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CATECHISMO DEI GIOVANI
Io ho scelto voi

Catechismo dei Giovani

Io ho scelto voi
La gioia di un incontro

i discepoli di Emmaus
CdA 68516. I sacramenti dell’iniziazione cristiana L’eucaristiaOrigine e sviluppo storico

Le porte dell’adolescenza stanno per chiudersi alle nostre spalle e stiamo per entrare nel pieno della giovinezza. Ci siamo avventurati sulle strade di questa stagione della vita con tante esitazioni nel cuore e pieni di interrogativi, forse anche già segnati dalla stanchezza e dalla delusione. Come i due discepoli di Emmaus (Luca 24,13-35) abbiamo magari creduto di seguire Gesù perché anche noi siamo entrati con lui in Gerusalemme. Ma non abbiamo avuto il coraggio di seguirlo fino in fondo, fin sul Calvario. Siamo rimasti nella città, fatta di piccole cose, comode e a portata di mano; persino di una religione accogliente e accomodante. Poi ci siamo accorti di aver perso il contatto con lui; ci siamo meravigliati che egli ci abbia “lasciato”; quella città non ci ha più soddisfatto. Delusi, abbiamo pensato di tornare indietro, a vivere nel villaggio.
Su questa strada il Signore risorto si è fatto nostro compagno di viaggio, spronandoci a non soffocare le mille domande della vita, a uscir fuori da ogni apatia. Si è accostato a noi, camminando al nostro fianco, illuminando i nostri dubbi, rilanciando le nostre attese, spingendoci fuori da noi stessi: tiene troppo a ciascuno di noi per perderci e sopportare di vederci lontani.
La sua parola ci ha guidato nella ricerca e ha fatto nascere in noi la speranza. Tra tante parole che ci assediano e distraggono, pretendendo di donare felicità, abbiamo finalmente incontrato la Parola che conosce la nostra verità: è Gesù la Parola che ci ha creati e ci ha liberati. È lui la Parola di verità che sa dirci dove risiede la gioia della vita: la vera libertà è servire nell’amore.
La parola pronunciata da Gesù risuona per noi nelle pagine della Scrittura che la Chiesa ci offre. Essa ha spezzato le tenebre del cammino, ha saputo penetrare in noi fino a farci vedere la realtà in modo nuovo, fino a scoprire che l’estraneo che cammina al nostro fianco è un fratello con cui condividere la vita. Il nostro cuore si è aperto all’accoglienza dello sconosciuto viandante, sotto le cui sembianze si nasconde Gesù. Dalla verità è nato l’amore.
«Resta con noi Signore», gli abbiamo detto, invitandolo a realizzare stabilmente una luminosa novità in tutta la nostra esistenza. Abbiamo capito che vivere ha senso solo se lui prende possesso della nostra casa: ogni angolo ne viene illuminato, ogni istante diventa tempo di grazia. Potremo dialogare con lui nella preghiera, contemplarlo nel silenzio, capire la sua volontà.
Gesù, poi, si è seduto alla nostra mensa, per condividere il cibo che dà forza nel cammino. Lì abbiamo scoperto che questo cibo è lui steso, la sua vita donata per noi. Il pane spezzato e condiviso è segno della vita di Gesù che si lascia condividere, perché anche noi, vivendo di lui, diventiamo capaci di lasciarci condividere dagli altri. Questa vita ci viene comunicata nel pane e nel vino che sono il suo corpo e il suo sangue, come pure negli altri segni della salvezza che accompagnano l’esistenza del cristiano dalla nascita alla morte.
Infine, anche noi, come i due discepoli di Emmaus, abbiamo appreso che la scoperta di Gesù non può restare chiusa nei nostri cuori. C’è bisogno di una comunità in cui celebrare la gioia della vita ritrovata e in cui confermarsi nella fede, grazie alla reciproca testimonianza delle grandi cose che lo Spirito di Dio opera in noi. C’è bisogno anche di gridare a tutti la nostra felicità, svelando la verità che abbiamo incontrato, perché tutti possano sperimentare la stessa libertà, la libertà di amare.

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