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CONFRONTA I TESTI DEI CATECHISMI

CATECHISMO CHIESA CATTOLICA

  1738 La libertà si esercita nei rapporti tra gli esseri umani. Ogni persona umana, creata ad immagine di Dio, ha il diritto naturale di essere riconosciuta come un essere libero e responsabile. Tutti hanno verso ciascuno il dovere di questo rispetto. Il diritto all’esercizio della libertà è un’esigenza inseparabile dalla dignità della persona umana, particolarmente in campo morale e religioso.
nota
(54) Cf Concilio Vaticano II, Dich. Dignitatis humanae, 2: AAS 58 (1966) 930-931.
Tale diritto deve essere civilmente riconosciuto e tutelato nei limiti del bene comune e dell’ordine pubblico.
nota
(55) Cf Concilio Vaticano II, Dich. Dignitatis humanae, 7: AAS 58 (1966) 934-935.
CdA 801
CONFRONTAVAI
CdA 846-851
CONFRONTAVAI
CdA 918-921
CONFRONTAVAI
CATECHISMO DEGLI ADULTI
846 - 851

[846] Spesso nella nostra cultura si esalta la trasgressione, come affermazione di libertà. Ma è vera libertà? È corretto separare libertà e legge morale?
Schiavitù del peccatore
[847]  «Chiunque commette il peccato è schiavo del peccato» (Gv 8,34). L’uomo, alienato da Dio, è esposto alla solitudine e alla precarietà. Per sentirsi vivo, cerca affannosamente sicurezze e piaceri, che non gli bastano mai; si crea idoli. Si sente minacciato da forze oscure ed è incline alla magia e alla superstizione. Tutto proteso all’affermazione di sé, vede negli altri dei concorrenti; teme la loro diversità; non rispetta la loro dignità; tenta di assimilarli, sottometterli o addirittura eliminarli. Non solo non riesce ad osservare la legge morale, ma neppure comprende i valori che essa esprime e tutela. La subisce come un’imposizione, covando un sordo rancore contro Dio.
Obbedienza filiale
[848]  «Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Gv 8,32). Gesù Cristo ci porta la buona notizia che siamo amati da Dio e ci persuade interiormente con il dono dello Spirito Santo. Noi possiamo accogliere Dio come Padre e gli altri come fratelli; ci sentiamo liberi dalla solitudine e dall’ossessione del successo ad ogni costo; riusciamo ad accettare perfino le situazioni dolorose senza ribellarci, anzi benedicendo.
Lo Spirito ci fa guardare a Cristo come modello di vita; ci aiuta ad agire come lui in sintonia con la volontà del Padre, per poter diventare anche noi “amore”, come «Dio è amore» (1Gv 4,16). Ci fa comprendere che i comandamenti esprimono le esigenze autentiche della nostra crescita e promuovono il nostro vero bene. Ci dà la capacità di osservarli secondo l’antica promessa: «Darò loro un cuore nuovo e uno spirito nuovo metterò dentro di loro;... perché seguano i miei decreti e osservino le mie leggi e le mettano in pratica» (Ez 11,19-20). Ci porta ad osservarli non «per timore del castigo», come lo schiavo, non per «attrattiva della ricompensa», come il mercenario, ma «per il bene in se stesso e per l’amore di colui che comanda», come figli
nota
San Basilio di Cesarea,Regole maggiori, Prologo, 3.
. Costruisce personalità libere e responsabili, in un certo senso autonome.
CdA, 151-152
CONFRONTAVAI
[849]  Lo Spirito ci conduce, nella logica dell’amore, oltre le prescrizioni della legge, che sono uguali per tutti. Ci dispone ad accogliere i «molteplici consigli»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 42.
, gli appelli personalizzati, gli inviti al bene, che il Signore rivolge ad ognuno nelle diverse situazioni. Guida il cammino del cristiano verso il dono totale di sé. Ed è proprio il dono totale di sé l’atto supremo della libertà: «Io offro la mia vita... Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso» (Gv 10,17-18).
Libertà nella carità
[850]  La vera libertà non è quella dell’affermazione egoistica di sé, ma quella di amare: «Voi, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Purché questa libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, ma mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri» (Gal 5,13). La vera libertà coincide con la nuova legge della carità. L’una e l’altra sono dono dello Spirito Santo: «Dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà» (2Cor 3,17) e c’è la nuova legge, «scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei vostri cuori» (2Cor 3,3). Lo Spirito ci rende liberi e padroni di noi stessi, perché possiamo fare di noi un dono nell’obbedienza al Padre e nel servizio dei fratelli. Così diventiamo partecipi della vita e della gioia stessa di Dio. «La nuova legge è la stessa grazia dello Spirito Santo»
nota
San Tommaso d’Aquino,Somma Teologica, I-II, q. 106, a. 1.
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CCC, 1828CdA, 161
CONFRONTAVAI
[851] Lo Spirito ci libera dall’egoismo e dall’angoscia; ci rende capaci di osservare i comandamenti di Dio per amore filiale; ci dispone ad accogliere gli inviti personali che Dio ci rivolge; ci conduce a fare di noi stessi un dono totale nella carità.