Educat
CONFRONTA I TESTI DEI CATECHISMI

CATECHISMO DEGLI ADULTI

Ricerca coraggiosa
[6] Abbiamo un’acuta consapevolezza della nostra libertà. Ma la libertà non è forse sterile se non persegue obiettivi degni dell’uomo? Non si riduce a un vano agitarsi davanti alla morte? Per essere davvero liberi, non dobbiamo forse cercare la verità e il bene?
CdA, 801
CONFRONTAVAI
CATECHISMO DEGLI ADULTI
801

Liberi per poter rispondere
[801]  La chiamata di Dio si inscrive nelle fibre del nostro essere. Anzitutto ci mette in grado di dargli una vera risposta: un sì o un no. Ci dona la libertà, che è padronanza interiore dei propri atti, autodeterminazione, capacità di scelte consapevoli, non soggette agli istinti spontanei o alle pressioni esteriori. Ci affida a noi stessi
nota
Cf. Sir 15,14.
: «Se vuoi, osserverai i comandamenti; l’essere fedele dipenderà dal tuo buonvolere» (Sir 15,15).
Ma una scelta non è positiva solo perché è una scelta o perché dà un piacere immediato: molti delitti sono decisioni volontarie, molte esperienze piacevoli sono distruttive. La libertà arbitraria o che cerca solo un facile appagamento non fa crescere, non va in nessuna direzione, si agita soltanto. Il piacere non è un valore in sé, né un criterio legittimo di azione; è solo conseguenza di un obiettivo raggiunto e va considerato buono o cattivo secondo la qualità morale dell’obiettivo stesso. Contrariamente a quanto viene suggerito dalla mentalità edonistica, individualistica e nichilistica, siamo liberi per aderire alla verità e per attuare il bene: «La vera libertà è nell’uomo segno altissimo dell’immagine divina. Dio volle, infatti, lasciare l’uomo in mano al suo proprio consiglio, così che egli cerchi spontaneamente il suo Creatore, e giunga liberamente, con l’adesione a lui, alla piena e beata perfezione»
nota
Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 17.
.
Una scelta è ragionevole solo se contribuisce alla definitiva realizzazione della persona. Noi da sempre siamo alla ricerca di una pienezza per la nostra vita. Possiamo realizzarci davvero, solo se rispettiamo l’ordine oggettivo dei beni, posto dalla divina sapienza, rimanendo sempre orientati al Bene infinito, l’unico che può appagare il nostro cuore, incapace di trovare riposo nelle soddisfazioni parziali e provvisorie
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 41.
. La nostra incessante ricerca «è ultimamente un appello del Bene assoluto che ci attrae e ci chiama a sé, è l’eco di una vocazione di Dio, origine e fine della vita dell’uomo»
nota
Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 7.
.
CCC, 1730-1742