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CATECHISMO DEI GIOVANI
Venite e vedrete

Catechismo dei Giovani

Venite e vedrete
Il sacramento dell’Unzione degli infermi (scheda)

17. I sacramenti della guarigione L’unzione degli infermi

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L’Unzione degli infermi, come gli altri sacramenti, è un intervento del Risorto a favore dell’uomo e della vita.
La Chiesa innesta la sua missione evangelica nella lotta dell’uomo contro la malattia, rivelandogli la potenza di Dio per il dominio sul male. L’Unzione, infatti è sacramento della fede, incontro con Cristo nel segno sacramentale, dono di grazia per superare le difficoltà della situazione di malattia, sostegno nello prova, forza per proseguire il cammino di salvezza nell’ambito della missione della Chiesa.
È un sacramento di guarigione: anzitutto guarigione interiore dalle angosce, dai dubbi e dalle lacerazioni prodotte da ogni grave malattia; qualche volta anche guarigione fisica, per la potenza dell’azione di Cristo nella Chiesa.
Gesù annuncia quest’azione sacramentale fin dalla costituzione del gruppo dei Dodici, quando li invia in missione: "Strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni" ( Mt 10,7-8 ). "E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano" ( Mc 6,12-13 ). Gesù stesso era passato "beneficando e sanando" ( At 10,38 ), compiendo numerosi miracoli: guarigioni di lebbrosi, storpi, ciechi, sordi, restituzione della vita a persone morte ( Lc 7,18-23 ). Sulla croce era diventato il farmaco di Dio che risana tutti coloro che soffrono per il morso del serpente ( Gv 3,14-15 ; vedi Nm 21,4-9 ).
La Chiesa ha vissuto l’Unzione degli infermi in modi molto vari nelle diverse epoche e culture. Nella sua struttura essenziale essa è già presente in una direttiva della lettera di Giacomo, dove sono descritti gli elementi del rito, cioè la preghiera, l’imposizione delle mani e l’unzione con olio da parte del presbitero, come pure gli effetti del sacramento ( Gc 5,13-16 ). L’Unzione dà al malato, insieme alla purificazione interiore, sollievo e conforto. Nella fede invoca anche la guarigione fisica. Santifica lo stato del malato e rende la malattia un evento redentivo. Il cristiano riuscirà a dire con l’apostolo Paolo: "sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa" ( Col 1,24 ). La conformità a Cristo implica una comunione più forte con lui e con la sua Chiesa. Il cristiano che riceve l’Unzione sacramentale acquista un particolare stato di appartenenza alla Chiesa.
Nella sua situazione di sofferenza il cristiano non è un isolato:
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è membro di Cristo, fratello nella famiglia dei figli di Dio. Tutta lo comunità soffre per il suo male e invoca la sua salute. Il momento opportuno per celebrare l’unzione è quando c’è una malattia grave o nel caso di una persona anziana, che non soffre di particolari malattie, ma la cui condizione generale è debilitata.
Nella sua forma ordinaria il rito del sacramento ha tre momenti essenziali: la benedizione dell’olio, l’imposizione delle mani e l’unzione. L’olio viene normalmente benedetto dal vescovo nella messa crismale, ma in caso di necessità lo stesso sacerdote può benedirla durante il rito dell’Unzione. Al di fuori di questa caso, prima di fare le unzioni, una preghiera d’azione di grazie sull’olio benedetto ne esprime il simbolismo sacramentale.
L’imposizione delle mani è un momento significativo del sacramento ed è un gesto silenzioso. Ci sono altre imposizioni delle mani nella liturgia che sono accompagnate dalla recita di una formula; in questo caso invece l’imposizione delle mani stessa è preghiera, gesto d’invocazione dello Spirito, in cui non si chiede nulla. Di fronte alla prova suprema della vita, si fa valere quel criterio massimo stabilito da san Paolo che noi non sappiamo neanche cosa dobbiamo chiedere, ma è lo Spirito che dà contenuto alla nostra preghiera ( Rm 8,26 ). Poi c’è l’unzione: il sacerdote unge la fronte e le mani, mentre pronuncia queste parole: "Per questa santa unzione e la sua piissima misericordia, ti aiuti il Signore con la grazia dello Spirito Santo e liberandoti dai peccati ti salvi e nella sua bontà ti sollevi". Di fronte alla morte rischia di vacillare la fede nel Signore della vita. Il segno dell’unzione diventa messaggio di fede nella potenza di Dio.
Parola e sacramento costituiscono un tutto inseparabile. La liturgia della parola, preceduta da un atto penitenziale, apre la celebrazione; le parole di Cristo e la testimonianza degli apostoli ravvivano la fede del malato e della comunità per chiedere al Signore la forza del suo Spirito. L’Unzione non è solo ricorso al Dio che salva, "fa sorgere", ma è anche grazia fatta ai credenti perché si stimolino vicendevolmente alla conversione e alla preghiera nei momenti della malattia. L’Unzione degli infermi può trasformare lo realtà negativa di chi soffre e di chi condivide la sofferenza in comunione più profonda con il Signore e manifestazione della sua salvezza.

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