CATECHISMO CHIESA CATTOLICA
2261 La Scrittura precisa la proibizione del quinto comandamento: « Non far morire l’innocente e il giusto » (). L’uccisione volontaria di un innocente è gravemente contraria alla dignità dell’essere umano, alla « regola d’oro » e alla santità del Creatore. La legge che vieta questo omicidio ha una validità universale: obbliga tutti e ciascuno, sempre e dappertutto.
| CdA 880-891 CONFRONTAVAI CdA 1015-1019 CONFRONTAVAI CdA 1025-1036 CONFRONTAVAI Es 23,7 |
CATECHISMO DEGLI ADULTI
1015 - 1019
L’uomo vale per se stesso
[1015] La mentalità materialistica celebra la vita solo nella misura in cui raggiunge il successo, l’efficienza, la ricchezza, il piacere. Non le riconosce un valore in sé e per sé. Perciò finisce per alimentare una cultura di morte, che trova le sue manifestazioni nel disprezzo e nell’emarginazione dei più deboli, nell’aborto, nell’eutanasia, nell’omicidio anche per futili motivi.
| CCC, 356-357 |
Valore della vita fisica
[1016]
Un valore assoluto va riconosciuto a quella vita di comunione, di cui Gesù ha detto: «Sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,10). Non ha invece un valore assoluto la vita fisica, che all’occorrenza, secondo l’insegnamento del Maestro, bisogna essere pronti anche a sacrificare, per riaverla in pienezza nella vita eterna
D’altra parte la vita fisica, pur non essendo il bene supremo, fa da supporto a tutti gli altri beni e ne consente l’attuazione. Va perciò rispettata dal concepimento alla morte naturale. Va curata e servita in modo che tutti possano avere cibo, vestito, abitazione, lavoro, tempo libero, assistenza sanitaria. Va difesa da ogni forma di violenza e preservata dai pericoli che la minacciano, quali l’alcolismo, la droga, gli incidenti prevedibili.
| CCC, 2288-2291 |
Unità di anima e di corpo
[1017]
La coscienza cristiana avverte lucidamente questi doveri, perché ha un’alta considerazione del corpo, elemento costitutivo della persona umana, «destinato alla risurrezione nell’ultimo giorno»
Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 14.
Secondo la concezione biblica, l’uomo è «spirito, anima e corpo» (1Ts 5,23), cioè un soggetto partecipe di energia divina, vivo e pieno di desideri, inserito nel mondo e sottomesso alla caducità. La nostra tradizione culturale preferisce invece parlare di anima e di corpo. Ma quel che conta è affermare l’unità dell’uomo, unico soggetto che vive a vari livelli, posto tra cielo e terra, uditore di Dio e interprete delle cose materiali
Cf. Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 14. | CCC, 362-368CdA, 366-367 CONFRONTAVAI |
[1018] Il corpo umano è senz’altro un oggetto cosmico tra innumerevoli altri, un punto effimero nell’immensità dell’universo. Ma non si può ridurre a una particella di materia. Già dal punto di vista biologico appare meravigliosamente complesso. Inoltre, fatto ancor più significativo, è integrato nell’esperienza soggettiva della persona.
Io non solo osservo il mio corpo dall’esterno, ma lo vivo consapevolmente dall’interno: nell’agire, nel soffrire, nel toccare, in tutte le mie sensazioni. Io sono il mio corpo. Mediante il corpo ricevo influssi esterni, modifico le cose, comunico con gli altri, esprimo e realizzo me stesso. Una contrazione muscolare diventa nella coscienza un grido di dolore; realtà biologiche come il nascere e il morire, il mangiare e il bere, la sessualità e la malattia si caricano simbolicamente di significati esistenziali. Viceversa, un atteggiamento spirituale diventa gesto concreto: l’amicizia si fa sorriso, sguardo, abbraccio; la fede si fa testimonianza di parole e di opere.
Il corpo è linguaggio; è il dinamico inserirsi del soggetto nel mondo, per incontrare gli altri e rivolgersi a Dio. Partecipa alla dignità della persona ed è chiamato alla gloria eterna. Il rispetto dovuto alla persona si estende dunque anche al suo corpo. «Glorificate Dio nel vostro corpo!» (1Cor 6,20).
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[1019] La persona umana, immagine vivente di Dio, ha valore per se stessa: va rispettata e amata incondizionatamente.
Il corpo è espressione della persona e partecipa del rispetto ad essa dovuto.
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