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CATECHISMO DEI RAGAZZI
Sarete miei testimoni

Catechismo dei Ragazzi

Sarete miei testimoni
Un canto a Dio salvatore e creatore

CdA 358-369 (10. Cristo principio e fine della creazione: 2. La creazione; 3. Mondo creato e Provvidenza)
IN PARTICOLARE:
la Pasqua e la liberazione dall’Egitto:CdA 636 (15. La santa liturgia: 1. Economia sacramentale): Memoriale
rispetto delle persone:CdA 1018 (26. Accoglienza e rispetto della vita: 1. Il vangelo della vita): Unità di anima e di corpo; CdA 1096-1097 (28. L’impegno sociale e politico: 2. Persona e società): La dignità della persona e i suoi diritti fondamentali
rispetto del creatoCdA 887(22. Libertà cristiana e legge evangelica Il messaggio delle “dieci parole”Settimo comandamentoCdA 1140-1143(29. Un lavoro degno dell’uomo Rispetto dell’ambiente

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Sotto il regno di Davide il popolo di Israele occupava ormai saldamente la terra di Canaan. Il Signore Dio che ha parlato ad Abramo e a Mosè, ha mantenuto le sue promesse.
In famiglia i ragazzi imparavano i racconti delle grandi opere di Dio, che si tramandavano di padre in figlio.
Il popolo di Israele ricordava soprattutto il tempo in cui il Signore Dio lo aveva liberato dalla schiavitù dell’Egitto e nel deserto aveva fatto con i padri il patto dell’alleanza. Questi avvenimenti venivano celebrati ogni anno nella festa della Pasqua.
Vi erano inoltre tradizioni comuni ai popoli vicini: i beduini del deserto, gli egiziani, gli abitanti della Mesopotamia. Tali racconti parlavano dell’origine dei primi uomini e di giardini meravigliosi ove sorgeva l’albero della vita.
(Leggi Gen 2,4-25)
In occasione dei pellegrinaggi ai santuari della sua terra, Israele celebrava la bontà e la misericordia di Dio e lo ringraziava per i grandi benefici ricevuti.
“Quando sarai entrato nel paese che il Signore tuo Dio ti darà in eredità, pronuncerai queste parole davanti al Signore tuo Dio:
Mio padre era un arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa.
Gli egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù.
Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione.
Il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, e ci condusse in questo luogo e ci diede questo paese, dove scorre latte e miele.
Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato.
Le deporrai davanti al Signore tuo Dio e ti prostrerai davanti al Signore tuo Dio”.
(LeggiDt 26,1-11)
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In questa professione di fede il popolo di Israele riconosce che Dio, il Signore che lo ha liberato dall’Egitto, è anche il Creatore di tutte le cose. A lui si rivolge con un canto di lode.
“Benedici il Signore, anima mia,
Signore mio Dio, quanto sei grande!
Quanto sono grandi, Signore, le tue opere!
Tutto hai fatto con saggezza,
la terra è piena delle tue creature”.
Israele ha fissato questa fede nei racconti del libro della Genesi.
(Leggi Gen 1-2)
La prima comunità cristiana ha ereditato da Israele la fede nel Dio dell’alleanza, che è anche il Creatore. Ha riconosciuto che Dio Padre ha creato tutte le cose per mezzo di Gesù Cristo.
(Leggi Col 1,15-20)
Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui.
Ogni essere è dono del Dio della vita. Ogni creatura porta in sé i segni della grandezza e della sapienza divina. Il cielo e la terra, le piante e gli animali e, soprattutto, l’uomo e la donna parlano dell’amore di Dio che fa vivere. Egli ha fatto ogni cosa con sapienza e amore, alle mani operose dell’uomo ha affidato l’universo perché esercitasse il dominio su ogni creatura.
Il mondo con la varietà dei suoi elementi riempie di meraviglia gli occhi degli scienziati e delle persone semplici.
Perché c’è ancora chi uccide, sciupa e inquina?
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