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CONFRONTA I TESTI DEI CATECHISMI

CATECHISMO CHIESA CATTOLICA

  1674 Oltre che della liturgia dei sacramenti e dei sacramentali, la catechesi deve tener conto delle forme della pietà dei fedeli e della religiosità popolare. Il senso religioso del popolo cristiano, in ogni tempo, ha trovato la sua espressione nelle varie forme di pietà che accompagnano la vita sacramentale della Chiesa, quali la venerazione delle reliquie, le visite ai santuari, i pellegrinaggi, le processioni, la « via crucis », le danze religiose, il Rosario, le medaglie, ecc.
nota
(335) Cf Concilio di Nicea II, Definitio de sacris imaginibus: DS 601; Ibid.: DS 603; Concilio di Trento, Sess. 25a, Decretum de invocatione, veneratione et reliquiis sanctorum, et sacris imaginibus: DS 1822.
  1675 Queste espressioni sono un prolungamento della vita liturgica della Chiesa, ma non la sostituiscono: « Bisogna che tali esercizi, tenuto conto dei tempi liturgici, siano ordinati in modo da essere in armonia con la sacra liturgia, derivino in qualche modo da essa, e ad essa, data la sua natura di gran lunga superiore, conducano il popolo cristiano ».
nota
(336) Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium , 13: AAS 56 (1964) 103.
CdA 963
CONFRONTAVAI
CdA 963
CONFRONTAVAI
CATECHISMO DEGLI ADULTI
963

La religiosità popolare
[963] La formazione alla preghiera passa anche attraverso la religiosità popolare: idee, atteggiamenti, simboli e comportamenti riguardanti la realtà religiosa, condivisi e tramandati in un gruppo sociale. Le sue espressioni privilegiate sono i riti di passaggio da una fase all’altra della vita, il culto dei defunti, le feste e le ricorrenze, l’inclinazione a credere nei miracoli e nelle apparizioni, la venerazione di immagini e reliquie, le processioni, i pellegrinaggi ai santuari. Le singole persone vi trovano protezione contro la precarietà e l’ansia, che insidiano l’esistenza.
La pietà popolare ha senz’altro dei limiti. Tuttavia «non può essere né ignorata, né trattata con indifferenza o disprezzo, perché è ricca di valori, e già di per sé esprime l’atteggiamento religioso di fronte a Dio. Ma essa ha bisogno di essere di continuo evangelizzata, affinché la fede, che esprime, divenga un atto sempre più maturo e autentico»
nota
Giovanni Paolo II, Vicesimus quintus annus, 18.
. L’evangelizzazione non distrugge, ma assume ciò che trova di buono, lo purifica e lo perfeziona
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 17.
. Così, ad esempio, la pastorale dei santuari a volte integra felicemente quella delle parrocchie, offrendo occasioni privilegiate di conversione e di formazione.
CCC, 1674-1676