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CATECHISMO CHIESA CATTOLICA
1653 La fecondità dell’amore coniugale si estende ai frutti della vita morale, spirituale e soprannaturale che i genitori trasmettono ai loro figli attraverso l’educazione. I genitori sono i primi e principali educatori dei loro figli.
(314) Cf Concilio Vaticano II, Dich. Gravissimum educationis, 3: AAS 58 (1966) 731. (315) Giovanni Paolo II, Esort. ap. Familiaris consortio, 28: AAS 74 (1982) 114. | CdA 729-738 CONFRONTAVAI CdA 1059-1065 CONFRONTAVAI CdA 729-738 CONFRONTAVAI |
CATECHISMO DEGLI ADULTI
1059 - 1065
Sessualità e fecondità
[1059] L’amore coniugale costituisce l’unità degli sposi, unità riservata a loro, ma non chiusa in un egoismo a due.
L’uomo e la donna sono diversi non solo per integrarsi reciprocamente, ma anche per generare ed educare figli. «Dio li benedisse e disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra”» (Gen 1,28). L’unione fisica e affettiva si prolunga e si personifica nei figli. «I coniugi, mentre si donano tra loro, donano al di là di se stessi la realtà del figlio, riflesso vivente del loro amore, segno permanente dell’unità coniugale»
Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 14.
È evidente che sessualità e fecondità sono finalisticamente connesse a livello di dinamismo biologico. Ma lo sono anche nell’ordine simbolico. Come il sorriso esprime simpatia e la stretta di mano amicizia, così l’atto coniugale è un gesto importante di comunicazione, un linguaggio che ha due significati oggettivi inscindibili: unitivo e procreativo
Cf. Paolo VI, Humane vitae, 12. |
Missione educativa dei genitori
[1064]
La fecondità non si riduce alla riproduzione biologica, ma include l’educazione. Innanzitutto i coniugi educano se stessi; si aiutano reciprocamente a crescere verso la pienezza umana e cristiana. Poi, col fatto stesso di generare persone destinate a svilupparsi, si assumono un compito educativo nei loro confronti. L’educazione dei figli è una generazione prolungata e la famiglia è un «grembo spirituale»
San Tommaso d’Aquino, Somma Teologica, II-II, q. 10, a. 12. Cf. Concilio Vaticano II, Gravissimum educationis, 3.
I genitori devono essere vicini ai figli con la testimonianza personale e il colloquio quotidiano, evitando di essere possessivi o al contrario dimissionari dalle proprie responsabilità. «Di fronte alla cura per i figli e alla loro educazione, tutto sia per noi secondario. Se fin dall’inizio insegni al fanciullo ad essere saggio, egli acquista la ricchezza più grande di ogni altra e la gloria più valida»
San Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Lettera agli Efesini, 21, 2.
La comunicazione educativa non è a senso unico. I figli contribuiscono attivamente alla formazione dei genitori. La famiglia, nel quotidiano intreccio di rapporti interpersonali, costituisce il primo ambiente di umanizzazione, «la prima e vitale cellula della società»
Concilio Vaticano II, Apostolicam actuositatem, 11. | CCC, 2221-2231 |