Catechismo degli Adulti
3. Conferma evangelica del decalogo e della legge naturale
Dono e compito
[867]
La vita è dono di Dio, che esige la nostra libera cooperazione. Se vogliamo vivere in pienezza, dobbiamo osservare la legge morale, che indica la direzione del nostro vero bene. Possiamo mangiare i frutti di tutti gli alberi, ma non quello della scienza del bene e del male, pena la morte
Ogni dono di Dio è anche un compito per noi. Il Signore libera Israele e gli concede la sua alleanza, ma vuole anche essere riconosciuto come unico Dio e amato «con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze» (Dt 6,5). Gesù annuncia e inaugura il regno di Dio, ma nello stesso tempo rivolge un pressante appello alla conversione
Il vangelo è innanzitutto una buona notizia, non un codice. Narra le meraviglie che Dio ha compiuto, compie e compirà a nostro favore. Tuttavia contiene nel suo interno anche una legge, quella della carità, che accoglie il dono divino della vita e ne promuove la crescita integrale in se stessi e negli altri.
| CdA, 391 CONFRONTAVAI |
I due precetti della carità
[868]
La legge evangelica si riassume nei due precetti fondamentali della carità verso Dio e verso il prossimo: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente... Amerai il prossimo tuo come te stesso» (Mt 22,3739). Amare Dio significa fare la sua volontà; amare gli altri significa volere il loro vero bene. Si tratta di un atteggiamento pratico, più che di un sentimento emotivo.
I due comandamenti sono inseparabili: «Se uno dicesse: “Io amo Dio”, e odiasse suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede» (1Gv 4,20). Amare il Padre significa amare anche i suoi figli e volere per essi il bene da lui desiderato: «Chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è stato generato» (1Gv 5,1). Amare una persona per amore di Dio significa partecipare all’amore che Dio ha per lei e quindi riconoscerla in tutto il suo valore, amarla di più.
| CCC, 2052-2055CCC 2083 |
I dieci comandamenti
[869]
Nei due comandamenti della carità Gesù riassume «tutta la Legge e i Profeti» (Mt 22,40). Egli conferma i dieci comandamenti, o decalogo, dell’antica alleanza e vede in essi la via necessaria per giungere alla vita eterna: «Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti» (Mt 19,17). La carità urge l’osservanza di tutti i comandamenti: «Pieno compimento della legge è l’amore» (Rm 13,10).
| CCC, 2052-2074 |
[870]
L’amore promuove il bene della persona che si concretizza in molti beni particolari. Perciò trova nelle molteplici norme morali la sua attuazione e la sua verifica. «I diversi comandamenti del decalogo non sono in effetti che la rifrazione dell’unico comandamento riguardante il bene della persona, a livello dei molteplici beni che connotano la sua identità di essere spirituale e corporeo, in relazione con Dio, col prossimo e col mondo delle cose... Sono destinati a tutelare il bene della persona, immagine di Dio, mediante la protezione dei suoi beni...: la vita umana, la comunione delle persone nel matrimonio, la proprietà privata, la veridicità e la buona fama»
Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 13. Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 18. | |
[871] I dieci comandamenti dell’Antico Testamento mantengono dunque il loro valore e costituiscono un riferimento essenziale per l’etica cristiana. Non bisogna però dimenticare che nel Nuovo Testamento i contenuti concreti della carità vengono formulati anche con altri schemi.
Gesù da una parte enuncia criteri generali; come la cosiddetta “regola aurea”: «Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro» (Lc 6,31); d’altra parte offre esemplificazioni precise come l’elenco delle opere di misericordia nel discorso escatologico: dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, ospitare i forestieri, vestire gli ignudi, visitare gli ammalati, visitare i carcerati
L’apostolo Paolo indica spesso le esigenze della vita cristiana mediante elenchi di vizi e virtù, codici di morale familiare e norme di comportamento sociale.
| CdA, 163 CONFRONTAVAI |
[872]
La formulazione stessa dei dieci comandamenti presenta qualche variazione già nei testi biblici. Tantomeno è considerata rigida e intangibile nella tradizione della Chiesa. Oggi nella catechesi delle Chiese in Italia è stabilita in questi termini:
“Io sono il Signore, tuo Dio!
Non avrai altro dio fuori di me.
Non nominare il nome di Dio invano.
Ricordati di santificare le feste.
Onora tuo padre e tua madre.
Non uccidere.
Non commettere atti impuri.
Non rubare.
Non dire falsa testimonianza.
Non desiderare la donna d’altri.
Non desiderare la roba d’altri”.
I primi tre comandamenti vengono raggruppati nella “prima tavola”, quella dei doveri verso Dio, in corrispondenza con il primo comandamento della carità. Gli altri sette vengono riuniti nella “seconda tavola”, quella dei doveri verso il prossimo, in relazione al secondo comandamento della carità.
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La legge naturale
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La legge evangelica accoglie ed eleva a livello di rapporto filiale con Dio i precetti morali, che già nell’antica alleanza erano espressione della speciale appartenenza di Israele al Signore e rivelazione della sua santità nella storia. In se stessi, però, i comandamenti di Dio contengono una sapienza che può essere riconosciuta da tutti i popoli
Sant’Ireneo di Lione,Contro le eresie, 4, 15, 1. Sant’Agostino,Commento ai Salmi, 57, 1. | |
[874]
Gesù, quando enuncia la “regola aurea”
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[875] La carità eleva l’uomo, rispettando la sua dimensione creaturale, promovendo i beni che rispondono alle sue tendenze naturali. Assume nel rapporto filiale con il Padre le realtà terrene, conferendo loro un nuovo significato, ma anche salvaguardando la loro consistenza e specificità. Così viene portato a compimento l’unico disegno di Dio iniziato con la creazione e sviluppato nel corso della storia.
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[876] La legge naturale, a sua volta, può essere considerata un anticipo della rivelazione, un primo abbozzo della legge evangelica. È scritta in alcune tendenze fondamentali, spirituali e corporee nello stesso tempo. Tutela alcuni beni, che sono beni morali in quanto hanno a che fare con il nostro realizzarci come uomini, secondo la nostra dignità di persone: ad esempio la vita fisica, la sessualità, il lavoro, la socialità.
Essa viene conosciuta mediante la ragione come valore permanente ed esigenza costitutiva dell’uomo, come direzione da seguire costantemente. Tuttavia viene conosciuta in un processo storico graduale, non privo di errori: basti ricordare che in passato sono state ritenute lecite la crudeltà verso i prigionieri di guerra, la schiavitù, la tortura giudiziaria, la negazione della libertà di religione.
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[877]
La legge naturale è la vita stessa dell’uomo che tende alla sua pienezza. Indica con le sue norme le vie di una crescita autentica. Seguirla fedelmente significa essere fedeli a se stessi. Chi responsabilmente l’accoglie, mentre obbedisce a Dio, creatore e Padre, diventa «partecipe della provvidenza, capace di provvedere a sé e agli altri»
San Tommaso d’Aquino, Somma Teologica, I-II, q. 91, a. 2. Cf. Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 41. | |
Leggi civili e rituali dell’Antico Testamento
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La legge evangelica conferma e perfeziona l’ordine della creazione; non aggiunge imposizioni che gli siano estranee. Gli stessi precetti morali dell’Antico Testamento vengono accolti in quanto riflettono tale ordine. Restano invece superate le leggi civili e rituali anticotestamentarie, a cominciare dalla circoncisione
| CdA, 156 CONFRONTAVAI |
In particolare sono aboliti i divieti sui cibi: «”Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può contaminarlo, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va a finire nella fogna?” Dichiarava così mondi tutti gli alimenti» (Mc 7,18-19). «Nessuno dunque vi condanni più in fatto di cibo o di bevanda... Perché lasciarvi imporre... precetti quali “Non prendere, non gustare, non toccare”? Tutte cose destinate a scomparire con l’uso: sono infatti prescrizioni e insegnamenti di uomini! Queste cose hanno una parvenza di sapienza, con la loro affettata religiosità e umiltà e austerità riguardo al corpo, ma in realtà non servono» (Col 2,1620-23). «Tutto ciò che è stato creato da Dio è buono e nulla è da scartarsi, quando lo si prende con rendimento di grazie» (1Tm 4,4).
| CdA, 157 |
Queste dichiarazioni di principio, così nette, smentiscono la posizione dei testimoni di Geova, contrari ai cibi che contengono sangue e alle trasfusioni. Fuori luogo risulta il loro appello al decreto dell’assemblea di Gerusalemme che, essendo legato a una precisa situazione, aveva un carattere disciplinare e una validità temporanea
| CdA, 452CdA 480 |
[879] La carità promuove il bene della persona che si concretizza in molti beni particolari. Perciò esige l’osservanza delle norme morali.
Gesù conferma i dieci comandamenti dell’antica alleanza, in cui si specchia l’ordine naturale della creazione.
La legge naturale, scritta nelle tendenze umane fondamentali e conosciuta attraverso la ragione, indica la direzione di crescita della persona.
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