Catechismo dei Giovani
Io ho scelto voi
Una donna, figlia ed immagine del popolo di Israele, accoglie in sé il compimento di tutte le speranze di salvezza e lo offre al mondo: è Maria.
L’umile vergine di Nazareth da sempre è stata scelta e amata da Dio e ha trovato grazia presso di lui. Il figlio che le è promesso instaurerà per sempre il regno di Dio atteso: «Ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine» (Luca 1,31-33).
L’annuncio dell’angelo comunica il dono di sé che Dio fa all’umanità. Il carattere assolutamente gratuito di questo dono si manifesta nel modo stesso con cui si realizza: il Figlio di Dio si fa uomo non per opera dell’uomo. Maria diventerà Madre del Figlio di Dio restando per sempre vergine, perché ciò che è generato in lei è opera dello Spirito Santo. In forza di questo dono e per il suo legame unico col Figlio Gesù, sarà la “tutta santa”, preservata totalmente dal peccato di origine e da ogni peccato personale.
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La realizzazione della grande speranza dipende ora dal “sì” di questa donna. Essa lo pronuncerà con un’apertura totale: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» (Luca 1,38).
La sua disponibilità è piena, nonostante esistano oscurità e umane difficoltà sul modo con cui Dio realizzerà il progetto che ha su di lei. Il suo sperare «contro ogni speranza» (Romani 4,18), perché «nulla è impossibile a Dio» (Luca 1,37), la rende modello per ogni credente, figura e realizzazione perfetta della comunità dei credenti, Madre della Chiesa. Essa merita davvero l’elogio di Elisabetta: «Beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore» (Luca 1,45).
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L’atteggiamento di tutta la sua vita, aperta alla fiducia e alla speranza in Dio, è espresso nel gioioso canto del “Magnificat”. Dio è capace di iniziative impensabili. Ha fatto grandi cose in lei, umile schiava del Signore, facendola madre del suo Figlio e mostrandone la grandezza a tutte le generazioni. È un Dio che tutto può. La sua azione sconvolge i disegni umani. I poveri, che pongono in lui la loro speranza, non resteranno delusi. Coloro che per il mondo non contano troveranno in lui dignità e vita. A quanti sperano solo in se stessi e si fidano esclusivamente delle proprie capacità e del proprio potere, mostrerà quanto è vuota la loro vita. In questo Dio si può aver fiducia, perché è fedele. Non dimentica le sue promesse. Si china con misericordia sugli uomini e interviene con potenza nella loro storia.
Maria, che a questo Dio ha detto il suo “sì” generoso, ha potuto accogliere e donare al mondo Gesù, speranza di vita per ogni uomo. La benevolenza di Dio per lei e la sua comunione al mistero di Cristo la renderanno pienamente partecipe alla fine della sua esistenza della risurrezione del suo Figlio: assunta in cielo, Maria diviene per la Chiesa segno di conforto e di speranza, immagine del compimento verso cui la Chiesa è in cammino.
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L’INNO DI GRAZIE AL DIO FEDELE
«L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre». (
Luca 1,46-55
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