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CATECHISMO DEI RAGAZZI
Vi ho chiamato amici

Catechismo dei Ragazzi

Vi ho chiamato amici
La primavera della vita

(25. La preghiera cristiana Dio educa il suo popolo alla preghieraLa religiosità popolareCdA 1156(30. Comunicazione e cultura Promotori di culturaFede e cultura
CdA 1015-1019 (26. Accoglienza e rispetto della vita: 1. Il vangelo della vita); CdA 1098-1100 (28. L’impegno sociale e politico: 2. Persona e società)
IN PARTICOLARE:
vita in famigliaCdA 73218. I sacramenti per il servizio della vita comunitaria Il sacramento del matrimonioDalla sacralità al sacramentoCdA 73618. I sacramenti per il servizio della vita comunitaria Il sacramento del matrimonioCarità coniugale

L’età dei ragazzi è una stagione come la primavera, carica di primizie e di promesse.
Ci sono aspirazioni potenti e forze misteriose che premono. Il domani sembra più affascinante del presente. Desideri contraddittori e confusi si rincorrono: gustare intensamente la vita, essere se stessi e pensare e decidere in maniera più personale, voler bene e cercare amore.
Il desiderio di autonomia e la paura di non essere capiti può anche indurre a esperienze negative.
La sincerità e il coraggio sono la strada per non cadere in prigionie che impediscono scelte libere.
Mentre la cronaca registra atti di violenza e di intimidazione, noi crediamo alla forza del bene, impariamo a guardare intorno a noi persone e cose, con occhio più attento. I segni della pace e della vita sono meno vistosi dei segni della morte.
Chi lavora con onestà e cerca il bene, non fa cronaca. In famiglia, può esserci sempre un gesto e una parola che aiutano a superare anche le situazioni più difficili. Chi può donare la capacità di amare oggi e domani, al di là di ogni insuccesso?
A questa domanda il cristiano dà una risposta semplice e di fede: Gesù è venuto per raccogliere ogni desiderio di vita. Come il chicco di frumento, posto in terra d’autunno, marcisce e rinasce in primavera, per essere spiga ricca di grano e di promesse, così la vita di quanti credono nel Signore crocifisso rinasce con lui risorto e ogni giorno si rinnova.
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Io sono venuto
perché abbiano
la vita e l’abbiano
in abbondanza.
TRADIZIONI POPOLARI
È Pasqua: quale volto presenta il tuo paese, il tuo quartiere, la tua casa? In molti luoghi, tradizioni popolari e feste sottolineano la gioia per il rinascere della vita.
A volte il folklore esprime la meraviglia dell’uomo dinanzi al nuovo ritmo della natura in primavera.
A Firenze, fin dal medioevo, rivivono le tradizioni del Calendimaggio.
Nell’Appennino tosco-emiliano, i canti del “Maggio” evocano l’amore e la forza della fede.
In Sicilia, la sagra del mandorlo celebra le nuove attese e speranze.
La chiesa, nella sua lunga tradizione, ha ripreso i riti popolari più significativi per celebrare la novità della Pasqua cristiana.
L’acqua benedetta esprime il desiderio di rinascita nello Spirito. Un tempo, al suono festoso delle campane nella Veglia pasquale, i fedeli si lavavano gli occhi, come per accogliere tutta la luce del Signore risorto.
La benedizione del fuoco dice la profonda ricerca del calore dell’amicizia e dell’accoglienza nella comunità cristiana. Le uova benedette richiamano alla vita che esplode da un fragile involucro, come dal sepolcro usci glorioso e vivente il Signore.
In molte città si svolgono sacre rappresentazioni della Passione di Gesù e dell’incontro del Risorto con la Madre e i discepoli.
Riti e feste non sono fine a se stessi; rimandano invece con forza e concretezza ad esperienze di risurrezione nella vita di ogni uomo.
Chi non ha provato il passaggio dal dubbio alla certezza, dalla solitudine all’amicizia, dalla sofferenza alla gioia?
Ex voto
(sec. XIX), Trentino

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