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CATECHISMO DEI BAMBINI
Lasciate che i bambini vengano a me

Catechismo dei Bambini

Lasciate che i bambini vengano a me
I momenti


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  199. Alcuni aspetti della vita suscitano nei bambini sentimenti molto
intensi. Gli adulti possono offrire parole e gesti che permettono loro di dire
a Dio ciò che provano. Si richiede molta semplicità dagli adulti. Nei bambini la semplicità è spontanea, per i genitori è segno di intelligenza e di amore.
sofferenza in famiglia:CdA 1020-1024 (26. Accoglienza e rispetto della vita : 2. Dare senso alla sofferenza)
silenzio: CdA 1150 (30. Comunicazione e cultura : 1. Fedeli alla verità e all’uomo): Il cristianesimo religione della comunicazione
perdono in famiglia CdA 161 4. Dono di libertà e comunione Liberati per essere fratelli Convivenza fraterna CdA 732 18. I sacramenti per il servizio della vita comunitaria Il sacramento del matrimonio Dalla sacralità al sacramento CdA 736 18. I sacramenti per il servizio della vita comunitaria Il sacramento del matrimonio Carità coniugale
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  200. Lo stupore. “Dalla finestra penetra il sole: che bello!”. “Fuori piove, in casa si sta bene al caldo”. “Che bei colori ha il fuoco”. Queste comunicazioni fra adulti e bambini suscitano il loro entusiasmo ed è il modo più religioso di condurli alla scoperta del mondo e di se stessi, del proprio corpo e delle sensazioni che dà:
Signore tu sei bello!
“O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra” ( Salmo 8,2 ).
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  201. La gioia. Molte cose e situazioni possono far felici i bambini: per esempio un gioco o la visita della nonna.
Spontaneamente i bambini ringraziano con un bacio, e un abbraccio manifesta la loro felicità. Gli adulti sono appagati dal loro sorriso.
La capacità di provare gioia è un dono dello Spirito:
Com’è bello essere contenti.
Sia gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito.
Un modo normale nei bambini per manifestare che sono contenti è il canto. Insegnare a cantare, anche motivi non strettamente religiosi, è un segno di un incontro intimo con Dio, nella gioia.
  202. La sofferenza . Nelle case si vivono pure situazioni difficili. I bambini soffrono più di quanto gli adulti presumano di conoscere.
Dio Padre parla attraverso questi fatti ma è difficile intendere la sua voce. Come dialogare con lui; cosa dire? Davanti al dolore i bambini chiedono: perché? Dio è cattivo? Quando i bambini raccontano al Signore i fatti che li fanno soffrire, lo Spirito Santo suggerisce al loro cuore risposte di pace. Uno schema per aiutare i bambini ad esprimersi è questo:
– dire ciò che provoca dolore: papà e mamma, qui si grida...
– raccontare i sentimenti che provano: ho paura... ho voglia di piangere...
– affidare tutto a Dio: Gesù, metto nelle tue mani la mia vita.
– proclamare la fede: Signore Gesù, tu puoi tutto. Che cosa vuoi che io faccia?
Questo modo di pregare può aiutare i bambini a percepire che Dio è vicino con amore ma non è un mago: chiede anche ai piccoli di fare qualcosa per portare pace e speranza.
Nonostante l’invito alla confidenza nel Signore, quando i bambini soffrono si sentono soli e hanno paura.
Non hanno parole per pregare: dentro il loro cuore nasce come un silenzio. Raccontare loro che Gesù è stato anche lui bambino, che ha sofferto, ha patito, è risorto, è presente e li ama, apre i loro cuori alla fiducia.
  203. Il silenzio. Fa parte della preghiera e può essere già preghiera. Dio parla con voce sommessa, come mormorio di vento leggero, testimonia il profeta Elia (cf.1 Re 19,11-13). I bambini sono aiutati a fare qualche attimo di silenzio quando si chiede loro di chiudere gli occhi e di ascoltare il cuore che batte, per sentire la presenza del Signore che li avvolge. È il momento di ricordare qualcosa di bello.
Ci sono altri silenzi: sono quelli che i bambini sperimentano quando si sentono soli.
Quando mi lasciano solo ho paura. Tu sei con me: perché non parli? C’è il mio angelo?
È forse il momento di parlare dell’angelo custode e di insegnare la preghiera: Angelo di Dio, che sei il mio custode...
  204. Il perdono. È particolarmente significativo pregare quando in casa ci si perdona. I bambini, se fanno qualcosa che non va bene, scrutano con timore le facce che sono loro attorno: sperano e hanno bisogno di essere perdonati. Nel momento in cui le braccia dei genitori li accolgono provano sicurezza; si sentono accettati e buoni. È il momento per suggerire:
Signore, perdonaci Signore, aiutaci. La tua bontà sia sempre con noi.
Del tuo amore, Signore Gesù, è piena la terra.

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