Catechismo dei Giovani
Venite e vedrete
Fede, scienza, magia (fuori testo)
Quando si tocca il tema del rapporto tra scienza e fede non pochi avvertono un profondo disagio: alla precisa competenza culturale e scientifica non sempre corrisponde un bagaglio consistente di conoscenze religiose arricchito da una fede consolidata e matura. Questo squilibrio porta a tacitare ora le domande dello "scienziato", ora quelle del "credente". A seconda dei casi viene invocato, per le zone d’ombra dell’esistenza, il "Dio tappabuchi" oppure il "Dio del cuore", rinunciando ad una onesta e responsabile ricerca sulle verità della fede. Si tratta di soluzioni insoddisfacenti, che non possono eliminare la specifica identità della conoscenza scientifica e di quella dell’adesione di fede.
Il mondo in cui viviamo, rispetto al passato, è radicalmente mutato grazie alla scienza e alle sue applicazioni tecnologiche. La nostra cultura sembra affascinata dal pensiero scientifico caratterizzato da una particolare evidenza e affidabilità grazie al ricorso ai metodi sperimentali, al fare riferimento a eventi sempre verificabili empiricamente. In realtà la ricerca scientifica solo apparentemente è neutrale e immune da scopi e presupposti che la orientano e la influenzano. Chi pensa che la scienza da sola basta a capire l’uomo e il cosmo, cade nello "scientismo": assume una particolare prospettiva di conoscenza della realtà e l’assolutizza. In effetti l’approccio "scientifico" alla realtà intende descriverla da un’angolatura particolare, solitamente con il linguaggio formale della matematica, formulando teorie e controllandone capacità e precisione con strumenti adeguati. Ma questo non è l’unico modo di accostare la realtà e talvolta nemmeno il più adeguato. Ci sono oggetti che sfuggono a questo metodo di indagine. E proprio le questioni più decisive per la vita dell’uomo non sono affrontabili in questi termini. La scienza, oggi come ieri, non può dare la risposta ultima sul mistero della vita.
![]() Anche la fede cristiana ha un oggetto proprio. Essa si pone nella prospettiva dell’apertura all’amore incondizionato di Dio, resosi manifesto e disponibile nel suo Figlio Gesù Cristo e comunicato agli uomini di ogni tempo nello Spirito del Signore risorto. Nella fraternità ecclesiale è testimoniata l’efficacia salvifica della storia di Dio in Gesù, fino al suo compimento definitivo.
La fede cristiana ha pertanto essa pure il suo presupposto: è quell’avvenimento di salvezza che la rende possibile e senza il quale resterebbe semplice e disperata proiezione del desiderio umano. In corrispondenza ad esso la fede sviluppa i suoi criteri di verità, il più possibile adeguati al suo oggetto, cioè Dio stesso che la suscita.
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La fede non può rinunciare a quel libero e amoroso affidamento che è l’unico mezzo per raggiungere il senso dell’esistenza umana e l’identità personale di Dio. L’amore non è "cieco": rintraccia l’apertura verso l’altro solo se si scoprono i segni rivelatori della sua presenza e se ne verifica la credibilità.
Similmente l’apertura fiduciosa della fede non rinuncia alla necessità di una verifica razionale, anzi la esige. Questa deve garantirne la plausibilità e l’autenticità, senza però snaturarla. Ma se la fede ha i suoi segni di credibilità, non può tuttavia ridurre se stessa al livello dei segni e ancor meno delle metodologie scientifiche utilizzate per esaminarli. Scienza e fede non si escludono a vicenda: essendo mosse da istanze diverse e guardando al proprio oggetto di conoscenza in prospettive differenti, ciascuna sollecita l’altra ad una maggiore trasparenza ed autenticità.
![]() All’opposto della fede, la magia persegue una linea deresponsabilizzante. Con essa la persona, mentre assume un atteggiamento di autoaffermazione e di dominio, affida in realtà la propria libertà al surrogato sostitutivo degli automatismi magici e rassicuranti, delle formule, degli amuleti...
A questo livello è inevitabile la collisione sia con la scienza sia con la fede. La conoscenza scientifica combatte infatti la credulità, basata su impulsi e bisogni non orientati da convinzioni motivate e sostenibili, contribuendo a smascherare la magia come fonte di raggiro, sfruttamento e sofferenza. Dal canto suo, la fede presuppone l’apertura dell’uomo alla trascendenza personale e non manipolabile di Dio, radicalmente diversa da un generico potere occulto da accaparrarsi. La fede non è pertanto assimilabile alla superstizione e si impegna nella lotta serrata contro ogni strumentalizzazione di Dio, dell’uomo e del creato. A differenza di ogni forma di credulità, la fede cristiana procede con accorta prudenza persino nel discernimento dei fenomeni soprannaturali (miracoli, rivelazioni...), nel presupposto che quanto è essenziale alla nostra fede e alla salvezza si è manifestato, una volta per sempre, in Gesù Cristo, morto e risorto per noi, ma anche che a Dio nulla è impossibile.
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