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CATECHISMO DEGLI ADULTI

CATECHISMO DEGLI ADULTI
INDICE TEMATICO
Z



Catechismo degli Adulti

Confermazione 679-683 , 679 , 680 , 681-682 , 681

Storia del sacramento
[679]  Gesù di Nàzaret, ricevuto il Battesimo, risale dal fiume Giordano e viene ricolmato di Spirito Santo
nota
Cf. Lc 3,21-22.
. I cristiani, rinati nel battesimo dall’acqua e dallo Spirito, ricevono dopo l’abluzione un’ulteriore effusione dello stesso Spirito con abbondanza di doni carismatici pentecostali .
Fin dalle origini il gesto battesimale è seguito da altri riti, con i quali si trasmette ancora lo Spirito: Pietro e Giovanni pregano e impongono le mani ai samaritani, già battezzati da Filippo
nota
Cf. At 8,14-17.
; Paolo fa la stessa cosa ai discepoli di Efeso, dopo averli fatti battezzare nel nome di Gesù
nota
Cf. At 19,1-7.
.
Nei primi secoli è diffusa ovunque la pratica di aggiungere dopo il battesimo i riti dell’imposizione delle mani e dell’unzione crismale sulla fronte, accompagnati dalla preghiera per avere un dono più abbondante di Spirito Santo. Questi riti significano anche il pieno inserimento nella Chiesa e nella sua missione, e perciò sono riservati al vescovo. Quando poi il cristianesimo si diffonde nelle campagne e si moltiplicano i luoghi del battesimo, il vescovo non può più essere presente dappertutto. Allora in occidente la confermazione viene staccata dal rito battesimale; in oriente invece rimane unita, ma il presbitero può amministrarla solo con il crisma benedetto dal vescovo. Oggi anche in occidente, a motivo della vastità delle diocesi, sempre più spesso vengono delegati alcuni presbìteri per aiutare il vescovo in questa celebrazione.
Sviluppo del battesimo
[680]  Dalla storia del sacramento emerge anche il suo significato 16-325.pngfondamentale. La confermazione è per ogni fedele ciò che per tutta la Chiesa è stata la Pentecoste, ciò che per Gesù è stata la discesa dello Spirito all’uscita dal Giordano. Essa rafforza l’incorporazione battesimale a Cristo e alla Chiesa e la consacrazione alla missione profetica, regale e sacerdotale. Comunica l’abbondanza dei doni dello Spirito, “i sette doni” che consentono di giungere alla perfezione della carità. Se dunque il battesimo è il sacramento della nascita, la cresima è il sacramento della crescita
nota
Cf. San Tommaso d’Aquino, Somma Teologica, III, q. 72, a. 1.
. Per ciò stesso è anche il sacramento della testimonianza, perché questa è strettamente legata alla maturità dell’esistenza cristiana
nota
Cf. San Tommaso d’Aquino, Somma Teologica, III, q. 72, a. 2.
. Mediante la confermazione i fedeli acquisiscono un legame più perfetto con la Chiesa, «sono arricchiti di una forza speciale dello Spirito Santo e obbligati più strettamente a diffondere e a difendere la fede con la parola e con l’azione, come veri testimoni di Cristo»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 11.
. «Questo dono dello Spirito santo rende i fedeli in modo più perfetto conformi a Cristo e comunica loro la forza di rendere a lui testimonianza, per l’edificazione del suo corpo nella fede e nella carità»
nota
Rito della confermazione, Premesse, 2.
. Infine, si può aggiungere che, concretizzandosi la comune vocazione alla santità e alla missione in vocazioni particolari, la cresima sostiene il cristiano nella ricerca della propria forma di vita e del servizio da offrire alla Chiesa e alla società: «Lo Spirito Santo diffonde sull’anima la pioggia d’oro dei suoi carismi e fa della creatura, come cera plasmabile santificata dalla sua forza e grazia incandescente, il riflesso dello splendore del Verbo»
nota
Pseudo-Macario, Omelie, 17, 4.
.
I riti
[681]  La celebrazione sottolinea tutto questo con suggestiva semplicità. Il vescovo, ministro originario del sacramento
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 26.
, benedice il crisma per tutta la diocesi nella messa crismale in prossimità della Pasqua. Al momento opportuno presiede, o di persona o per mezzo di un suo delegato, la liturgia del sacramento. Chiama i candidati, presentati dalla comunità cristiana e accompagnati dai loro padrini, a rinnovare gli impegni battesimali. Stende le mani e invoca l’effusione abbondante dello Spirito, continuando il gesto degli apostoli e mostrando il legame che unisce i cresimati alla Chiesa. Quindi pone la mano destra su ciascun cresimato, in segno di benedizione e di missione; lo unge sulla fronte con il crisma, olio profumato da cui deriva a questo sacramento il nome di cresima, esprimendo la partecipazione alla consacrazione messianica di Gesù e il dono dello Spirito per la testimonianza evangelica; nello stesso tempo pronuncia la formula: «Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono», con la quale si indica il rafforzamento del battesimo e l’appartenenza irrevocabile a Cristo.
L’unzione crismale
[682]  Il rito dell’unzione crismale va ricollegato alle figure della storia della salvezza. In Israele i re e i sacerdoti erano consacrati con olio, per avere il sostegno dello Spirito nel loro servizio; i profeti invece ricevevano in genere un’unzione solo interiore di Spirito Santo, per diventare gli uomini della parola di Dio, i suoi portavoce. Consacrato con l’unzione in modo unico è il misterioso personaggio preannunciato da Isaia, il Servo del Signore, il quale assomma in sé il compito regale di instaurare la giustizia e il diritto, il compito profetico di annunciare la parola di Dio alle genti, il compito sacerdotale di offrire la vita a vantaggio dei fratelli.
Questa misteriosa figura si realizza perfettamente in Gesù
nota
Cf. Lc 4,18.
: egli ha la pienezza dell’unzione e i cristiani partecipano alla sua abbondanza: «È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo, e ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori» (2Cor 1,21-22) e «diffonde per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza nel mondo intero» (2Cor 2,14). Associato a Cristo, ogni credente è responsabile della testimonianza al vangelo secondo la vocazione e i doni ricevuti: nella comunità ecclesiale, nella famiglia, nella scuola, nella professione, nella società civile, nel servizio ai più bisognosi.
[683] La confermazione perfeziona il battesimo mediante l’effusione pentecostale dello Spirito: consolida l’appartenenza a Cristo e alla Chiesa; comunica in abbondanza i doni dello Spirito Santo, per accompagnare il cammino verso la maturità cristiana e per sostenere la testimonianza delle parole e delle opere.
Storia del sacramento
[679]  Gesù di Nàzaret, ricevuto il Battesimo, risale dal fiume Giordano e viene ricolmato di Spirito Santo
nota
Cf. Lc 3,21-22.
. I cristiani, rinati nel battesimo dall’acqua e dallo Spirito, ricevono dopo l’abluzione un’ulteriore effusione dello stesso Spirito con abbondanza di doni carismatici pentecostali .
Fin dalle origini il gesto battesimale è seguito da altri riti, con i quali si trasmette ancora lo Spirito: Pietro e Giovanni pregano e impongono le mani ai samaritani, già battezzati da Filippo
nota
Cf. At 8,14-17.
; Paolo fa la stessa cosa ai discepoli di Efeso, dopo averli fatti battezzare nel nome di Gesù
nota
Cf. At 19,1-7.
.
Nei primi secoli è diffusa ovunque la pratica di aggiungere dopo il battesimo i riti dell’imposizione delle mani e dell’unzione crismale sulla fronte, accompagnati dalla preghiera per avere un dono più abbondante di Spirito Santo. Questi riti significano anche il pieno inserimento nella Chiesa e nella sua missione, e perciò sono riservati al vescovo. Quando poi il cristianesimo si diffonde nelle campagne e si moltiplicano i luoghi del battesimo, il vescovo non può più essere presente dappertutto. Allora in occidente la confermazione viene staccata dal rito battesimale; in oriente invece rimane unita, ma il presbitero può amministrarla solo con il crisma benedetto dal vescovo. Oggi anche in occidente, a motivo della vastità delle diocesi, sempre più spesso vengono delegati alcuni presbìteri per aiutare il vescovo in questa celebrazione.
Sviluppo del battesimo
[680]  Dalla storia del sacramento emerge anche il suo significato 16-325.pngfondamentale. La confermazione è per ogni fedele ciò che per tutta la Chiesa è stata la Pentecoste, ciò che per Gesù è stata la discesa dello Spirito all’uscita dal Giordano. Essa rafforza l’incorporazione battesimale a Cristo e alla Chiesa e la consacrazione alla missione profetica, regale e sacerdotale. Comunica l’abbondanza dei doni dello Spirito, “i sette doni” che consentono di giungere alla perfezione della carità. Se dunque il battesimo è il sacramento della nascita, la cresima è il sacramento della crescita
nota
Cf. San Tommaso d’Aquino, Somma Teologica, III, q. 72, a. 1.
. Per ciò stesso è anche il sacramento della testimonianza, perché questa è strettamente legata alla maturità dell’esistenza cristiana
nota
Cf. San Tommaso d’Aquino, Somma Teologica, III, q. 72, a. 2.
. Mediante la confermazione i fedeli acquisiscono un legame più perfetto con la Chiesa, «sono arricchiti di una forza speciale dello Spirito Santo e obbligati più strettamente a diffondere e a difendere la fede con la parola e con l’azione, come veri testimoni di Cristo»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 11.
. «Questo dono dello Spirito santo rende i fedeli in modo più perfetto conformi a Cristo e comunica loro la forza di rendere a lui testimonianza, per l’edificazione del suo corpo nella fede e nella carità»
nota
Rito della confermazione, Premesse, 2.
. Infine, si può aggiungere che, concretizzandosi la comune vocazione alla santità e alla missione in vocazioni particolari, la cresima sostiene il cristiano nella ricerca della propria forma di vita e del servizio da offrire alla Chiesa e alla società: «Lo Spirito Santo diffonde sull’anima la pioggia d’oro dei suoi carismi e fa della creatura, come cera plasmabile santificata dalla sua forza e grazia incandescente, il riflesso dello splendore del Verbo»
nota
Pseudo-Macario, Omelie, 17, 4.
.
I riti
[681]  La celebrazione sottolinea tutto questo con suggestiva semplicità. Il vescovo, ministro originario del sacramento
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 26.
, benedice il crisma per tutta la diocesi nella messa crismale in prossimità della Pasqua. Al momento opportuno presiede, o di persona o per mezzo di un suo delegato, la liturgia del sacramento. Chiama i candidati, presentati dalla comunità cristiana e accompagnati dai loro padrini, a rinnovare gli impegni battesimali. Stende le mani e invoca l’effusione abbondante dello Spirito, continuando il gesto degli apostoli e mostrando il legame che unisce i cresimati alla Chiesa. Quindi pone la mano destra su ciascun cresimato, in segno di benedizione e di missione; lo unge sulla fronte con il crisma, olio profumato da cui deriva a questo sacramento il nome di cresima, esprimendo la partecipazione alla consacrazione messianica di Gesù e il dono dello Spirito per la testimonianza evangelica; nello stesso tempo pronuncia la formula: «Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono», con la quale si indica il rafforzamento del battesimo e l’appartenenza irrevocabile a Cristo.
L’unzione crismale
[682]  Il rito dell’unzione crismale va ricollegato alle figure della storia della salvezza. In Israele i re e i sacerdoti erano consacrati con olio, per avere il sostegno dello Spirito nel loro servizio; i profeti invece ricevevano in genere un’unzione solo interiore di Spirito Santo, per diventare gli uomini della parola di Dio, i suoi portavoce. Consacrato con l’unzione in modo unico è il misterioso personaggio preannunciato da Isaia, il Servo del Signore, il quale assomma in sé il compito regale di instaurare la giustizia e il diritto, il compito profetico di annunciare la parola di Dio alle genti, il compito sacerdotale di offrire la vita a vantaggio dei fratelli.
Questa misteriosa figura si realizza perfettamente in Gesù
nota
Cf. Lc 4,18.
: egli ha la pienezza dell’unzione e i cristiani partecipano alla sua abbondanza: «È Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo, e ci ha conferito l’unzione, ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori» (2Cor 1,21-22) e «diffonde per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza nel mondo intero» (2Cor 2,14). Associato a Cristo, ogni credente è responsabile della testimonianza al vangelo secondo la vocazione e i doni ricevuti: nella comunità ecclesiale, nella famiglia, nella scuola, nella professione, nella società civile, nel servizio ai più bisognosi.
I riti
[681]  La celebrazione sottolinea tutto questo con suggestiva semplicità. Il vescovo, ministro originario del sacramento
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 26.
, benedice il crisma per tutta la diocesi nella messa crismale in prossimità della Pasqua. Al momento opportuno presiede, o di persona o per mezzo di un suo delegato, la liturgia del sacramento. Chiama i candidati, presentati dalla comunità cristiana e accompagnati dai loro padrini, a rinnovare gli impegni battesimali. Stende le mani e invoca l’effusione abbondante dello Spirito, continuando il gesto degli apostoli e mostrando il legame che unisce i cresimati alla Chiesa. Quindi pone la mano destra su ciascun cresimato, in segno di benedizione e di missione; lo unge sulla fronte con il crisma, olio profumato da cui deriva a questo sacramento il nome di cresima, esprimendo la partecipazione alla consacrazione messianica di Gesù e il dono dello Spirito per la testimonianza evangelica; nello stesso tempo pronuncia la formula: «Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono», con la quale si indica il rafforzamento del battesimo e l’appartenenza irrevocabile a Cristo.