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CATECHISMO DEI RAGAZZI
Sarete miei testimoni

Catechismo dei Ragazzi

Sarete miei testimoni
Tutti siano una cosa sola

CdA 460-469 (11. Lo Spirito del Signore e la comunità dei credenti: 7. Cristiani divisi ed ecumenismo)
IN PARTICOLARE:
dialogo interreligiosoCdA 573-58013. La missione della Chiesa L’attività missionaria verso i non cristianiCdA 581-60613. La missione della Chiesa Il dialogo interreligioso

Nel corso della storia la Chiesa ha conosciuto gravi divisioni. Le lacerazioni sono il frutto della poca fede e dell’incoerenza di vita dei cristiani. Le prime minacce si avvertirono già al tempo degli apostoli, quando alcuni sostenevano che i pagani dovevano accettare la legge e il culto degli ebrei prima di farsi cristiani.
Fu la parola degli apostoli che risolse allora la questione, come narra Luca (leggi At 15,1-35).
L’unità e la comunione visibile nella Chiesa per volontà di Gesù Cristo trovò fin dall’inizio il suo fondamento nel ministero dell’apostolo Pietro e poi in quello dei suoi successori nell’episcopato della Chiesa di Roma. A questa Chiesa fu quindi riconosciuto lungo i secoli il compito di presiedere alla comunione e alla carità.
L’unità della fede nei primi secoli fu compromessa da varie dottrine eretiche e movimenti scismatici.
I grandi concili ecumenici di Nicea (325), Costantinopoli (381), Efeso (431), Calcedonia (451), davanti allo scandalo delle divisioni, definirono la verità della fede. Grave e dolorosa fu la separazione delle Chiese dell’impero d’oriente da quella di Roma nel 1054, da cui nacque la separazione della Chiesa ortodossa dalla Chiesa cattolica.
Nei paesi europei l’ultima grande lacerazione si verificò nei primi decenni del 1500, a partire dal movimento di riforma del monaco agostiniano Martin Lutero. Le comunità ecclesiali nate da questo movimento vengono chiamate protestanti o riformate.
Ancora oggi queste divisioni persistono.
In Italia insieme alla Chiesa cattolica convivono cristiani valdesi, evangelici, anglicani, ortodossi...
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Il movimento ecumenico tra le Chiese, nato agli inizi del millenovecento, cerca di colmare il solco scavato da secoli di incomprensioni e di contrasti.
Il Concilio Vaticano II ha invitato la Chiesa cattolica ad andare incontro ai fratelli delle altre confessioni nella verità e nella carità.
Che cosa unisce i cristiani separati da questi avvenimenti? Ci unisce la fede in Cristo, il Battesimo, l’ascolto della parola di Dio nella Bibbia, la preghiera nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo e l’impegno comune per la pace.
Ogni volta che ci riuniamo nel suo nome, Gesù è presente e con noi prega il Padre “perché tutti siano una cosa sola” (Gv 17,21).
Ogni anno, nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (dal 18 al 25 gennaio), i cristiani invocano dallo Spirito Santo la grazia di superare le divisioni e di ricomporre l’unità della Chiesa voluta da Cristo.
Il Papa e i vescovi, successori degli apostoli, sono guida nel cammino verso l’unità.
Che cosa può fare la nostra comunità per promuovere l’ecumenismo?
Tra cristiani dobbiamo conoscerci e rispettarci, imparare a stimarci a vicenda, ma soprattutto convertirci a Gesù Cristo che è la verità.
Oggi anche nel nostro paese tutti i cristiani sono chiamati dallo Spirito ad incontrare gli uomini di altre religioni, ad accoglierli con amore fraterno e a testimoniare la verità del Vangelo, operando insieme per promuovere la pace e la giustizia nel mondo.
Nell’ottobre 1986 il papa Giovanni Paolo Il ha invitato ad Assisi rappresentanti di tutte le religioni per pregare e chiedere a Dio il dono della pace.

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