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CATECHISMO DEGLI ADULTI

Catechismo degli Adulti

Un germe da sviluppare
[838]  Nel battesimo è già dato oggettivamente ciò che costituisce la vita cristiana: lo Spirito Santo, la configurazione a Cristo morto e risorto, l’inabitazione della Trinità, la grazia santificante, le virtù teologali. Ma tutto è dato come una caparra, come un germe e una capacità da sviluppare con l’ascolto della Parola, la grazia dell’eucaristia e degli altri sacramenti, le mozioni dello Spirito Santo e la libera cooperazione personale.
[839]  «Tutti i cristiani, cioè i discepoli di Gesù Cristo, in qualunque stato e condizione si trovino, sono chiamati alla perfezione: perché tutti sono chiamati al vangelo, che è legge di perfezione»
nota
A. Rosmini, Massime di perfezione cristiana, 1.
. A tutti Gesù dice: «Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste» (Mt 5,48). L’apostolo Paolo gli fa eco: «Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione» (1Ts 4,3). Il concilio Vaticano II commenta: «I seguaci di Cristo... col battesimo della fede sono stati fatti veri figli di Dio, resi partecipi della natura divina, e perciò realmente santi. Con l’aiuto di Dio essi devono quindi mantenere e perfezionare, vivendola, la santità che hanno ricevuta»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 40.
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La perfezione della carità
[840]  Possiamo domandarci in che cosa consista la perfezione cristiana, 21-413.pngche cosa occorra per essere santi. Sono indispensabili esperienze straordinarie di ascesi e di contemplazione, profonde conoscenze, potere di fare miracoli, oppure basta l’amore concretamente vissuto nella storia di ogni giorno?
Gesù, nel discorso della montagna, indica i contenuti della santità cristiana, presentando una serie di comportamenti paradigmatici ispirati alla carità
nota
Cf. Mt 5,20-48.
. L’apostolo Paolo pone la carità al di sopra di ogni altro valore: «Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli... e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza... ma non avessi la carità, non sono nulla» (1Cor 13,1-2). Dà importanza alla sofferenza accettata con amore non meno che alle visioni celesti, ai rapimenti mistici, ai miracoli compiuti. Esorta a sviluppare il dialogo con Dio nella concretezza e nella totalità della vita: «Tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre» (Col 3,17)
nota
Cf. 1Cor 10,31.
. Con lui concordano altri testi del Nuovo Testamento, secondo cui l’esperienza di Dio si incarna nell’incontro con i fratelli in ogni situazione: «Chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore» (1Gv 4,7-8). «Ad immagine del Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta» (1Pt 1,15).
Il recente magistero della Chiesa addita insistentemente la comune vocazione alla santità da attuare nella perfezione della carità in ogni ambito di esperienza: «Tutti i fedeli cristiani, di qualsiasi stato o ordine, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità: santità che promuove un tenore di vita più umano anche nella società terrena»
nota
Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 40.
. I cristiani sono «abilitati e impegnati a manifestare la santità del loro essere nella santità di tutto il loro operare»
nota
Giovanni Paolo II, Christifideles laici, 16.
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Dialogo costante con Dio
[841]  Dio «è tutto amore; con tutto se stesso ama e vuole essere amato; perciò vorrebbe che i suoi figli fossero interamente trasformati in lui per amore»
nota
Beata Angela da Foligno, Il libro, Istruzioni, 34, 7-8.
. La santità consiste nella carità e la carità, 21-414.pngnel dialogo con Dio, può assumere e valorizzare qualsiasi realtà. Per questo è una possibilità reale e un appello per tutti. Non occorrono esperienze straordinarie di conoscenza, di contemplazione, di ascesi e di fuga dal mondo. Basta la vita ordinaria: preghiera, relazioni familiari e sociali, lavoro, riposo, sofferenza, apostolato. Dio ci chiama in ogni cosa, continuamente. È presente come creatore che comunica l’essere e la vita, come salvatore e Padre che tutto fa cooperare per il bene dei suoi figli
nota
Cf. Rm 8,28.
. Tutto è voluto o almeno permesso da lui. Ogni persona, cosa o avvenimento è una sua parola, un dono e un compito. Da parte nostra dobbiamo rispondere a Dio in ogni situazione: cercare sempre la sua volontà rivolgendo spesso a lui anche un’attenzione consapevole; accettare, come una possibilità di bene che viene offerta, se stessi, la propria storia, gli altri, le realtà della natura, gli eventi piccoli o grandi, favorevoli o tristi; fare il bene «con cura, spesso e con prontezza», non come coloro che «mangiano senza gusto, dormono senza riposare, ridono senza gioia, si trascinano invece di camminare»
nota
San Francesco di Sales, Introduzione alla vita devota, 1, 1, 7.
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La vita intera diventa dialogo con Dio, preghiera diffusa, atto di amore continuato. Ogni esperienza diventa cooperazione al suo regno; si unifica e si integra in un solo progetto. Le energie dell’intelligenza, della volontà, dell’affettività, della corporeità si orientano sempre di più a lui. Si realizza un’esperienza di Dio incarnata nella storia, una comunione sempre più perfetta.
CdA, 951
CONFRONTAVAI
CdA 987-989
CONFRONTAVAI
Santi e santificatori
[842]  L’uomo nuovo, che cresce nella santità, è anche santificatore. Amando gli altri in Dio e con il suo stesso amore, edifica la comunità cristiana, promuove una convivenza civile giusta e pacifica, con un tenore di vita più umano
nota
Cf. Concilio Vaticano II, Lumen gentium, 40.
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Purtroppo per molti la religione resta confinata sullo sfondo. La vita 21-415.pngquotidiana segue la logica del piacere e dell’interesse immediato. Si fa riferimento a Dio solo in alcuni momenti marginali, specialmente nelle difficoltà. Molti considerano la spiritualità un lusso, utile al più per chi ne sente il bisogno. Non mancano però tendenze contrastanti: fioriscono numerosi movimenti di spiritualità; è avvertita largamente un’esigenza di interiorità.
L’esperienza religiosa, se è autentica, fa sentire il suo benefico influsso in ogni ambito. L’interiorità si incarna; la presenza nel mondo si spiritualizza. La vocazione alla santità si esprime in molte vocazioni particolari; è una possibilità reale offerta a tutti, perché ogni realtà sia liberata e ricondotta a Dio.
Conoscenza mistica
[843]  La perfezione cristiana, identificata con la perfezione della carità, non coincide con la contemplazione mistica. Questa, però rimane pur sempre un dono meraviglioso, che rende sperimentalmente manifesta la ricchezza ricevuta nel battesimo e anticipa in certo modo la visione beatifica delle Persone divine nell’eternità; un dono «che nessuno conosce se non chi lo riceve. Lo riceve solo chi lo desidera; non lo desidera se non colui che viene infiammato dal fuoco dello Spirito Santo»
nota
San Bonaventura da Bagnoregio, Itinerario della mente in Dio, 7, 4.
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[844] Tutti i cristiani sono chiamati alla santità, che consiste nella perfezione della carità, raggiunta accogliendo la volontà di Dio nelle diverse situazioni e forme di vita.

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