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CATECHISMO DEGLI ADULTI

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Catechismo degli Adulti

Collegialità episcopale 526-530
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Un ministero collegiale
[526] Il ministero apostolico ha un carattere personale, in quanto ognuno dei ministri è chiamato da Cristo e, costituito suo rappresentante, agisce con responsabilità propria. Ma ha anche un carattere collegiale, in quanto i vescovi formano il collegio episcopale intorno al papa e, in modo analogo, i presbìteri formano il presbiterio diocesano sotto l’autorità del vescovo.
[527]  Ogni vescovo in quanto tale è membro del collegio episcopale. «L’episcopato è uno e indiviso»
nota
San Cipriano di Cartagine, L’unità della Chiesa cattolica, 5.
; «come non vi è che un’unica Chiesa... così non vi è che un unico episcopato rappresentato da una molteplicità di vescovi uniti tra loro»
nota
San Cipriano di Cartagine, Lettere, 66, 8, 3.
. Poiché i vescovi, per il dono dello Spirito, governano come rappresentanti di Cristo, in definitiva c’è un solo Pastore in molti pastori: «Cristo è lui solo che pasce il gregge, ma lo fa impersonandosi nei singoli pastori» e «tutti i pastori si identificano con la persona di uno solo, sono una cosa sola»
nota
Sant’Agostino, Discorsi, 46, 29-30.
. All’interno della comunione in Cristo di tutti i fedeli, vi è una speciale comunione dei pastori.
Il collegio è formato dai vescovi insieme al papa e ha «piena e suprema potestà su tutta la Chiesa... In quanto composto da molti, sta ad esprimere la varietà e l’universalità del popolo di Dio; in quanto raccolto sotto un solo capo, sta ad esprimere l’unità del gregge di Cristo»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 22.
. Così viene promossa la comunione pluriforme, dinamica e tesa alla mondialità; viene garantita una maggiore ricchezza nell’insegnamento.
Le manifestazioni della collegialità
[528]  La natura collegiale dell’episcopato si manifesta concretamente nei vincoli visibili di fede, di carità, di disciplina e di corresponsabilità pastorale, in alcune istituzioni come i patriarcati o le conferenze episcopali, in alcuni avvenimenti come la concelebrazione dell’ordinazione, i sinodi e soprattutto i concili ecumenici
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 22; 23.
.
Nei concili ecumenici il collegio dei vescovi «esercita in modo solenne la potestà sulla Chiesa universale»
nota
Codice di Diritto Canonico, 387, 1.
.
La responsabilità locale e universale del vescovo
[529]  Il singolo vescovo «viene costituito membro del corpo episcopale in forza della consacrazione sacramentale e mediante la comunione gerarchica con il capo e i membri del collegio»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 22.
. Anche quando non compie atti formalmente collegiali, si trova nel collegio e ne fa risuonare la voce nella sua Chiesa particolare, se è in armonia con il papa e gli altri vescovi. Pur essendo maestro della fede e capo della sua comunità, ha il dovere di accordarsi con i suoi fratelli nell’episcopato, tenendosi lontano dall’individualismo. Pur esercitando il governo pastorale soltanto nella propria diocesi, è tenuto ad avere sollecitudine per tutte le Chiese. La sua responsabilità è insieme locale e universale, come la Chiesa stessa.
CCC, 1560
[530] I vescovi formano un collegio che ha come capo visibile il papa e sono corresponsabili di tutta la Chiesa.