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CATECHISMO DEI GIOVANI
Io ho scelto voi

Catechismo dei Giovani

Io ho scelto voi
«Io sarò con te!»

2. Dio cammina con gli uomini La rivelazione di Dio nella storiaL’Antico TestamentoCdA 1133. La buona notizia Si compiono le atteseLa regalità di Dio nell’Antico Testamento

La paura però non è ancora vinta. Ciò che Dio chiede, quando chiama un uomo, appare sempre troppo grande alla debolezza delle forze umane. Si è portati, forse, dopo un primo entusiasmo, a chiedersi: perché proprio me? che cosa ho io di particolare? non è sproporzionato e troppo ideale ciò che Dio mi propone? Sono le obiezioni, piene di paura, che Mosè stesso fa al suo Dio: «Chi sono io per andare dal faraone e per far uscire dall’Egitto gli Israeliti? » (Esodo 3,11).
Chi misura la chiamata di Dio solo sulle sue forze, non partirà mai: resterà seduto sul ciglio della strada, combattuto tra sogni e paure. Mosè è partito. Ha affrontato ciò che pareva umanamente impossibile perché si è fidato della promessa divina: «Io sarò con te!» (Esodo 3,12). Dio non abbandona chi ha chiamato. La sua potenza è a disposizione della nostra debolezza.
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Egli non farà mancare i segni della sua presenza sul cammino impegnativo al quale ci ha avviato. E il segno più bello è quello che ha dato a Mosè: «Quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio su questo monte» (Esodo 3,12). Quando, per la generosità della nostra risposta e per la forza della nostra testimonianza, altri uomini, insieme a noi, troveranno la strada della libertà e scopriranno il Dio della vita, avremo il segno più consolante che Dio è con noi.
Non sappiamo ancora su quali sentieri Dio ci chiamerà a servire il suo progetto, ma l’esperienza di Mosè, uguale a quella di tante vocazioni, può già orientare con serietà la nostra ricerca.
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«IO TI MANDO»
Ora Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, sacerdote di Madian, e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. Mosè pensò: «Voglio avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?». Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse: «Mosè, Mosè!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!». E disse: «Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe». Mosè allora si velò il viso, perché aveva paura di guardare verso Dio. Il Signore disse: «Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dalla mano dell’Egitto e per farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso, verso un paese dove scorre latte e miele, verso il luogo dove si trovano il Cananeo, l’Hittita, l’Amorreo, il Perizzita, l’Eveo, il Gebuseo. Ora dunque il grido degli Israeliti è arrivato fino a me e io stesso ho visto l’oppressione con cui gli Egiziani li tormentano. Ora va’! Io ti mando dal faraone. Fa’ uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!». Mosè disse a Dio: «Chi sono io per andare dal faraone e per far uscire dall’Egitto gli Israeliti?». Rispose: «Io sarò con te. Eccoti il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio su questo monte». (Esodo 3,1-12)

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