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CATECHISMO DEI GIOVANI
Io ho scelto voi

Catechismo dei Giovani

Io ho scelto voi
Lo Spirito è libertà

CdA 846-851 (22. Libertà cristiana e legge evangelica:1. Lo Spirito è libertà e nuova legge); CdA 892-901 (22. Libertà cristiana e legge evangelica:5. Un ordine morale oggettivo; 6. La creatività dell’amore)
IN PARTICOLARE:
l’angoscia di una libertà affidata a se stessa:CdA 152 (4. Dono di libertà e comunione:2. Liberi dagli interessi e dalle paure): Liberi dall’angoscia
il battesimoCdA 669-67816. I sacramenti dell’iniziazione cristiana Il battesimo

All’uomo prigioniero di se stesso Paolo annuncia con gioia: «Non c’è più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. Poiché la legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte» (Romani 8,1-2). Gesù risorto, per sempre vivo presso Dio, si fa contemporaneo e presente ad ogni uomo attraverso lo Spirito. E lo Spirito la radice e la fonte della nostra libertà, perché «dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà» (2 Corinzi 3,17).
Lo Spirito fa rivivere e mantiene salda dentro di noi la parola di Gesù. È questa Parola viva che ci apre la strada della libertà: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Giovanni 8,31-32). Ed è ancora lui che opera efficacemente nel segno del Battesimo. Nello Spirito infatti siamo divenuti «figli», ad immagine di Gesù (Giovanni 3,5).
È passata l’angoscia di una libertà affidata a se stessa, facile preda di ogni tipo di schiavitù, ed è subentrata una libertà serena, che sa di non poter venire meno, perché è riposta nelle mani di Dio-Amore, che è fedele: «E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: “Abbà, Padre!”. Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio» (Romani 8,15-16).
Ecco la libertà nuova, che scopre il suo fondamento al di fuori di sé. Essa si riconosce gioiosamente come un dono dello Spirito, e per la sua presenza si sente finalmente sicura delle proprie possibilità.
Così la libertà non è più il sogno riservato solo ai forti e ai capaci. Anche là dove gravi handicap fisici e psichici, pesanti condizionamenti della storia e dell’ambiente, la stessa prospettiva ultima della morte possono far disperare della presenza e delle disponibilità della libertà, essa riemerge nella sua realtà più vera, come dono gratuito dell’amore di Dio. Alla potenza del suo dono non possono fare da argine neppure i più pesanti limiti umani. L’unico tragico argine può essere solo peccato, il rifiuto cosciente e libero dell’uomo.
Certo questa radice della libertà è costretta sempre ad esprimersi entro le possibilità limitate della nostra storia. La pienezza della libertà senza barriere ci è possibile solo nella speranza.
Ma le resistenze che troveremo, le realizzazioni sempre parziali che scaturiranno dal nostro impegno, non ci abbatteranno. Sono il banco di prova e di maturazione per la nostra fede e per la speranza nella libertà: «Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi, che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo. Poiché nella speranza noi siamo stati salvati» (Romani 8,22-24).
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L’ORIGINE E IL FINE DELLA LIBERTÀ
Troppe ideologie, sistemi e costumi di vita si propongono oggi come autentiche vie di liberazione dell’uomo. Come orientarsi? La Chiesa illumina questo nostro tempo richiamando l’uomo all’origine e al fine della libertà.
«L’uomo può volgersi al bene soltanto nella libertà, quella libertà cui i nostri contemporanei tanto tengono e che ardentemente cercano, e a ragione. Spesso però la coltivano in malo modo, quasi sia lecito tutto purché piaccia, compreso il male. La vera libertà, invece, è nell’uomo segno altissimo dell’immagine divina. Dio volle, infatti, lasciare l’uomo “in mano al suo consiglio”. Perciò la dignità dell’uomo richiede che egli agisca secondo scelte consapevoli e libere, mosso cioè e indotto da convinzioni personali, e non per cieco impulso interno o per mera coazione esterna.
Ma tale dignità l’uomo la ottiene quando, liberandosi da ogni schiavitù di passioni, tende al suo fine con libera scelta del bene, e si procura da sé e con la sua diligente iniziativa i mezzi convenienti».
(Gaudium et spes, 17)

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