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CONFRONTA I TESTI DEI CATECHISMI

CATECHISMO DEGLI ADULTI

Dialogo costante con Dio
[841]  Dio «è tutto amore; con tutto se stesso ama e vuole essere amato; perciò vorrebbe che i suoi figli fossero interamente trasformati in lui per amore»
nota
Beata Angela da Foligno, Il libro, Istruzioni, 34, 7-8.
. La santità consiste nella carità e la carità, 21-414.pngnel dialogo con Dio, può assumere e valorizzare qualsiasi realtà. Per questo è una possibilità reale e un appello per tutti. Non occorrono esperienze straordinarie di conoscenza, di contemplazione, di ascesi e di fuga dal mondo. Basta la vita ordinaria: preghiera, relazioni familiari e sociali, lavoro, riposo, sofferenza, apostolato. Dio ci chiama in ogni cosa, continuamente. È presente come creatore che comunica l’essere e la vita, come salvatore e Padre che tutto fa cooperare per il bene dei suoi figli
nota
Cf. Rm 8,28.
. Tutto è voluto o almeno permesso da lui. Ogni persona, cosa o avvenimento è una sua parola, un dono e un compito. Da parte nostra dobbiamo rispondere a Dio in ogni situazione: cercare sempre la sua volontà rivolgendo spesso a lui anche un’attenzione consapevole; accettare, come una possibilità di bene che viene offerta, se stessi, la propria storia, gli altri, le realtà della natura, gli eventi piccoli o grandi, favorevoli o tristi; fare il bene «con cura, spesso e con prontezza», non come coloro che «mangiano senza gusto, dormono senza riposare, ridono senza gioia, si trascinano invece di camminare»
nota
San Francesco di Sales, Introduzione alla vita devota, 1, 1, 7.
.
La vita intera diventa dialogo con Dio, preghiera diffusa, atto di amore continuato. Ogni esperienza diventa cooperazione al suo regno; si unifica e si integra in un solo progetto. Le energie dell’intelligenza, della volontà, dell’affettività, della corporeità si orientano sempre di più a lui. Si realizza un’esperienza di Dio incarnata nella storia, una comunione sempre più perfetta.
CdA, 951
CONFRONTAVAI
CdA 987-989
CONFRONTAVAI
CATECHISMO DEGLI ADULTI
987 - 989

Preghiera e opere
[987]  Gesù si ritirava spesso a pregare, sospendendo ogni altra 25-476.pngoccupazione. Terminati quei momenti privilegiati di intimità con il Padre, rimaneva costantemente rivolto a lui nell’amore, faceva in ogni cosa la sua volontà.
I tempi dedicati alla preghiera pura, liberi da ogni altra attività, hanno valore in se stessi come attuazione esplicita e consapevole del rapporto di amore con Dio. Consentono inoltre di trasformare in preghiera anche gli altri tempi dedicati alle varie occupazioni. «Pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie» (1Ts 5,17-18). La preghiera è continua, se è continuo l’amore, se in ogni cosa facciamo la volontà di Dio: «Prega sempre colui che unisce la preghiera alle opere che deve fare e le opere alla preghiera... In questo senso si può considerare tutta la vita dell’uomo santo come una grande preghiera; ciò che siamo abituati a chiamare preghiera ne forma solo una parte»
nota
Origene, Sulla preghiera, 12.
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CCC, 2650-2660CCC 2745
Alla presenza di Dio
[988]  L’unione con Dio non comprende solo gli esercizi di preghiera in senso proprio, ma anche il lavoro, lo studio, i rapporti familiari e sociali, il divertimento e la sofferenza, la vita e la morte. Occorre però evitare la dispersione e orientare tutto al Signore. Abbiamo bisogno di tempi più o meno prolungati di preghiera sincera e intensa, per attingere l’energia necessaria. Abbiamo bisogno di ravvivare spesso durante il giorno l’attenzione al Signore, sia pure per un istante. «È possibile anche al mercato e durante una passeggiata solitaria fare una frequente e fervorosa preghiera. È possibile anche nel vostro negozio, sia mentre comprate sia mentre vendete, e anche mentre cucinate»
nota
San Giovanni Crisostomo, Frammenti, 2 (Sulla preghiera.
. Per rispondere a questa esigenza, gli antichi Padri hanno inventato la pratica delle giaculatorie, formule brevi e semplici, da ripetere frequentemente. Sono assai utili, purché corrispondano al vissuto concreto, rimangano fresche e ferventi, non scadano nell’automatismo dell’abitudine.
[989]  Orientati a Dio dagli esercizi di preghiera e dai frequenti richiami dell’attenzione, possiamo vivere alla sua presenza con sempre maggiore continuità. Dio è in ogni persona, in ogni cosa, in ogni evento lieto o triste, ordinario o straordinario. Tutto è voluto o almeno permesso da lui. Tutto viene offerto a noi come un dono e una possibilità di bene. Se sappiamo riconoscere la sua presenza e accogliere la sua volontà, se facciamo ogni cosa nel modo migliore, con prontezza e pace interiore, la nostra vita diventa un dialogo permanente, una preghiera continua. «Per me la preghiera è uno slancio del cuore, un semplice sguardo gettato verso il cielo, un grido di gratitudine e di amore nella prova come nella gioia»
nota
Santa Teresa di Lisieux, Manoscritti autobiografici, C 25.
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CdA, 841
CONFRONTAVAI