CATECHISMO DEGLI ADULTI
Situazioni difficili e irregolari
[737] La complessità, la mobilità, il pluralismo culturale e religioso della odierna società si ripercuotono in misura rilevante sul matrimonio.
Sono sempre più frequenti i matrimoni misti, tra cattolici e cristiani di altre confessioni, e i matrimoni interreligiosi, tra cattolici e seguaci di religioni non cristiane. È necessario un prudente discernimento e un’adeguata preparazione. Occorre in particolare una verifica riguardo alla concezione del matrimonio e un’ampia informazione sulle convergenze e divergenze delle diverse tradizioni religiose, etiche e culturali. La parte cattolica deve ottenere anche la dispensa dal proprio vescovo.
Tra i matrimoni invalidi, non sono rari quelli per mancanza di pieno consenso e per incapacità psichica, oltre che per altri impedimenti comunemente conosciuti: età immatura, consanguineità, affinità, impotenza fisica, comportamento delittuoso ecc. Quando emergono fondati indizi, bisogna procedere a una verifica con l’aiuto di consulenti qualificati. L’eventuale dichiarazione di nullità del tribunale ecclesiastico non è da confondere con il divorzio: altro è riconoscere che un matrimonio non è mai esistito e altro è distruggere un matrimonio valido.
Aumenta il numero dei coniugi separati. Hanno bisogno di un’attenzione premurosa da parte della comunità cristiana. Possono essere ammessi ai sacramenti, se non ricercano il divorzio e il matrimonio civile, se si pentono dei propri torti e sono disponibili a perdonare quelli altrui, e fanno quanto è in loro potere per ristabilire la convivenza.
I divorziati non risposati, se sono responsabili della divisione, devono pentirsi e cercare di riparare, per quanto è possibile, il male compiuto; se invece hanno subìto il divorzio e rimangono fedeli ai loro doveri familiari, sono in piena comunione con la Chiesa.
I divorziati risposati a volte finiscono nell’indifferenza religiosa; altre volte rimangono vicini alla Chiesa e desiderano essere ammessi ai sacramenti. Gli sposati solo civilmente rifiutano o rimandano il matrimonio religioso per vari motivi, come la perdita della fede, l’ignoranza del significato cristiano del matrimonio, il bisogno di fare un esperimento, le pressioni dell’ambiente. I conviventi si mettono insieme senza alcun riconoscimento pubblico, né religioso né civile; spesso rifiutano di prendere un impegno reciproco definitivo.
Queste ultime tre situazioni sono oggettivamente le più gravi. Coloro che si trovano in una di esse, finché non si convertono, non sono in piena comunione con la Chiesa: perciò non possono essere ammessi alla riconciliazione sacramentale e alla comunione eucaristica, né fungere da padrini o essere membri di consigli pastorali o responsabili di attività ecclesiali. Però appartengono ancora alla Chiesa: è importante che preghino, ascoltino la parola di Dio, partecipino alla Messa, compiano opere di carità, educhino cristianamente i figli. I sacerdoti e gli altri fedeli della comunità siano loro vicini; abbiano per loro amicizia e rispetto; preghino per loro e li esortino a confidare sempre nella misericordia del Signore. Da una parte bisogna affermare con chiarezza la verità del matrimonio cristiano; dall’altra evitare di giudicare le coscienze e saper comprendere le difficoltà concrete. Amore alla verità e amore alle persone devono andare insieme.
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CATECHISMO DEGLI ADULTI
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