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CATECHISMO DEGLI ADULTI

Catechismo degli Adulti

Necessità delle formule
[95] La fede è una decisione personale, ma nessuno può darsi la fede da solo. La riceviamo da altri e la trasmettiamo ad altri; gli altri sostengono noi e noi sosteniamo gli altri. Non è possibile essere cristiani senza la comunità cristiana. La fede è comunitaria e la comunità è madre e maestra di credenti. Per condividere la fede e professarla insieme, occorre un linguaggio comune; sono praticamente indispensabili anche formule fisse.
CdA, 623
CONFRONTAVAI
Carattere storico-salvifico delle formule
[96]  Le formule di fede sono già presenti nell’Antico Testamento e 2-54.pnghanno un carattere storico, come la rivelazione. Presentano Dio in riferimento a persone e avvenimenti: Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe; Dio che ha liberato Israele dall’Egitto. Una professione di fede, molto usata dagli israeliti, ha la forma di un vero e proprio racconto: «Mio padre era un arameo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi, e ci condusse in questo luogo e ci diede questo paese, dove scorre latte e miele. Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato» (Dt 26,5-10).
[97]  Nel Nuovo Testamento la fede cristiana incontra Dio nella storia di Gesù, soprattutto nella sua morte e risurrezione: «crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore» (Rm 4,24). Riconosce Dio come Padre e Figlio e Spirito Santo in riferimento agli eventi di Pasqua e di Pentecoste. Si esprime in formule brevi, che sono molto varie secondo le diverse situazioni, ma si caratterizzano in senso storico-salvifico e trinitario, almeno quando intendono riassumere il contenuto centrale. Così Paolo sintetizza l’annuncio di fede di cui è apostolo: «vangelo di Dio, che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture, riguardo al Figlio suo, nato dalla stirpe di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza secondo lo Spirito di santificazione mediante la risurrezione dai morti, Gesù Cristo, nostro Signore» (Rm 1,1-4).
Simbolo della fede
[98]  Ben presto le principali verità rivelate vengono raccolte in un sommario chiamato “Simbolo della fede”, perché serve come segno di riconoscimento del cristiano e di appartenenza alla Chiesa. Si tratta di una sintesi organica che implicitamente abbraccia tutta la rivelazione, come un minuscolo seme di senape contiene virtualmente l’albero intero con i suoi rami
nota
Cf. San Cirillo di Gerusalemme, Catechesi prebattesimali, 5, 12.
. La sua struttura è articolata in tre parti, che mettono in luce il mistero trinitario e la storia della salvezza: Dio Padre e la creazione, Gesù Cristo e la redenzione, lo Spirito Santo e la santificazione
nota
Cf. Sant’Ireneo di Lione, Esposizione della predicazione apostolica, 99-100.
. Così si presentano anche i due simboli più importanti usati ancora nella liturgia: quello battesimale della Chiesa di Roma, chiamato “Simbolo apostolico”, e quello promulgato con l’autorità dei primi due concili ecumenici, il “Simbolo niceno-costantinopolitano”.
Dalla cura materna della Chiesa accogliamo queste sintesi della fede. Così le consegna a ciascuno di noi un vescovo dei primi secoli: «Nell’apprendere e professare la fede, abbraccia e ritieni soltanto quella che ora ti viene proposta dalla Chiesa ed è garantita da tutte le Scritture... Io ti consiglio di portare questa fede con te, come provvista di viaggio per tutti i giorni di tua vita e non prenderne mai altra fuori di essa»
nota
San Cirillo di Gerusalemme, Catechesi prebattesimali, 5, 12.
.
Il catechismo
[99]  Una impostazione storico-salvifica e trinitaria ha anche questo catechismo, il quale vuole essere una esposizione diffusa di ciò che nel simbolo della fede è concentrato in poche parole. La sua linea di svolgimento può essere indicata con la formula “per Cristo nello Spirito al Padre”, modellata su espressioni analoghe del Nuovo Testamento, come: «Per mezzo di lui[Cristo]possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo Spirito» (Ef 2,18)
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Dei Verbum, 2.
. Questi ne sono i passaggi e le articolazioni principali: l’uomo, in cerca di significato per la sua vita, trova risposta nell’incontro con Cristo, dentro la Chiesa animata dallo Spirito Santo, dove rinasce come figlio di Dio, impegnato con gli altri nella storia e proteso alla vita eterna presso il Padre.
Tale prospettiva generale viene evocata dalla suggestiva parola di Gesù, scelta come titolo: «La verità vi farà liberi» (Gv 8,32). Cristo è «la verità» (Gv 14,6), perché è la rivelazione personale di Dio. Egli dona la libertà, cioè la vita autentica, piena di significato, dei figli di Dio, consapevoli di essere amati dal Padre, sottratti alla paura di perdersi, capaci di amare gli altri come fratelli. Cristo, rivelazione di Dio, è anche rivelazione e attuazione dell’uomo. Ciò nel testo comporta un’esposizione obiettiva, precisa e completa della verità e un’attenzione costante all’esistenza, al vissuto personale, ecclesiale e sociale.
La verità cristiana è evento di carità; è un avvenimento, al quale si è chiamati a partecipare. Il disegno divino della salvezza, incentrato in Cristo, si sta attuando in un cammino storico, che ha per origine, sostegno e meta la comunione trinitaria. Ognuno vi si inserisce secondo la misura dei doni ricevuti e della propria cooperazione. Le persone adulte sono chiamate a una fede adulta, cioè alimentata dall’ascolto assiduo della Parola, fortificata dalla preghiera e dai sacramenti e sviluppata in tutte le sue dimensioni: consapevole e motivata, coerente e operosa, comunitaria e missionaria, sollecita del mondo e rivolta alla meta definitiva.
[100] Il simbolo della fede, dalla sua prima parola detto anche “Credo”, è un sommario breve e organico delle principali verità contenute nella rivelazione; costituisce un segno di riconoscimento del cristiano e di appartenenza alla Chiesa.
Il catechismo espone diffusamente il contenuto della rivelazione, mantenendo il carattere storico-salvifico e trinitario del simbolo della fede.

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