INDICE
ARTICOLO 6: IL SACRAMENTO DELL'ORDINE
- IL SACRAMENTO DELL'ORDINE
- I. PERCHÉ IL NOME DI SACRAMENTO DELL'ORDINE?
- II. IL SACRAMENTO DELL'ORDINE NELL'ECONOMIA DELLA SALVEZZA
- III. I TRE GRADI DEL SACRAMENTO DELL'ORDINE
- IV. LA CELEBRAZIONE DI QUESTO SACRAMENTO
- V. CHI PUÒ CONFERIRE QUESTO SACRAMENTO?
- VI. CHI PUÒ RICEVERE QUESTO SACRAMENTO?
- VII. GLI EFFETTI DEL SACRAMENTO DELL'ORDINE
- IN SINTESI
CATECHISMO CHIESA CATTOLICA
1551 Questo sacerdozio è ministeriale. « Questo ufficio che il Signore ha affidato ai Pastori del suo popolo è un vero servizio ».
(164) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 24: AAS 57 (1965) 29. (165) Cf . (166) San Giovanni Crisostomo, De sacerdotio, 2, 4: SC 272, 118 (PG 48, 635); cf .
...« a nome di tutta la Chiesa »
1552 Il sacerdozio ministeriale non ha solamente il compito di rappresentare Cristo – Capo della Chiesa – di fronte all’assemblea dei fedeli; esso agisce anche a nome di tutta la Chiesa allorché presenta a Dio la preghiera della Chiesa
(167) Cf Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 33: AAS 56 (1964) 108. (168) Cf Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 10: AAS 57 (1965) 14. | CdA 719-728 CONFRONTAVAI Mc 10,43-451Pt 5,3Gv 21,15-17CdA 519 CONFRONTAVAI CdA 719-728 CONFRONTAVAI |
CATECHISMO DEGLI ADULTI
519
In unione a Cristo rappresentanti della Chiesa
[519] Mentre rappresentano Cristo di fronte alla Chiesa, rappresentano in unione a Cristo la Chiesa davanti al Padre e intercedono per lei. La rappresentano anche davanti agli uomini, in quanto costituiscono il fondamento visibile della sua unità e fedeltà evangelica. Si tratta di una rappresentanza sacramentale in virtù dello Spirito e non di una rappresentanza in senso democratico. I ministri ordinati ricevono il potere da Cristo, non dalla comunità. Non sono delegati di essa, neppure quando vengono designati con la sua partecipazione.
Ciò non vuol dire che debbano agire in maniera autoritaria, senza consultare nessuno. Al contrario devono farsi interpreti e servitori della vita della Chiesa, in piena fedeltà al vangelo. Le decisioni devono maturare in un clima di preghiera, di fraternità, di ascolto reciproco e di conversione al Signore da parte di tutti, pastori compresi. Se è vero che i pastori non sono dalla Chiesa, sono però per la Chiesa e nella Chiesa. Rimangono cristiani come gli altri, ascoltano la parola che predicano e ricevono l’eucaristia che distribuiscono. Inoltre devono esercitare il loro ministero in una prassi di comunione, valorizzando gli altri carismi e ministeri: «I vescovi non devono solo insegnare, ma anche imparare»
San Cipriano di Cartagine, Lettere, 74, 10, 1. | CCC, 1552-1553 |