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CONFRONTA I TESTI DEI CATECHISMI

CATECHISMO CHIESA CATTOLICA

  1551 Questo sacerdozio è ministeriale. « Questo ufficio che il Signore ha affidato ai Pastori del suo popolo è un vero servizio ».
nota
(164) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 24: AAS 57 (1965) 29.
Esso è interamente riferito a Cristo e agli uomini. Dipende interamente da Cristo e dal suo unico sacerdozio ed è stato istituito in favore degli uomini e della comunità della Chiesa. Il sacramento dell’Ordine comunica « una potestà sacra », che è precisamente quella di Cristo. L’esercizio di tale autorità deve dunque misurarsi sul modello di Cristo, che per amore si è fatto l’ultimo e il servo di tutti.
nota
(165) Cf .
« Il Signore ha esplicitamente detto che la sollecitudine per il suo gregge era una prova di amore verso di lui ».
nota
(166) San Giovanni Crisostomo, De sacerdotio, 2, 4: SC 272, 118 (PG 48, 635); cf .
...« a nome di tutta la Chiesa »
  1552 Il sacerdozio ministeriale non ha solamente il compito di rappresentare Cristo – Capo della Chiesa – di fronte all’assemblea dei fedeli; esso agisce anche a nome di tutta la Chiesa allorché presenta a Dio la preghiera della Chiesa
nota
(167) Cf Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 33: AAS 56 (1964) 108.
e soprattutto quando offre il sacrificio eucaristico.
nota
(168) Cf Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 10: AAS 57 (1965) 14.
CdA 719-728
CONFRONTAVAI
Mc 10,43-451Pt 5,3Gv 21,15-17CdA 519
CONFRONTAVAI
CdA 719-728
CONFRONTAVAI
CATECHISMO DEGLI ADULTI
519

In unione a Cristo rappresentanti della Chiesa
[519] Mentre rappresentano Cristo di fronte alla Chiesa, rappresentano in unione a Cristo la Chiesa davanti al Padre e intercedono per lei. La rappresentano anche davanti agli uomini, in quanto costituiscono il fondamento visibile della sua unità e fedeltà evangelica. Si tratta di una rappresentanza sacramentale in virtù dello Spirito e non di una rappresentanza in senso democratico. I ministri ordinati ricevono il potere da Cristo, non dalla comunità. Non sono delegati di essa, neppure quando vengono designati con la sua partecipazione.
Ciò non vuol dire che debbano agire in maniera autoritaria, senza consultare nessuno. Al contrario devono farsi interpreti e servitori della vita della Chiesa, in piena fedeltà al vangelo. Le decisioni devono maturare in un clima di preghiera, di fraternità, di ascolto reciproco e di conversione al Signore da parte di tutti, pastori compresi. Se è vero che i pastori non sono dalla Chiesa, sono però per la Chiesa e nella Chiesa. Rimangono cristiani come gli altri, ascoltano la parola che predicano e ricevono l’eucaristia che distribuiscono. Inoltre devono esercitare il loro ministero in una prassi di comunione, valorizzando gli altri carismi e ministeri: «I vescovi non devono solo insegnare, ma anche imparare»
nota
San Cipriano di Cartagine, Lettere, 74, 10, 1.
.
CCC, 1552-1553