Catechismo degli Adulti
6. Rinnovati nell’essere e nell’agire
La grazia santificante
[827]
Chiamato al dialogo con le persone divine, l’uomo viene abilitato a questo rapporto mediante una trasformazione di tutta la sua personalità: anima, intelligenza, volontà, affettività, corporeità. Viene purificato, santificato e rigenerato; diventa «nuova creatura» (Gal 6,15), un «uomo nuovo» (Ef 4,24).
| CCC, 1266 |
[828]
Riceviamo innanzitutto un nuovo modo di essere, per cui diventiamo «partecipi della natura divina» (2Pt 1,4), siamo «chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!» (1Gv 3,1). Questa radicale elevazione alla vita divina si chiama tradizionalmente “grazia santificante”
Cf. Concilio di Trento, Sess. VI, Decr. Sulla giustificazione, 7; Can. 11 - DS 1529-1530; 1561. | CdA, 341 CONFRONTAVAI CdA 354-355 CONFRONTAVAI CdA 743 CONFRONTAVAI CdA 812 CONFRONTAVAI |
Le virtù teologali
| |
[830]
La fede ci fa partecipare alla luce della conoscenza divina
Cf. San Tommaso d’Aquino,Somma Teologica, I-II, q. 110, a. 4.
La fede «opera per mezzo della carità» (Gal 5,6); altrimenti è come morta. Tuttavia rimane importante anche nei peccatori, perché li prepara alla giustificazione
Cf. Concilio di Trento, Sess. VI, Decr. Sulla giustificazione, Can. 28 - DS 1578. | CdA, 86-93 CONFRONTAVAI |
[831]
La speranza applica le prospettive della fede all’esistenza personale del credente: «In essa infatti noi abbiamo come un’àncora della nostra vita, sicura e salda» (Eb 6,19). È il desiderio fiducioso e arduo, fondato sull’Amore onnipotente e misericordioso e sulla sua fedeltà alle promesse, di giungere alla vita eterna nell’esperienza immediata di Dio e nella gloriosa risurrezione, ricevendo durante il cammino tutti gli aiuti necessari. Si tiene ugualmente lontana dalla presunzione come dall’abbattimento. Lotta coraggiosamente contro il male e coltiva ogni germe di bene. Sa che per la misericordia di Dio anche una vita sciupata, come quella del ladrone pentito, può essere rigenerata in un istante
| CdA, 1170-1183 CONFRONTAVAI |
[832]
La carità, riflesso in noi dello Spirito Santo, ci fa partecipare alla forza e alla bellezza dell’amore con cui Cristo ha amato il Padre e i fratelli nel suo sacrificio pasquale. Suppone e porta a compimento la fede e la speranza: amiamo perché siamo stati amati e abbiamo creduto all’amore, come i bambini nei confronti dei genitori. La carità è la nostra amicizia con Dio, per cui lo amiamo sopra ogni cosa a motivo della sua bontà infinita e siamo pronti a fare la sua volontà e ad amare gli altri come egli li ama
Cf. San Tommaso d’Aquino,Somma Teologica, II-II, q. 23, a. 2. Cf. San Tommaso d’Aquino,Somma Teologica, I-II, q. 26, a. 2; II-II, q. 28, a. 4. | CdA, 840-842 CONFRONTAVAI CdA 868 CONFRONTAVAI CdA 898-899 CONFRONTAVAI CdA 951 CONFRONTAVAI |
Le virtù umane
[833] La carità si incarna nell’etica: unifica, sostiene ed elèva le virtù umane, energie operative buone che abilitano a compiere il bene sotto vari aspetti specifici. Quattro di esse si chiamano “virtù cardinali”, perché fanno da sostegno e riferimento a numerose altre. Sono la prudenza, la giustizia, la fortezza e la temperanza. Tra le molte virtù, che si collegano a queste, si possono ricordare: semplicità, onestà, sincerità, lealtà, fedeltà, cortesia, rispetto, generosità, riconoscenza, amicizia, coraggio, audacia, equilibrio, umiltà, castità, povertà, obbedienza.
Le buone qualità particolari danno concretezza alla perfezione cristiana. Danno alla carità un corpo e un volto.
| |
I sette doni
[834]
Per facilitare l’esercizio e la crescita delle virtù teologali e umane, riceviamo i sette doni dello Spirito Santo che, sulla base di un testo profetico
| |
L’intenzione fondamentale
[835]
La vita spirituale si sviluppa come un organismo unitario e complesso. Alla radice c’è la grazia santificante, alla quale si accompagnano, come dotazioni stabili, le virtù teologali. La decisione del cristiano di attuare la propria vita nella fede, speranza e carità, costituisce l’intenzione fondamentale, che dà la sua impronta e il suo orientamento ai vari atteggiamenti e alle singole azioni.
Un’intenzione fondamentale può essere positiva o negativa e si esprime in comportamenti corrispondenti: «Ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi» (Mt 7,17). Dalla fede, speranza e carità deriva l’osservanza di tutti i comandamenti della legge di Dio; viceversa dal cuore malvagio, cioè dall’egoismo, escono tutti i comportamenti malvagi
L’intenzione fondamentale ci identifica come giusti o come peccatori. È l’orientamento profondo verso il fine ultimo, Dio o un idolo, intorno al quale si costruisce un progetto globale di vita. Non si tratta di una decisione accanto alle altre, ma di un atteggiamento personale implicito, che si attua e si manifesta mediante le decisioni particolari. Non è sperimentabile direttamente in se stessa; se ne può avere solo una conoscenza indiretta e indiziaria, attraverso i comportamenti concreti in ogni ambito dell’esperienza. Coincide praticamente con la vita di grazia o con la situazione di peccato mortale, di cui il soggetto può avere solo una certezza prudenziale
Cf. Concilio di Trento, Sess. VI, Decr. Sulla giustificazione, 9 - DS 1534. | CCC, 1752-1753 |
[836]
Se è vero che l’atteggiamento profondo si esprime attraverso le azioni, è anche vero che compiendo singole azioni la persona plasma se stessa, decide che cosa vuole essere, sviluppa virtù o vizi e, quando le scelte sono importanti e pienamente responsabili, come un atto impegnativo di carità o un peccato mortale, forma in sé un’intenzione fondamentale, la rafforza o la cambia, realizzando una conversione o una perversione. Nel bene e nel male sono decisivi gli atti umani, in cui l’intenzione fondamentale si forma e si esprime. Sono i singoli atti che costruiscono la fisionomia spirituale della persona; non viceversa
Cf. Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 70; 71. Cf. Giovanni Paolo II, Reconciliatio et paenitentia, 223. | |