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CONFRONTA I TESTI DEI CATECHISMI

CATECHISMO CHIESA CATTOLICA

  814 Fin dal principio, questa Chiesa « una » si presenta tuttavia con una grande diversità, che proviene sia dalla varietà dei doni di Dio sia dalla molteplicità delle persone che li ricevono. Nell’unità del popolo di Dio si radunano le diversità dei popoli e delle culture. Tra i membri della Chiesa esiste una diversità di doni, di funzioni, di condizioni e modi di vita; « nella comunione ecclesiastica vi sono legittimamente delle Chiese particolari, che godono di proprie tradizioni ».
nota
(269) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 13: AAS 57 (1965) 18.
La grande ricchezza di tale diversità non si oppone all’unità della Chiesa. Tuttavia, il peccato e il peso delle sue conseguenze minacciano continuamente il dono dell’unità. Anche l’Apostolo deve esortare a « conservare l’unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace » ().
CdA 450-459
CONFRONTAVAI
CdA 499-501
CONFRONTAVAI
Ef 4,3
CATECHISMO DEGLI ADULTI
499 - 501

Diversità e complementarità
[499]  Sparisce allora ogni differenza? L’uguaglianza fondamentale e la comunione comportano forse l’uniformità? Certamente no: dallo stesso Spirito derivano unità e varietà. Gli Atti degli apostoli mostrano che, se tutti i credenti hanno una funzione profetica, alcuni però hanno un dono particolare di profezia
nota
Cf. At 21,9-10.
; se tutti partecipano alla vita comunitaria, alcuni, come gli apostoli, i loro primi sette collaboratori e gli anziani, hanno compiti specifici
nota
Cf. At 6,615,6.
. Liberamente l’unico e identico Spirito concede doni diversi «per l’utilità comune» (1Cor 12,7). Mentre alimenta in tutti i fedeli il senso della fede, la santità e la fraternità, infonde nei singoli capacità particolari per rispondere a molteplici esigenze
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 4.
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CCC, 814CdA, 747
CONFRONTAVAI
[500]  L’unica Chiesa, non solo esiste in molte Chiese e si esprime in 12-245.pngmolte culture, ma si edifica e compie la sua missione con il contributo di vari carismi, ministeri, stati di vita, vocazioni.
La comunità ecclesiale è come un organismo vivo e operante: «In un solo corpo abbiamo molte membra e queste membra non hanno tutte la medesima funzione... Abbiamo pertanto doni diversi secondo la grazia data a ciascuno di noi» (Rm 12,46). «Dio ha composto il corpo» in modo che «le varie membra avessero cura le une delle altre» (1Cor 12,24-25). Tutti sono abbastanza poveri per dover ricevere; tutti abbastanza ricchi per poter dare. «Non può l’occhio dire alla mano: “Non ho bisogno di te”; né la testa ai piedi: “Non ho bisogno di voi”. Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie» (1Cor 12,21-22). I credenti sono responsabili gli uni degli altri; tra loro vige la legge della reciprocità: devono stimarsi a vicenda, accogliersi, edificarsi, servirsi, sostenersi, correggersi, confortarsi. Nel mutevole intrecciarsi di tante storie personali si attua una incessante comunicazione di carità.
[501]  «Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta, mettendola a servizio 12-246.pngdegli altri, come buoni amministratori di una multiforme grazia di Dio» (1Pt 4,10). Nella dinamica di questo scambio, con doni diversi e complementari, lo Spirito sostiene la vita e la missione della Chiesa. Come un uomo «vede con gli occhi, ode con gli orecchi, sente odori con le narici, parla con la lingua, opera con le mani, cammina con i piedi, a tutte le membra dà la vita, a ognuno il suo compito», così lo Spirito Santo «in alcuni santi compie miracoli, in altri annuncia la verità, in altri custodisce la verginità, in altri ancora custodisce la pudicizia coniugale; in alcuni santi questo, in altri quello; a ciascuno concede di realizzare l’opera propria, a tutti parimenti di vivere»
nota
Sant’Agostino, Discorsi, 276, 4.
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