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CATECHISMO DEI GIOVANI
Io ho scelto voi

Catechismo dei Giovani

Io ho scelto voi
Scheda: Ecumenismo e dialogo

11. Lo Spirito del Signore e la comunità dei credenti Cristiani divisi ed ecumenismo

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L’amore, frutto dello Spirito, si manifesta nella comunione. Eppure le divisioni segnano da sempre la storia della Chiesa. Molte di esse hanno origini antiche: il rifiuto delle formule con cui i Concili di Efeso e di Calcedonia hanno espresso il mistero di Cristo; la frattura della comunione ecclesiale tra Chiese ortodosse e Chiesa cattolica nell’XI secolo; la Riforma protestante, da cui sono sorte nel tempo molte comunità e confessioni di fede; la particolare vicenda della comunione anglicana; in Italia, infine, la presenza rilevante della comunità valdese.
La più intensa circolazione di uomini e di idee ci porta ogni giorno a contatto diretto con persone non cattoliche. Con molti di loro, appartenenti alle diverse Chiese e comunioni cristiane, condividiamo la fede in Cristo Gesù, il Battesimo, vincolo sacramentale di unità, e tanti doni di grazia.
Constatare pertanto con dolore quante e quanto profonde siano le divisioni tra i credenti in Cristo sollecita l’ecumenismo, cioè l’impegno per la ricomposizione piena dell’unità. Condividiamo così i sentimenti di Cristo, il quale per questo ha pregato prima di morire per i suoi discepoli: «Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato» ( Giovanni 17,21 ).
L’ecumenismo non nasconde la diversità e non ricerca l’uniformità a tutti i costi. L’amore e la fedeltà alla verità, alla propria tradizione ecclesiale, alla fede ricevuta e professata nella propria comunità sono atteggiamenti essenziali nell’incontro con i fratelli. Ciascuno deve poi conoscere e apprezzare l’esperienza di fede dell’altro, accogliendo la come un valore che arricchisce anche la propria fede. In questa prospettiva si inserisce il dialogo, che aiuta a comprendere, ad abbattere i pregiudizi, a prendere coscienza di divisioni e diversità, ad avvicinare nella comune ricerca della verità.
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L’ecumenismo si nutre di conversione al Signore: siamo tutti peccatori davanti a lui; dobbiamo sempre crescere nell’accoglienza sincera della sua misericordia i Conversione significa anche assumere verso i fratelli atteggiamenti di ascolto, ricercare ciò che unisce, valorizzare osservazioni e critiche per purificare la nostra vita di fede. In questo cammino spirituale si deve ricercare l’accoglienza reciproca nel Signore, il comune servizio ai poveri, la costruzione della giustizia e della pace. L’ecumenismo è soprattutto preghiera: l’unità non è frutto di sforzi umani, ma dono che il Signore fa a coloro che si rendono disponibili ad accoglierlo.
Il cammino ecumenico richiede impegno per rinnovare la propria comunità. Siamo chiamati a vivere in sempre maggiore fedeltà al Signore, nella comunione della nostra Chiesa, al cui servizio sono costituiti i pastori, il Papa per la Chiesa universale e il Vescovo per quella particolare.
Un particolare legame unisce i cristiani agli ebrei, nostri “fratelli maggiori”: anche noi siamo figli, nella fede, del padre Abramo. Nell’ambiente ebraico sono le radici del cristianesimo. Gesù è ebreo, così pure la sua e nostra madre Maria e gli apostoli. Cristiani ed ebrei leggiamo la Legge, i Profeti e gli Scritti come parola di Dio. Ci separa la fede in Gesù come Messia, ma ci unisce l’attesa per il “Dio che viene” i Dialogo, conoscenza e sincera stima devono legarci a questo popolo che, a causa di in giustificati pregiudizi, ha sofferto odi e persecuzioni, che non dobbiamo stancarci di condannare.
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Accanto a noi sono sempre più presenti persone di altre religioni: musulmani soprattutto – che adorano con noi un Dio unico, misericordioso e giusto –, ma anche seguaci di antiche religioni orientali. Ci sono poi i nuovi movimenti religiosi e le sette. Il riconoscimento di quanto di vero e di giusto c’è in una tradizione religiosa deve accompagnarsi alla convinta proclamazione del Cristo come pienezza della verità e unico Salvatore dell’uomo. Tale testimonianza va esercitata in un atteggiamento di dialogo, di accoglienza, di incontro nella preghiera rivolta all’unico Dio e di cooperazione nell’impegno per la giustizia e la solidarietà verso ogni uomo.
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