CATECHISMO CHIESA CATTOLICA
550 La venuta del regno di Dio è la sconfitta del regno di Satana:
(300) Cf . (301) Cf . (302) Cf . (303) Venanzio Fortunato, Inno « Vexilla Regis »: MGH 141, 34 (PL 88, 96).
« Le chiavi del Regno »
| CdA 186-195 CONFRONTAVAI CdA 378-388 CONFRONTAVAI Mt 12,26Mt 12,28Lc 8,26-39Gv 12,31 |
CATECHISMO DEGLI ADULTI
186 - 195
Liberatore vittorioso
[186]
Come la scelta iniziale, così tutto il servizio messianico di Gesù si sviluppa in conflitto con «l’impero delle tenebre» (Lc 22,53), fino all’ora decisiva della passione
Dove passa Gesù di Nàzaret, si manifesta una potenza di liberazione, di guarigione e di riconciliazione
«Il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo» (1Gv 3,8), perché gli uomini «abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,10). La vittoria di Gesù e dei suoi discepoli sul peccato e la morte, sulla sofferenza, la malattia e il disordine della natura
| CdA, 382-385 CONFRONTAVAI |
Gli esorcismi di Gesù
[187] A volte la lotta di Gesù contro il male assume la forma di uno scontro diretto, di un esorcismo con l’ordine di lasciare liberi gli indemoniati. Come interpretare questi episodi?
Alcune situazioni che i Vangeli, considerando il legame tra malattia e regno delle tenebre e seguendo la mentalità popolare del tempo, qualificano come possessione diabolica, possono essere ritenute normali malattie fisiche o psichiche, come sembra essere il caso della donna curva da diciotto anni, incapace di raddrizzarsi, che si riteneva “legata” da satana
| CdA, 386 CONFRONTAVAI |
Segni di Dio
[189] I miracoli annunciano e inaugurano il regno di Dio. C’è chi si chiede se abbia ancora senso parlare di miracoli, se essi siano oggi di aiuto alla fede o piuttosto di ostacolo, in quanto estranei alla mentalità scientifica dell’uomo moderno. È essenziale coglierne il significato.
Nell’Antico Testamento gli eventi prodigiosi dell’esodo e in genere i miracoli compiuti da Dio e dai suoi inviati attestano la presenza salvifica del Signore nella storia del suo popolo. Nel Nuovo Testamento questi fatti straordinari sono chiamati «miracoli (opere potenti), prodigi e segni» (At 2,22): opere potenti, perché manifestano la potenza creatrice di Dio; prodigi, perché sono avvenimenti straordinari e inspiegabili, che destano l’ammirazione degli uomini; segni, perché nel contesto della predicazione evangelica trasmettono un preciso significato, la venuta del Regno. Dei tre termini il più adeguato è proprio l’ultimo.
I miracoli sono gesti con cui Dio ci parla. Si rivolgono sempre alle persone, o perché le riguardano direttamente, come le guarigioni di malati, o almeno perché recano loro qualche beneficio materiale e spirituale, come accade nella moltiplicazione dei pani e in altre trasformazioni della natura. E per costituire il segno, non conta solo il fatto straordinario, ma anche il modo e il contesto in cui avviene.
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Umiltà e autorità di Gesù
[190]
Gesù di Nàzaret mostra il suo stile inconfondibile anche nel fare miracoli. Coerente con la sua missione di Messia-Servo, fermo nel respingere le tentazioni della ricchezza, del successo e del dominio, non si serve mai del miracolo per il proprio interesse personale, ad esempio per alleviare la propria fame, sete, stanchezza. Rifiuta le richieste di miracoli spettacolari, che costringano a credere
Gesù come insegna con autorità, così compie i miracoli con autorità, a nome proprio: «Io ti dico» (Mc 5,41); «Ti ordino» (Mc 2,11). Agisce con naturalezza, senza sforzo e senza alcuna preparazione; gli basta una semplice parola. Il risultato è istantaneo, sebbene i casi siano diversissimi: guarigione di lebbrosi, ciechi, sordomuti, paralitici, epilettici; risurrezione di morti; moltiplicazione di pani e pesci, trasformazione dell’acqua in vino, una pesca miracolosa, una tempesta sedata. Alla singolarissima autorità si unisce una sorprendente umanità e tenerezza: a volte interviene senza essere richiesto, per compassione; a volte non esita a infrangere le prescrizioni della legge, guarendo in giorno di sabato o toccando i lebbrosi e i morti.
| CCC, 447 |
Significato dei miracoli
[191]
I miracoli di Gesù sono strettamente collegati alla sua predicazione. È sempre in cammino, infaticabile, per città e villaggi della Galilea, «predicando la buona novella del Regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo» (Mt 4,23)
Il loro significato è molteplice. Dio si è fatto vicino in modo nuovo, per vincere il peccato, la malattia, la morte e ogni forma di male, per dare all’uomo la salvezza integrale, spirituale, corporea, sociale e cosmica, ora come in un anticipo e poi alla fine della storia in pienezza, facendo «nuove tutte le cose» (Ap 21,5). Gesù è il Messia, «colui che deve venire» (Mt 11,3)
La stessa riluttanza a compiere miracoli, che Gesù manifesta più volte, ha un suo significato. Egli vuole evitare che la gente strumentalizzi Dio ai propri interessi immediati
| CdA, 422-424 CONFRONTAVAI |
Aiuto alla fede
[194]
Essendo «segni certissimi della divina rivelazione»
Concilio Vaticano I, Dei Filius, III - DS 3009; cf. Ivi, Canoni III, 3 - DS 3033.
Tuttavia non bastano certo i miracoli a produrre la fede: è l’attrazione interiore del Padre che la suscita
| CdA, 156 CONFRONTAVAI |