CATECHISMO CHIESA CATTOLICA
1971 Al discorso del Signore sulla montagna è opportuno aggiungere la catechesi morale degli insegnamenti apostolici come ; ; ; ; e|EF_1cc. Questa dottrina trasmette l’insegnamento del Signore con l’autorità degli Apostoli, particolarmente attraverso l’esposizione delle virtù che derivano dalla fede in Cristo e che sono animate dalla carità, il principale dono dello Spirito Santo. « La carità non abbia finzioni. [...] Amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno. [...] Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità » (). Questa catechesi ci insegna anche a considerare i casi di coscienza alla luce del nostro rapporto con Cristo e con la Chiesa.
(211) Cf . | CdA 154-160 CONFRONTAVAI CdA 867-879 CONFRONTAVAI Rm 12-151Cor 12-13Col 3-4Ef 4-6Rm 12,9-13Rm 141Cor 5-10 |
CATECHISMO DEGLI ADULTI
867 - 879
Dono e compito
[867]
La vita è dono di Dio, che esige la nostra libera cooperazione. Se vogliamo vivere in pienezza, dobbiamo osservare la legge morale, che indica la direzione del nostro vero bene. Possiamo mangiare i frutti di tutti gli alberi, ma non quello della scienza del bene e del male, pena la morte
Ogni dono di Dio è anche un compito per noi. Il Signore libera Israele e gli concede la sua alleanza, ma vuole anche essere riconosciuto come unico Dio e amato «con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze» (Dt 6,5). Gesù annuncia e inaugura il regno di Dio, ma nello stesso tempo rivolge un pressante appello alla conversione
Il vangelo è innanzitutto una buona notizia, non un codice. Narra le meraviglie che Dio ha compiuto, compie e compirà a nostro favore. Tuttavia contiene nel suo interno anche una legge, quella della carità, che accoglie il dono divino della vita e ne promuove la crescita integrale in se stessi e negli altri.
| CdA, 391 CONFRONTAVAI |
I due precetti della carità
[868]
La legge evangelica si riassume nei due precetti fondamentali della carità verso Dio e verso il prossimo: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente... Amerai il prossimo tuo come te stesso» (Mt 22,3739). Amare Dio significa fare la sua volontà; amare gli altri significa volere il loro vero bene. Si tratta di un atteggiamento pratico, più che di un sentimento emotivo.
I due comandamenti sono inseparabili: «Se uno dicesse: “Io amo Dio”, e odiasse suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede» (1Gv 4,20). Amare il Padre significa amare anche i suoi figli e volere per essi il bene da lui desiderato: «Chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato» (1Gv 5,1). Amare una persona per amore di Dio significa partecipare all’amore che Dio ha per lei e quindi riconoscerla in tutto il suo valore, amarla di più.
| CCC, 2052-2055CCC 2083 |
I dieci comandamenti
[869]
Nei due comandamenti della carità Gesù riassume «tutta la Legge e i Profeti» (Mt 22,40). Egli conferma i dieci comandamenti, o decalogo, dell’antica alleanza e vede in essi la via necessaria per giungere alla vita eterna: «Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti» (Mt 19,17). La carità urge l’osservanza di tutti i comandamenti: «Pieno compimento della legge è l’amore» (Rm 13,10).
| CCC, 2052-2074 |
[870]
L’amore promuove il bene della persona che si concretizza in molti beni particolari. Perciò trova nelle molteplici norme morali la sua attuazione e la sua verifica. «I diversi comandamenti del decalogo non sono in effetti che la rifrazione dell’unico comandamento riguardante il bene della persona, a livello dei molteplici beni che connotano la sua identità di essere spirituale e corporeo, in relazione con Dio, col prossimo e col mondo delle cose... Sono destinati a tutelare il bene della persona, immagine di Dio, mediante la protezione dei suoi beni...: la vita umana, la comunione delle persone nel matrimonio, la proprietà privata, la veridicità e la buona fama»
Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 13. Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 18. |
[871] I dieci comandamenti dell’Antico Testamento mantengono dunque il loro valore e costituiscono un riferimento essenziale per l’etica cristiana. Non bisogna però dimenticare che nel Nuovo Testamento i contenuti concreti della carità vengono formulati anche con altri schemi.
Gesù da una parte enuncia criteri generali; come la cosiddetta “regola aurea”: «Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro» (Lc 6,31); d’altra parte offre esemplificazioni precise come l’elenco delle opere di misericordia nel discorso escatologico: dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, ospitare i forestieri, vestire gli ignudi, visitare gli ammalati, visitare i carcerati
L’apostolo Paolo indica spesso le esigenze della vita cristiana mediante elenchi di vizi e virtù, codici di morale familiare e norme di comportamento sociale.
| CdA, 163 CONFRONTAVAI |
[877]
La legge naturale è la vita stessa dell’uomo che tende alla sua pienezza. Indica con le sue norme le vie di una crescita autentica. Seguirla fedelmente significa essere fedeli a se stessi. Chi responsabilmente l’accoglie, mentre obbedisce a Dio, creatore e Padre, diventa «partecipe della provvidenza, capace di provvedere a sé e agli altri»
San Tommaso d’Aquino, Somma Teologica, I-II, q. 91, a. 2. Cf. Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 41. |
Leggi civili e rituali dell’Antico Testamento
[878]
La legge evangelica conferma e perfeziona l’ordine della creazione; non aggiunge imposizioni che gli siano estranee. Gli stessi precetti morali dell’Antico Testamento vengono accolti in quanto riflettono tale ordine. Restano invece superate le leggi civili e rituali anticotestamentarie, a cominciare dalla circoncisione
| CdA, 156 CONFRONTAVAI |