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CATECHISMO DEI GIOVANI
Io ho scelto voi

Catechismo dei Giovani

Io ho scelto voi
Scheda: Pregare: aprirsi al mistero

28. L’impegno sociale e politico Fede cristiana e responsabilità socialePersona e societàCdA 53712. Da un solo Spirito doni diversi I fedeli laiciSantità laicaleCdA 568-57013. La missione della Chiesa Rivelare e comunicare l’amore di DioLa via della testimonianzaCdA 838-84421. La vocazione del cristiano Comune vocazione alla santitàCdA 172-1754. Dono di libertà e comunione «Pregate così»CdA 821-82621. La vocazione del cristiano Andare al PadreCdA 955-101325. La preghiera cristiana

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Pregare è ascoltare e parlare con Dio: è dialogare con lui. Ma egli è invisibile, è ineffabile; per questo a volte sperimentiamo la nostra incapacità a comunicare con lui. Chi ci aiuterà a pregare?
Gesù ci viene incontro e si fa nostro maestro e modello di preghiera. Gesù prega: prega con la sua gente nella sinagoga, ma cerca anche luoghi solitari; passa notti intere in raccoglimento e solitudine. Perché Gesù prega? Gesù vive la sua pienezza di Salvatore nell’incontro quotidiano con la vita degli uomini, sulla loro strada. Ma sente anche il bisogno di salire sul monte per vivere come Figlio, nella sua umanità, un incontro più diretto con il Padre ( Luca 6,12 ).
L’evangelista Luca racconta che un giorno i discepoli vedendo il Maestro pregare gli chiesero: «Signore, insegnaci a pregare». E il Maestro propose la preghiera del discepolo: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome...» ( Luca 11,1-4Matteo 6,9-13 ).
Ma Gesù non è solo maestro di preghiera; comunicandoci il suo Spirito, egli accende in noi il dialogo con il Padre. E lo Spirito infatti che ci fa gridare: «Abbà, Padre» ( Romani 8,14-16 ). Questo dialogo costituisce la trama della liturgia, in cui Dio sollecita con la sua Parola e noi rispondiamo con la preghiera della Chiesa.
Guardando Gesù, il suo comportamento e il suo stile di vita impariamo gli atteggiamenti fondamentali della preghiera: l’ascolto del Padre, l’abbandono confidente in lui, la lode e il ringraziamento, l’offerta di sé.
Pregare è scoprire il volto di Dio, che Gesù ci rivela come Padre: capire questo significa entrare in un mondo totalmente nuovo, in cui ci sentiamo non buttati nella vita a caso, ma pensati e voluti per un disegno di amore.
Pregare è scoprire il vero volto di sé: guardarsi dentro, ritrovare un senso per la vita, perché chiamati a partecipare alla famiglia di Dio, come fratelli di Gesù; è scoprirsi animati dallo Spirito che spinge al coraggio delle scelte, aiutandoci a superare ansie e paure.
Pregare è mettersi in comunione con gli altri in stato di responsabilità. Dio Padre, il Dio dell’amore, e il Figlio, il Signore della vita, ci spingono con la forza dello Spirito Santo a entrare nella storia degli uomini, per vivere nella condivisione l’avventura di un mondo fatto nuovo.
Pregare è entrare in comunione con tutta la comunità dei discepoli del Signore, di ieri e di oggi, anzitutto con la Madre di Gesù, modello perfetto della Chiesa orante: con lei aderiamo al disegno di salvezza del Padre; in lei riconosciamo le meraviglie che Dio compie per i suoi figli; alla sua maternità affidiamo le nostre lodi e le nostre domande.
Pregare non ci fa stare semplicemente di fronte a Dio, ma ci pone già in comunione con lui, nel suo mistero. Lo Spirito stesso di Gesù ci suggerisce la preghiera filiale da rivolgere al Padre: nello Spirito, per il Figlio noi preghiamo il Padre e da lui tutto ci disponiamo a ricevere.
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