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CATECHISMO DEI GIOVANI
Venite e vedrete

Catechismo dei Giovani

Venite e vedrete
Per camminare nella fede


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Le domande della vita
Nessuno può vivere senza speranza: ogni azione presuppone un’attesa; attendiamo di realizzarci e di poter continuare a vivere.
Nella vita di Gesù, in particolare nella sua Pasqua, si realizza il compimento delle antiche speranze di salvezza. Dio mantiene sempre le sue promesse.
Nella risurrezione di Gesù, il regno di Dio esprime l’esperienza salvifica più alta e indica il compimento definitivo della storia nella vita del mondo che verrà, quando Dio sarà "tutto in tutti"
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• Le vicende della tua vita sono un mista di timori e speranze: quali motivazioni più di altre ti aiutano a guardare con fiducia al futuro?
• Quali sono le speranze che riempiono il cuore dei giovani di oggi?
• Che risposte dai alla ricerca di significato sull’origine e sulla fine della vita terrena?
• Quali messaggi ti attendi dalla Chiesa, perché renda credibile il nostro fidarci di Dio?
1Cor 15,28
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L’ascolto della Parola
"La carità non avrà mai fine.
Le profezie scompariranno;
il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà.
La nostra conoscenza è imperfetta
e imperfetta la nostra profezia.
Ma quando verrà ciò che è perfetto,
quello che è imperfetto scomparirà.
Quand’ero bambino, parlavo da bambino,
pensavo da bambino, ragionavo da bambino.
Ma, divenuto uomo,
ciò che era da bambino l’ho abbandonato.
Ora vediamo come in uno specchio,
in maniera confusa;
ma allora vedremo a faccia a faccia.
Ora conosco in modo imperfetto,
ma allora conoscerò perfettamente,
come anch’io sono conosciuto".
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La voce della Chiesa
"Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Cristo dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti
darà la vita anche ai vostri corpi mortali" (Rm 8,10-11).
Ora infatti il nostro corpo è nella condizione
terrestre, mentre allora sarà in quella celeste.
O felice quell’alleluia cantato lassù!
O alleluia di sicurezza e di pace! Là nessuno ci sarà nemico, là non perderemo mai nessun amico.
Ivi risuoneranno le lodi di Dio. Certo risuonano
anche ora qui.
Qui però nell’ansia, mentre lassù nella tranquillità.
Qui cantiamo da morituri, lassù da immortali.
Qui nella speranza, lassù nella realtà.
Qui da esuli e pellegrini, lassù nella patria.
Cantiamo pure ora, non tanto per goderci il riposo, quanto per sollevarci dalla fatica.
Cantiamo da viandanti.
Canta, ma cammina.
Canta per alleviare le asprezze della marcia, ma cantando non indulgere alla pigrizia.
Canta e cammina.
Che significa camminare?
Andare avanti nel bene, progredire nella santità.
Vi sono infatti, secondo l’Apostolo, alcuni che progrediscono sì, ma nel male.
Se progredisci è segno che cammini, ma devi camminare
nel bene, devi avanzare nella retta fede, devi progredire nella santità.
Canta e cammina".
(S. Agostino,
Discorsi, 350, 3)
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Il dialogo della preghiera
"Padre mio, io mi abbandono a te:
fa’ di me ciò che ti piace!
Qualunque cosa tu faccia di me,
ti ringrazio.
Sono pronto a tutto,
accetto tutto,
purché la tua volontà si compia in me
e in tutte le tue creature.
Non desidero niente altro, mio Dio.
Rimetto la mia anima nelle tue mani,
te la dono, mio Dio,
con tutto l’amore del mio cuore,
perché ti amo.
Ed è per me un’esigenza d’amore il donarmi,
il rimettermi nelle tue mani, senza misura,
con una confidenza infinita,
poiché tu sei il Padre mio".
(Charles de Foucauld)
"Non so quando spunterà l’alba
non so quando potrò
camminare per le vie
del tuo paradiso
non so quando i sensi
finiranno di gemere
e il cuore sopporterà la luce.
E la mente (oh, la mente!)
già ubriaca, sarà
finalmente calma
e lucida:
e potrò vederti in volto
senza arrossire".
(Davide Maria Turoldo, Canti ultimi)
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L’incontro con i testimoni
Francesco d’Assisi
È uno dei santi più conosciuti e più amati. La sua vita ha come scenario principale la piccola città di Assisi, dal 1182 al 1226. ma lo vede anche pellegrino per tutta l’Italia centrale e ben oltre, fino all’Oriente, in una missione tra i musulmani.
Nel 1204, a soli 22 anni, la sua vita gaudente si trasforma radicalmente in una totale osservanza del Vangelo. Altri giovani lo seguono e con loro si dedica alla predicazione e alla testimonianza evangelica, richiamando la società e la Chiesa del tempo alla riscoperta della fraternità, della pace, della povertà, dell’umiltà, dell’amore per tutti e per tutte le creature di Dio, nella gioiosa accettazione della sua volontà.
Al centro della sua esperienza sta una sempre più profonda immedesimazione a Cristo: conoscere lui, imitare lui, seguendolo nel cammino della croce, fino ad assumere su di sé le piaghe del Crocifisso.
la sua scelta di totale apertura ad ogni uomo e di profonda fedeltà al Vangelo nella Chiesa i esemplare richiamo alle esigenze della conversione e alla gioia della fede in ogni tempo.
Altissimu, onnipotente, bon Signore,
tue so’ le laude, la gloria e l’honore
et onne benedictione.
Ad te solo. Altissimo, se konfano,
et nullo homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore,
cum tucte le tue creature,
spetialmente messor lo frate sole,
lo qual’è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle:
in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore. per frate vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale a le tue creature dài sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’acqua,
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si’. mi’ Signore. per frate focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba.
Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore
et sostengo infirmitate et tribulatione.
Beati quelli ke ‘l sosterranno in pace,
ka da te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò skappare:
guai a cquelli ke morranno ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no ‘l farrà male.
Laudate e benedicete mi’ Signore et rengratiate
et serviateli cum grande humilitate".
(San Francesco d’Assisi, Cantico di frate Sole)

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