CATECHISMO CHIESA CATTOLICA
815 Quali sono i vincoli dell’unità? Al di sopra di tutto la carità, che « è il vincolo di perfezione » (). Ma l’unità della Chiesa nel tempo è assicurata anche da legami visibili di comunione:
- la professione di una sola fede ricevuta dagli Apostoli;
- la celebrazione comune del culto divino, soprattutto dei sacramenti;
- la successione apostolica mediante il sacramento dell’Ordine, che custodisce la concordia fraterna della famiglia di Dio.
(270) Cf Concilio Vaticano II, Decr. Unitatis redintegratio, 2: AAS 57 (1965) 91-92; Id., Cost. dogm. Lumen gentium, 14: AAS 57 (1965) 18-19; CIC canone 205.
816 « L’unica Chiesa di Cristo... » è quella « che il Salvatore nostro, dopo la sua risurrezione, diede da pascere a Pietro, affidandone a lui e agli altri Apostoli la diffusione e la guida [...]. Questa Chiesa, in questo mondo costituita e organizzata come una società, sussiste ["subsistit in"] nella Chiesa cattolica, governata dal Successore di Pietro e dai Vescovi in comunione con lui ».
(271) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 8: AAS 57 (1965) 11-12. | CdA 450-459 CONFRONTAVAI Col 3,14CdA 450-459 CONFRONTAVAI |
CATECHISMO DEGLI ADULTI
450 - 459
Aperta ai popoli e alle culture
[450]
Alla sua prima uscita, nel giorno di Pentecoste, la Chiesa proclama «le grandi opere di Dio» (At 2,11) in molte lingue e riunisce nell’unica fede persone di varia provenienza
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[451]
Lo Spirito scardina le chiusure del particolarismo e apre orizzonti sempre più vasti. Approfitta della persecuzione, scatenata a Gerusalemme contro i cristiani di cultura greca, per seminare il vangelo tra i samaritani, emarginati e disprezzati dagli ebrei come eretici. Guidando i passi di Pietro alla casa del centurione romano Cornelio a Cesarea, rimuove le preclusioni che vietano la convivenza tra ebrei e pagani; persuade l’apostolo a battezzare quella famiglia, senza prima farla passare attraverso la circoncisione e l’osservanza della legge mosaica
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[453]
Crollano le barriere; la via è aperta per la missione in Grecia e «fino agli estremi confini della terra» (At 1,8). L’unica fede potrà radicarsi in culture diverse, «poiché in Cristo Gesù non è la circoncisione che conta o la non circoncisione, ma la fede che opera per mezzo della carità» (Gal 5,6). La Chiesa loderà il Signore con le lingue di tutti i popoli e potrà accogliere i doni di una multiforme creatività, spirituale, culturale e sociale: «Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te... Verranno a te i beni dei popoli» (Is 60,4-5). Il genio e la natura di ciascun popolo potranno esprimersi nelle formulazioni diverse dell’unica fede, nei riti liturgici, nelle scelte pastorali, negli ordinamenti disciplinari, nelle forme di spiritualità, nelle creazioni artistiche, dando luogo a uno scambio incessante, per un arricchimento reciproco
Cf. Concilio Vaticano II, Ad gentes, 22. |
Una e cattolica
[454]
La Chiesa è una e universale. Tutti i cristiani, per quanto diversi tra loro, diventano «uno in Cristo Gesù» (Gal 3,28) in virtù dello Spirito Santo. Questa moltitudine unificata è immagine visibile della Santa Trinità
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 1; 13.
L’universalità, o cattolicità, della Chiesa assume figura storica nella comunione visibile delle comunità cristiane esistenti e nella tensione missionaria a crearne di nuove, accogliendo in Cristo «tutta l’umanità e i suoi beni»
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 13.
Le comunità sono nate come Chiese sorelle, con una fitta rete di rapporti reciproci. Hanno riconosciuto la presidenza della Chiesa di Roma, custode della comunione e garante della verità
Cf. Sant’Ignazio di Antiochia, Lettera ai Romani, Prologo. Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 8. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 85. | CCC, 830-831CdA, 406 CONFRONTAVAI |
Universale e particolare
[455]
La Chiesa ha anche una dimensione particolare, ugualmente necessaria. Nel Nuovo Testamento la parola Chiesa serve per indicare sia la comunità dei credenti diffusa su tutta la terra, sia la comunità locale che risiede in una città, sia l’assemblea riunita materialmente in un luogo
È ovvio che Chiesa universale e Chiesa particolare sono rispettivamente il tutto e la parte sul piano sociologico esteriore. Non lo sono però interiormente, a livello profondo e misterioso. Qui c’è un’unica assemblea universale, perennemente riunita in quel tempio «non fatto da mani d’uomo» (Mc 14,58) che è il corpo glorioso di Cristo risorto. Tutti i cristiani, ovunque si trovino, sono uniti a Cristo e tra loro, in virtù dello Spirito Santo, «uno e identico»
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 7.
In ogni Chiesa particolare «è veramente presente e opera la Chiesa di Cristo, una santa cattolica e apostolica»
Concilio Vaticano II, Christus Dominus, 11; cf.. Id., Lumen gentium, 26. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 23. Giovanni Paolo II, Christifideles laici, 25. | CCC, 832-835 |
La diocesi
[456]
Chiesa particolare in senso pieno è la diocesi, descritta dal concilio Vaticano II come «una porzione del popolo di Dio affidata alle cure pastorali di un vescovo coadiuvato dal presbiterio, in modo che... costituisca una Chiesa particolare, nella quale è veramente presente e opera la Chiesa di Cristo, una santa cattolica e apostolica»
Concilio Vaticano II, Christus Dominus, 11.
Il mistero della Chiesa si manifesta e si fa presente in varie figure concrete: la parrocchia, l’assemblea liturgica, la comunità religiosa, la famiglia cristiana, «dove sono due o tre riuniti» (Mt 18,20) nel nome di Gesù. Ma propriamente solo la diocesi viene chiamata Chiesa particolare, perché solo essa è presenza e immagine adeguata della Chiesa universale, in quanto ne possiede tutti gli elementi costitutivi visibili: la parola della divina rivelazione, l’eucaristia, gli altri sacramenti e il vescovo, che è segno e presenza in senso pieno di Cristo pastore, successore degli apostoli e membro del collegio episcopale. Inoltre con la varietà dei carismi essa esprime pienamente la vita e la missione del popolo di Dio, inviato ad accogliere, purificare e santificare la popolazione di un territorio con tutte le dimensioni della sua umanità.
| CCC, 833 |
La parrocchia
[458]
All’interno della diocesi ha grande importanza la parrocchia, comunità stabile di credenti idonea a celebrare l’eucaristia, guidata da ministri ordinati in qualità di collaboratori del vescovo. È l’espressione «più immediata e visibile»
Giovanni Paolo II, Christifideles laici, 26. Concilio Vaticano II, Sacrosanctum concilium, 42. Giovanni Paolo II, Christifideles laici, 27. Giovanni Paolo II, Christifideles laici, 27. Paolo VI, Discorso al clero romano, 24 giugno 1963. Giovanni Paolo II, Christifideles laici, 26.
La parrocchia, in vista di una maggiore efficacia operativa, «può essere collegata con altre del medesimo territorio anche in forma istituzionale»
Giovanni Paolo II, Christifideles laici, 26. Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 51. La Chiesa è popolo e famiglia: vuole raccogliere in armonia tutte le voci, senza sminuire la loro originalità.
| CCC, 2179 |