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CATECHISMO DEI BAMBINI
Lasciate che i bambini vengano a me

Catechismo dei Bambini

Lasciate che i bambini vengano a me
Come aiutare i bambini a seguire Gesù?


  156. Gesù chiede a chi vuole seguirlo, di fare quello che lui ha fatto.
Lo chiede anche ai bambini.
Pertanto il terzo passo dei genitori è aiutare i bambini ad avere gli stessi atteggiamenti di Gesù. Questi atteggiamenti li possiamo cogliere nel Vangelo, nei fatti e nelle parole di Gesù.
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TI RINGRAZIO, PADRE
  157. I bambini sanno riconoscere e fare gesti buoni.
Provano stupore e ammirazione per le cose belle che vedono: il sole, la pioggia, la neve, gli animali e i giocattoli.
I genitori e gli educatori, quando invitano i piccoli a dire grazie, coltivano uno dei primi fondamentali atteggiamenti dell’educazione morale: la gratitudine. La gratitudine induce al rispetto delle persone e delle cose. Fa pensare alla gratuità del dono più che al diritto di ricevere.
Grazie all’amico, al papà, al Signore creatore dell’universo, a tutti coloro verso i quali si è debitori di qualcosa!
La gratitudine è un atteggiamento morale, ben diverso dal formale ringraziamento richiesto dalla buona educazione.
CdA 979 25. La preghiera cristiana Dimensioni della preghiera Ringraziamento
PADRE, PERDONA LORO
  158. I bambini vedono i comportamenti negativi della gente. Si accorgono anche dei propri errori. Non sempre vedono le persone riconoscere di aver sbagliato, né loro stessi sanno chiedere scusa subito quando fanno qualcosa che non va bene.
Il Vangelo invita con insistenza al perdono.
Perdonare e chiedere di essere perdonati è importante, altri menti gli uomini non imparano a vivere come fratelli.
Anche i genitori e le altre persone della casa si trovano in situazioni di essere perdonati dai bambini e il perdono va chiesto: “scusami, sono stato nervoso, ti ho sgridato ingiustamente”.
La domanda di perdono da parte degli adulti e dei fratelli maggiori aiuta i bambini a capire che anche i grandi sono in cammino sulla strada tracciata da Gesù.
I bambini imparano a perdonare se a loro volta ne fanno esperienza. Il perdono va loro offerto subito, come gesto di gratuità, pure quando non lo chiedono. Un eventuale necessario castigo non deve essere condizione del perdono.
Nell’educare a chiedere perdono è importante distinguere ciò che dipende dall’incapacità infantile da ciò che rivela un atteggiamento non conforme all’amore e al rispetto delle persone.
CdA 196-199 5. I segni del Regno La festa dei peccatori riconciliati
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DAL CUORE DELL’UOMO ESCONO TUTTI I MALI
  159. I bambini avvertono se gli adulti sono veramente interessati alle ragioni e ai sentimenti che li hanno indotti ad agire male o se, piuttosto, si limitano ad essere indispettiti per il loro comportamento esteriore.
Tocca agli adulti capire e insegnare se quello che i bambini fanno di male è qualcosa che allontana da Gesù o se invece è legato alla fragilità infantile.
Gli affrettati giudizi negativi fanno insorgere durante lo sviluppo morale i complessi di colpa.
Il complesso di colpa nei bambini si presenta come l’oscura e angosciosa sensazione di avere sbagliato di non essere stati all’altezza di ciò che gli adulti si aspettavano da loro, e si accompagna al senso di frustrazione, alla paura, alla vergogna.
Ben diversa è la coscienza di peccato, che nasce dalla percezione interiore di non aver obbedito ai comandi del Signore. Questa consapevolezza è segno di aver già acquisito una coscienza morale.
Può anche ingenerare tristezza nel momento in cui suscita il rimorso, ma attiva le forze migliori per ricercare e credere nell’amore che perdona.
La coscienza del bene e del male matura nei bambini progressivamente secondo il grado del loro sviluppo e dell’annuncio di fede che hanno ricevuto.
CdA 134 3. La buona notizia Il Regno è per i poveri Illusoria autosufficienza CdA 396-398 10. Cristo principio e fine della creazione Il peccato originale Alienazione da Dio CdA 912-917 23. La coscienza cristiana Formazione della coscienza CdA 918-921 23. La coscienza cristiana Gradualità nella responsabilità personale
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VI HO CHIAMATI AMICI
  160. I bambini, se sono cresciuti in un clima di fiducia, hanno facilità a stare con gli altri senza guardarli come nemici.
A volte, invece, o perché provano paure o perché emerge il loro egoismo, sono restii a giocare con una sorellina, a cercare un compagno. Non sempre sanno farsi amici.
Non sempre sanno rispettare le regole comuni.
La capacità di amare è più che non fare del male: è una virtù morale da conquistare per saper stabilire rapporti di amicizia.
I bambini per imparare ad amare hanno bisogno di compiere, assieme agli adulti, tante piccole azioni concrete a favore degli altri.
CdA 852-866 22. Libertà cristiana e legge evangelica La via paradossale della gioia
  161. È naturale tra bambini la legge dello scambio: ti do se tu mi dai... In egual misura. Gesù ha dato tutto di sé senza chiedere nulla. E ci dice di fare altrettanto:
Se amate solo quelli che vi amano, che cosa fate di diverso dai pagani? (Leggi Matteo 5,43-48).
Da Gesù abbiamo imparato che la vita è un dono pieno di risorse da spendere a servizio degli altri.
Il percorso da far compiere ai bambini va dalla generosità episodica alla gratuità con tutti. La richiesta di rinunciare a qualcosa va fatta con molto tatto e opportunità, perché i bambini hanno un criterio di valore ben diverso da quello degli adulti: dare le proprie cose per loro è quasi dare una parte di se stessi.
NON SONO VENUTO PER ESSERE SERVITO MA PER SERVIRE
  162. I bambini sono spontanei nell’adoperarsi per gli altri quando si sentono accolti. La casa è il primo ambiente dove i bambini sono e debbono sentirsi protagonisti, assumendo piccole responsabilità per collaborare ed essere solidali nella vita familiare.
CdA 852-866 22. Libertà cristiana e legge evangelica La via paradossale della gioia
  163. La solidarietà è un’attitudine morale da acquisire sin dall’infanzia, come la laboriosità.
Il gioco per i bambini è serio al pari del lavoro.
Sta agli adulti educarli alla laboriosità iniziandoli alla creatività nel gioco, a saper giocare senza annoiarsi, a rimettere a posto i loro giochi. Anche i piccoli servizi in casa possono diventare un grande gioco, che fa acquisire l’attitudine alla collaborazione.
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AMATEVI COME IO VI HO AMATO
  164. I bambini a volte sono prepotenti e aggressivi.
Diverse possono essere le cause. Certamente la mancanza di vero amore, la percezione dell’inutilità della loro presenza, il timore di essere abbandonati provocano la loro reazione.
A volte invece mettono se stessi al centro della vita, chiedendo le cose più disparate.
Perfino i bambini risentono della realtà del male, nella loro persona e nei loro comportamenti.
Amare secondo l’invito di Gesù non è cosa né spontanea né facile.
Lo Spirito Santo dà ai piccoli e agli adulti l’energia per amare. La legge dell’amore non viene dalla volontà degli adulti, quanto dalla volontà del Signore per il bene di tutti.
Se il comportamento di chi sta con i bambini è coerente con questa legge, diventa possibile spiegare a loro i motivi delle richieste più difficili.
Il motivo sta nella gioia che può portare agli altri: quando tuo fratello è contento sei veramente contento anche tu.
CdA 852-866 22. Libertà cristiana e legge evangelica La via paradossale della gioia
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NON ABBIATE PAURA
  165. Non tutto nel mondo è gioia e amore, non tutto è bello.
C’è anche il male fatto di sofferenze piccole e grandi, di malattia e di violenza.
C’è anche la morte e la morte delle persone care.
Viene prima o poi il momento della prova.
CdA 151-152 4. Dono di libertà e comunione Liberi dagli interessi e dalle paure Liberi dall’angoscia CdA 1020-1024 26. Accoglienza e rispetto della vita Dare senso alla sofferenza CdA 1185-1190 32. La vita del mondo che verrà Saper morire
  166. Genitori ed educatori non possono nascondere agli occhi dei bambini ciò che è male e i comportamenti cattivi. Questa esperienza è una prova che viene superata quando i bambini sono abituati a vedere e a giudicare: a chiamare buono ciò che è buono e cattivo ciò che è cattivo.
Senza mai giudicare e condannare le persone.
Il Signore è vicino perché il dolore diventi gioia e l’angoscia diventi speranza di un mondo nuovo.
  167. I genitori o gli educatori non mettono alla prova i bambini, ma quando la prova viene non piangono su di loro né li spingono alla ribellione.
Li aiutano a scoprire in famiglia la via stretta che conduce al Signore.
Pregano con loro perché il Signore li sostenga e sia vicino.
Li educano ad affrontare la prova e ad accettarla, come ha fatto Gesù.
Senza insistere sugli aspetti negativi ma senza disconoscerli; senza parlare di destino. Piuttosto li conducono per mano a immergersi nella luce del mistero della vita.
Non è possibile dare spiegazione razionale ad ogni evento.
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  168. I bambini davanti al mistero della morte, che è assai distante dalle loro esperienze, sembrano indifferenti.
Non sentono di dover morire. Viene però il giorno in cui la morte comincia a diventare esperienza anche per loro. Occorre prevenire questo giorno e non tacere su questo argomento. E opportuno trattarne indirettamente, facendo ad esempio riferimento alla natura, al chicco di grano che muore per far sorgere una nuova pianta. È il percorso che ha seguito Gesù con i discepoli.
Si può parlare della morte con serenità, se già si è sereni di fron
te ad essa. Chi è in questo atteggiamento esclude le deformazioni fantastiche e le descrizioni urtanti e lascia aperto il discorso. Fa di tutto invece perché di fronte al vuoto lasciato dalla morte di una persona Cara, abbia senso anche per i bambini la parola: risorgerà! La paura della morte è vinta quanto più si crede nella risurrezione. Dio fa risorgere gli uomini perché li ama e li vuole con sé in paradiso.
Egli “tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate” (Apocalisse 21,4).

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