Catechismo dei Giovani
Io ho scelto voi
Noi ti lodiamo e ti benediciamo
15.
La santa liturgia
Incontri che santificanoPer la consacrazione e santificazione dell’uomo a lode di DioCdA 975-98325.
La preghiera cristiana
Dimensioni della preghiera
Contemplare, lodare, ringraziare il Signore
è, senza dubbio, una preghiera difficile.
Difficile perché chiede che fissiamo lo sguardo
su Dio stesso, l’invisibile fonte di ogni bellezza
e di ogni gioia. Difficile perché, se vogliamo
impararla e gustarla fino in fondo, esige
un vero cammino di purificazione, di distacco
anche dal succedersi delle vicende della vita.
Si pensa spesso che la preghiera di contemplazione,
di lode e di ringraziamento sia legata a momenti
belli, in qualche modo particolari della vita.
Questo è vero solo in parte.
Non si può aspettare una notte stellata,
la visione di una meraviglia del creato,
un evento felice per pregare.
Tutta la vita è un dono.
Se le vicende umane a volte la oscurano,
essa non cessa di essere il segno grande
dell’amore di Dio per noi.
Occorre saper guardare e contemplare
la grandezza di Dio nella nostra stessa fragilità
e soprattutto nella capacità sempre nuova
che egli ci dona di rinascere ad ogni nostro insuccesso.
Il mondo che ci circonda è pieno di mistero.
Tutto in questo mondo è di Dio, anche noi stessi:
è lui il Creatore di tutto e il Signore della storia.
Riconoscere la sua grandezza e il nostro essere creature,
il suo amore e il nostro bisogno di essere salvati
ci apre alla contemplazione del suo mistero.
È lui tutto l’amore, la bellezza, la libertà, la vita
che ci attrae, ci genera e ci sostiene.
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Di fronte al mistero, il cammino della preghiera
si sviluppa lungo alcune tappe. Il nostro cuore
si apre anzitutto allo stupore. Tutto ci parla di Dio:
noi per primi, che ne siamo l’immagine, posta
nel giardino della creazione per esserne custodi,
secondo il disegno che egli vi ha iscritto.
Il misterioso disegno della creazione e della storia
induce alla lode: «Tua, o Signore, è la forza,
tua è la gloria, tua la potenza!». Quello che noi siamo,
quello che il Padre chiede che diveniamo
è un progetto grande, in cui emerge
con sempre maggiore chiarezza la nostra povertà,
il nostro essere “piccoli”, nelle sue mani.
Dalla lode nasce la riconoscenza, il ringraziamento:
dire grazie con la parola, ma soprattutto
con la vita, permettendo al Signore di prenderne
pieno possesso. Ringraziare è infatti questo:
lasciarsi possedere, perché la vita che Dio ha creato
cresca e sia sempre più sua.
Ma anche nei momenti difficili della vita,
quando ci avvolge il mistero del male,
nel centro della nostra sofferenza,
io non è lontano o estraneo:
la presenza del suo amore redime ogni male,
anche la morte, come egli ha mostrato
nella croce del suo Figlio.
Anche quando tutto crolla in noi o attorno a noi,
c’è quindi un mistero da contemplare
e una presenza d’amore
per cui rendere lode e ringraziare.
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