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CATECHISMO DEI GIOVANI
Io ho scelto voi

Catechismo dei Giovani

Io ho scelto voi
Due in una carne sola

CdA 729-738 (18. I sacramenti per il servizio della vita comunitaria:1. Il sacramento del matrimonio); CdA 1052-1065 (27. Sessualità, matrimonio e verginità:2. Pari dignità di uomo e donna; 3. L’amore coniugale; 4. Il servizio alla vita)
IN PARTICOLARE:
famiglia, Chiesa domesticaCdA 73618. I sacramenti per il servizio della vita comunitaria Il sacramento del matrimonioCarità coniugaleCdA 107127. Sessualità, matrimonio e verginità Famiglia e ChiesaApporto della famiglia alla Chiesa

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Molti pensano che la strada del matrimonio e della famiglia non sia una vocazione, ma una scelta guidata da sentimenti e da interessi privati. I cristiani, invece, alla luce della parola di Dio, scoprono nella vita matrimoniale il culmine di un progetto, che Dio ha tracciato fin dalla creazione. L’essere uomo e donna, l’attrattiva che questo comporta, costituiscono già un appello di Dio a diventare «una carne sola», a costruire cioè una comunità di vita.
È un cammino lungo e affascinante quello che Dio apre con questa prima chiamata: uscire dalla solitudine, per l’incontro dell’amore, fino ad arrivare gradualmente a condividere tutta la vita. Su questo cammino, però, il peccato dell’uomo innalza barriere di diffidenza, di incomprensione, di egoismo. C’è sempre in agguato la tentazione di trasformare l’amore in desiderio di possesso e di dominio della persona amata. L’amore di Cristo per la sua Chiesa – ci dice Paolo – è la luce e la realizzazione piena di quel progetto di comunione di vita, a cui l’uomo e la donna sono chiamati: «I due formeranno una sola carne. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa» (Efesini 5,31-32). Soltanto accogliendo Cristo, come modello e forza del proprio amore, un uomo e una donna trovano la strada per edificare insieme «una sola vita».
Guardando a questo grandioso piano di Dio, l’uomo e la donna credenti consacrano il loro amore con uno speciale sacramento. Con questo segno essi proclamano che è Cristo a sostenere, guidare ed accompagnare l’esperienza del loro amore, in ogni momento della vita. Essi trasmettono l’uno all’altro l’amore con cui Cristo ama la sua Chiesa e accolgono la chiamata a diventare, di fronte alla comunità cristiana e al mondo, un segno concreto ditale amore. Il matrimonio diventa così strumento di salvezza per gli sposi e dono di Cristo alla Chiesa. L’amore, che in esso si manifesta, realizza e svela l’amore infinito di Dio e la vocazione dì tutti gli uomini alla comunione, come pure la vera natura della Chiesa.
Questa realtà, celebrata nel sacramento, diventa programma di vita. Essa esige un amore unico, indiviso e fedele. Domanda la capacità di donarsi totalmente nel corpo e nello spirito. Apre ad un amore fecondo, che genera ed educa nuovi figli di Dio. Diventa amore accogliente verso tutti i fratelli che sono nel bisogno.
Una famiglia cristiana si costruisce in tal modo come “piccola Chiesa”. In essa il progetto di Dio sulla vita è accolto con riconoscenza e fatto crescere con responsabilità. I genitori annunciano il Vangelo ai loro figli e insieme a loro maturano nella fede. Nelle prove e difficoltà della vita ci si sostiene, uniti nella speranza. Nel vivere insieme giorno per giorno, si impara l’amore cristiano e ci si rende disponibili agli altri.
È un ideale troppo alto? L’esistenza di famiglie divise, le crescenti difficoltà della coppia lo possono far ritenere tale. Qualcuno, perplesso o impaurito, rischia di rinunciare in partenza a traguardi così impegnativi... Ma la posta in gioco è grande e decisiva per la nostra vita: occorre una preparazione adeguata. Essa comincia da lontano, con un’educazione seria della propria sessualità ed affettività. La parola di Dio, la grazia dei sacramenti ed un sincero impegno di vita cristiana debbono accompagnarci in questo cammino, illuminando le zone oscure dell’egoismo e aprendoci ad atteggiamenti di donazione e generosità. In particolare, il fidanzamento è tempo di grazia se vissuto come la palestra dell’amore vero, nel segno del rispetto, del dialogo, della fatica di conoscersi, della dedizione sincera. E in ogni passo ci sostiene la fiducia e la preghiera a Dio, che non abbandona mai coloro che chiama sulle sue strade.
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SPOSI CRISTIANI
Tertulliano, uno scrittore cristiano nato a Cartagine verso il 160, così descrive la vita di una coppia cristiana:
«Come descrivere la felicità di quel matrimonio che la Chiesa sigilla, l’offerta eucaristica conferma, la benedizione garantisce, gli angeli annunciano in cielo, il Padre approva? Quale giogo è mai quello di due fedeli uniti in un’unica speranza, in un solo desiderio, in un unico rispetto, in un unico servizio! Essi sono fratelli l’uno per l’altro e si servono reciprocamente; nessuna distinzione fra carne e spirito. Anzi sono veramente due in una carne sola, e dove la carne è una è uno anche lo spirito. Pregano insieme, insieme si inginocchiano, insieme digiunano; si ammaestrano l’un l’altro, si esortano l’un l’altro, insieme si sostengono. Sono uguali nella Chiesa di Dio, uguali al banchetto di Dio, uguali nelle angustie uguali nelle persecuzioni, uguali nelle consolazioni. Nessuno ha segreti per l’altro, nessuno evita l’altro, nessuno è per l’altro di peso. Visitano liberamente i malati, danno sostentamento ai poveri. Le elemosine sono fatte con libertà e i sacrifici senza conflitti le incombenza quotidiane non conoscono impedimenti. Il segno di croce non si fa di il saluto non causa non la si deve dare in silenzio. Tra di loro risuonano salmi e inni; insieme lodano il Signore, meglio che possono. Cristo vede queste cose e se ne rallegra, invia loro la sua pace Dove vi è una tale coppia, là anch’egli si trova, e dove è lui non vi è posto per il male». (Alla moglie, II, 8,6-8)

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