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CATECHISMO DEI BAMBINI
Lasciate che i bambini vengano a me

Catechismo dei Bambini

Lasciate che i bambini vengano a me
Ambienti per crescere


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UNA CITTÀ A MISURA DI BAMBINO: IL GIOCO
  220. Il bambino ha bisogno del gioco per vivere, per crescere, per svilupparsi in tutte le dimensioni. E importante che i genitori aiutino il bambino a crescere anche attraverso i modi e gli strumenti del suo gioco.
Il gioco fatto insieme è più bello del gioco fatto da soli. Questo i bambini lo provano attraverso l’esperienza.
Quando si trovano insieme giocano e danno vita ad un ambiente. In questo essi trovano diversi stimoli per il loro sviluppo: nei loro affetti, nelle loro emozioni, nei loro comportamenti, nella loro socievolezza.
I bambini non sono costanti nel loro associarsi, non costituiscono ancora dei gruppi veri e propri. Ma, trovandosi insieme, imparano che non sono isole e che danneggiare altri bambini porta danno anche a se stessi. In questo loro libero associarsi, i bambini hanno bisogno di spazio. C’è una politica edilizia da ripensare perché le strutture delle città tengano realmente conto di questa esigenza.
Si deve parlare di una città accogliente nelle sue strutture, ma anche di persone accoglienti che vivono nelle case, nelle strade, nei negozi.
Sono più importanti i bambini e il loro giocare insieme, o i pavimenti lucidi?
CdA 1162 30. Comunicazione e cultura Presenti nei luoghi privilegiati della cultura Presenza coerente e competente negli strumenti della comunicazione sociale
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LE RELAZIONI CON LE PERSONE
  221. Tante figure sono importanti: il panettiere, l’artigiano il medico, il calzolaio, la portinaia. Dapprima recepite come persone indistinte, prendono piano piano consistenza. Se i bambini sono aiutati a cogliere le relazioni esistenti tra queste persone e il valore del loro lavoro, arrivano alla scoperta del vivere sociale.
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I LIBRI, LE IMMAGINI E LA TELEVISIONE
  222. “L’oltre casa” spesso significa anche tutto ciò che oggi passa per le mani dei bambini o che essi vedono in immagini, diapositive e filmine, televisione e videocassette, libri e albi illustrati.
Non è facile dire ciò che vale e ciò che non è positivo in questa materia.
Tocca ai genitori e agli educatori farsi attenti, addestrarsi a conoscere e a utilizzare correttamente questo mondo ricco di proposte anche allettanti, ma spesso privo di scrupoli.
Particolare rilevanza e incidenza, in positivo e in negativo, assume oggi la televisione. Rispetto ad essa emerge anzitutto un problema di quantità, perché il bambino non sia dipendente, e poi anche un problema di qualità, nella scelta dei programmi.
La televisione è strumento di informazione e di conoscenza che può favorire la crescita culturale e l’apprendimento del bambino. Spetta a genitori ed educatori il discernimento di momenti e contenuti validi.
Appaiono certamente negativi programmi o immagini che ingenerano sentimenti di tristezza e di angoscia; che favoriscono atteggiamenti di violenza e aggressività, impedendo l’educazione alla pace; che indulgono in effetti e rappresentazioni di un mondo pseudo-religioso e magico, favorendo la superstizione e pretendendo di materializzare ciò che è invisibile.
Buona norma educativa è anche quella di non lasciare soli i bambini, ma di vedere con loro i programmi che li interessano.
Quando in famiglia ci si impegna ad offrire ai bambini alternative che li coinvolgano nel gioco e in interessi diversi, si attenua molto il bisogno di vedere la televisione.
È comunque opportuno che, su questi problemi, i genitori si confrontino con altri, per fare la strada non da soli, ma insieme con la Chiesa. Il catechismo ha offerto molti punti di riferimento perché essi maturino questa consapevolezza e questa responsabilità, favorendo, nei piccoli, un approccio giusto e vero a questi mezzi senza ingiustificati e assoluti rifiuti, ma anche senza colpevole indifferenza o noncuranza nel saper discernere e valutare ciò che è bello, vero, giusto e valido.
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