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CONFRONTA I TESTI DEI CATECHISMI

CATECHISMO DEGLI ADULTI

Diversità e complementarità
[499]  Sparisce allora ogni differenza? L’uguaglianza fondamentale e la comunione comportano forse l’uniformità? Certamente no: dallo stesso Spirito derivano unità e varietà. Gli Atti degli apostoli mostrano che, se tutti i credenti hanno una funzione profetica, alcuni però hanno un dono particolare di profezia
nota
Cf. At 21,9-10.
; se tutti partecipano alla vita comunitaria, alcuni, come gli apostoli, i loro primi sette collaboratori e gli anziani, hanno compiti specifici
nota
Cf. At 6,615,6.
. Liberamente l’unico e identico Spirito concede doni diversi «per l’utilità comune» (1Cor 12,7). Mentre alimenta in tutti i fedeli il senso della fede, la santità e la fraternità, infonde nei singoli capacità particolari per rispondere a molteplici esigenze
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 4.
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CCC, 814CdA, 747
CONFRONTAVAI
CATECHISMO DEGLI ADULTI
747

[747]  La Chiesa, nella sua più intima verità, è comunione con Dio, vissuta dentro una comunione tra persone umane; comunione di fede amante e operosa, che riceve la carità di Dio e la prolunga nella carità fraterna in modo visibile e tangibile, mettendo in circolazione beni spirituali, culturali e materiali. Tutto ciò che siamo o facciamo entra in questa comunione: il lavoro delle madri e dei padri di famiglia, la predicazione dei pastori, la preghiera dei monaci, lo studio dei teologi, la creazione degli artisti, la ricerca degli scienziati, l’attenzione degli educatori, la premura dei medici, il servizio dei volontari, la saggezza dei politici... Tutti possono donare e ricevere; tutti sono preziosi, anche gli emarginati, i malati, gli anziani; anzi «molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi» (Mc 10,31). Lutero, sebbene contestasse le indulgenze, non mise mai in discussione il mistero della comunione dei santi, anzi ne traeva grande conforto: «Il mio peso, altri lo portano, la loro forza è la mia. La fede della Chiesa viene in soccorso alla mia angoscia, la castità altrui mi sorregge nelle tentazioni della mia lascivia, gli altrui digiuni tornano a mio vantaggio, un altro si prende cura di me nella preghiera... Chi dunque potrà disperare nei peccati? Chi non gioirà nelle pene, dal momento che egli non porta più i suoi peccati né le sue pene, o se li porta non li porta da solo, aiutato com’è da così numerosi santi figli di Dio e soprattutto dallo stesso Cristo. Tanto grande è la comunione dei santi e la Chiesa di Cristo!»
nota
M. Lutero, Libretto consolatorio per gli affaticati e gli oppressi, 6.
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