiata nella sua fisionomia con alcuni riferimenti a casi tipici della vita quotidiana e con alcune similitudini. Coinvolge tutte le dimensioni della persona, i rapporti con il prossimo, con Dio e con le cose: prevenire la violenza, cercare la riconciliazione, dominare la sensualità, mantenere la fedeltà coniugale, comunicare con sincerità e trasparenza, non reagire con rancori e ritorsioni ai torti subiti, volere il bene anche dei nemici, coltivare la vera devozione religiosa ricca di interiorità, possedere i beni di questo mondo senza esserne posseduti, liberi dall’ansia per il domani, liberi per una vita filiale e fraterna.
CdA, 155
CONFRONTAVAI
[899]  La nuova giustizia non si limita a evitare il male, ma fa il bene verso tutti, compresi i nemici: non solo fugge l’omicidio, ma promuove la vita; non solo si astiene dal furto, ma condivide ciò che possiede. Il bene è senza confini e le modalità di attuazione sono molteplici. Se l’osservanza dei comandamenti è richiesta a tutti, la creatività dell’amore è diversa per ciascuno. Al giovane ricco Gesù non chiede solo di osservare i comandamenti, ma anche di rinunciare a tutte le ricchezze, in vista di una particolare forma di sequela. Ad altri invece, come Zaccheo, ispira la rinuncia a una parte soltanto delle ricchezze
nota
Cf. Lc 19,8.
. Alcuni li chiama alla fedeltà incondizionata nel matrimonio; altri li chiama alla consacrazione nella verginità
nota
Cf. Mt 19,912.
. Dentro il disegno universale di salvezza c’è per ognuno una vocazione originale propria. Tutti sono amati e devono amare, ma le attuazioni concrete della carità possono variare da persona a persona, da una situazione all’altra. Al di là dei comandamenti, che valgono per tutti, ci sono gli appelli personalizzati che Dio nel suo amore rivolge ai singoli nelle diverse situazioni concrete. Tutti però, seguendo Cristo, sono chiamati a crescere nella carità fino al dono totale di sé: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,12-13).
Oltre la ragionevolezza
[900] Camminare sulla via della carità, per quanto riguarda l’obbedienza ai comandamenti e soprattutto per quanto riguarda l’inesauribile creatività nel bene, dipende dal nostro impegno e prima ancora dalla grazia di Dio che lo sostiene.
«La completa osservanza dei comandamenti di Dio non è alla portata delle forze umane, pur essendo nei limiti dell’istinto dello spirito umano, in quanto conforme alla ragione... Ma oltre ai comandamenti divini ci sono delle ispirazioni celesti, per l’attuazione delle quali non soltanto è necessario che Dio ci innalzi al di sopra delle nostre forze, ma anche che ci elevi al sopra degli istinti e delle inclinazioni della nostra natura... Non rubare, non mentire, non commettere lussuria, pregare Dio, non giurare invano, amare e onorare il padre, non uccidere, è vivere secondo la ragione naturale dell’uomo; ma abbandonare tutti i nostri beni, amare la povertà..., considerare gli obbrobri, il disprezzo, le abiezioni, le persecuzioni, i martirî come felicità e beatitudini, mantenersi nei limiti di un’assoluta castità, e infine vivere nel mondo e in questa vita mortale contro tutte le opinioni e le massime del mondo... con abituale rassegnazione, rinuncia e abnegazione di noi stessi, non è vivere secondo la natura umana, ma al di sopra di essa; non è vivere in noi, ma fuori di noi e al di sopra di noi: e siccome nessuno può uscire in questo modo al di sopra di se stesso se non lo attira l’eterno Padre, ne consegue che tale modo di vivere deve essere un rapimento continuo e un’estasi perpetua d’azione e di operazione»
nota
San Francesco di Sales,Trattato dell’amore di Dio, 7, 6.
.
Nell’uscire da sé e nel donarsi secondo la dinamica esigente della carità l’uomo trova la vera realizzazione di sé.
[901] La carità adempie i comandamenti, che sono uguali per tutti; accoglie i consigli e gli inviti del Signore, che sono propri per ciascuno; trascende le inclinazioni naturali e il senso comune; è lieta di donarsi senza riserve.