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CATECHISMO DEI GIOVANI
Io ho scelto voi

Catechismo dei Giovani

Io ho scelto voi
Un popolo, una terra e la libertà

CdA 47-48 (2. Dio cammina con gli uomini:1. La rivelazione di Dio nella storia): L’Antico Testamento
IN PARTICOLARE:
Abramo:CdA 47 (2. Dio cammina con gli uomini:1. La rivelazione di Dio nella storia): L’Antico Testamento;CdA 433 (11. Lo Spirito del Signore e la comunità dei credenti: 4. Il popolo santo di Dio): Israele; CdA 800(21. La vocazione del cristiano:1. Chiamata di Dio e risposta dell’uomo): Vocazioni particolari e vocazione comune; CdA 958 (25. La preghiera cristiana:1. Dio educa il suo popolo alla preghiera): Dialogo vivo con Dio; CdA 1172 (31. La speranza operosa: 1. Incontro al Signore che viene): Speranze storiche
l’EsodoCdA 1143. La buona notizia Si compiono le atteseLa regalità di Dio nell’Antico TestamentoCdA 35810. Cristo principio e fine della creazione La creazioneDal Dio della storia al Dio della creazione

La speranza nell’adempimento delle promesse di Dio guida Israele nella sua storia. Tutta il cammino di Israele può essere riletto come una storia di speranze, che continuamente allargano il proprio orizzonte e definiscono con sempre maggior chiarezza i propri contenuti. Il Dio della promessa ha suscitato queste speranze, intervenendo con gesti di salvezza e con le parole profetiche da lui ispirate.
È un cammino questo che inizia con la promessa di una terra e di un popolo al nomade Abramo:
«Vattene dal tuo paese, dalla tua patria
e dalla casa di tuo padre,
verso il paese che io ti indicherò.
Farò dite un grande popolo e ti benedirò,
renderò grande il tuo nome
e diventerai una benedizione...
in te si diranno benedette
tutte le famiglie della terra»
In Abramo e nella sua discendenza la parola della promessa mette in movimento la storia di un popolo e con esso la storia dell’intera umanità. Abramo, nella sua obbedienza alla promessa, resta per sempre il simbolo della fede (Galati 3,6-9) e la figura di coloro che sperano contro ogni speranza (Romani 4,18).
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Quando questa promessa sembra svanire nella schiavitù dell’Egitto, Dio suscita per il suo popolo un liberatore, Mosè. A lui Dio affida un nuovo orizzonte di speranza, riaccendendo l’attesa della terra:
«Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dalla mano dell’Egitto e per farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso, verso un paese dove scorre latte e miele»
(Esodo 3,7-8).
Nell’esodo dall’Egitto Dio apre al suo popolo il cammino della libertà (Esodo 15,1-21). Questa esperienza di liberazione mantiene viva in Israele la speranza in un Dio salvatore e liberatore dei singoli e del popolo. Ogni uomo giusto, nella morsa della sofferenza, può invocarlo con fiducia per essere liberato:
«Ma io confido in te, Signore;
dico: “Tu sei il mio Dio,
nelle tue mani sono i miei giorni”.
Liberami dalla mano dei miei nemici,
dalla stretta dei miei persecutori:
fa’ splendere il tuo volto sul tuo servo,
salvami nella tua misericordia»
E quando giunge la tragedia dell’esilio, la parola profetica annuncia con forza a Israele un nuovo intervento liberatore di Dio:
«Non temere, perché io ti ho riscattato,
ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni.
Se dovrai attraversare le acque, sarò con te,
i fiumi non ti sommergeranno;
se dovrai passare in mezzo al fuoco,
non ti scotterai, la fiamma non ti potrà bruciare;
poiché io sono il Signore tuo Dio,
il Santo di Israele, il tuo salvatore»
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