Catechismo degli Adulti
Rapporto personale
[816]
La vita cristiana è relazione personale con Cristo, un dialogo e un cammino con lui. Si tratta non solo di accettare il suo insegnamento, ma «di aderire alla persona stessa di Gesù, di condividere la sua vita e il suo destino, di partecipare alla sua obbedienza libera e amorosa alla volontà del Padre»
Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 19. | CdA, 633 CONFRONTAVAI |
[817]
«Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mc 8,34). Il discepolo di Gesù deve assumere il suo atteggiamento filiale di obbedienza al Padre e al divino disegno di salvezza, che lo ha condotto alla croce e alla risurrezione. «Pur essendo Figlio, imparò tuttavia l’obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono» (Eb 5,8-9).
Camminare dietro a Cristo significa camminare nella carità
Ma è impossibile amare come Cristo ha amato, se egli stesso non ama in noi; è impossibile andargli dietro, se egli stesso non viene a vivere dentro di noi. Ebbene, comunicandoci lo Spirito Santo, egli entra nella nostra esistenza e la vive con noi, sì che ogni cristiano può dire come Paolo: «Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me» (Gal 2,20). Egli perciò non rimane un modello esteriore; anzi, viene interiorizzato in virtù dello Spirito.
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Configurati a Cristo
[818]
I mezzi ordinari e certi, con cui il Signore ci assimila a sé, sono la Parola e i sacramenti, soprattutto il battesimo e l’eucaristia. «Il battesimo configura radicalmente il fedele a Cristo nel mistero pasquale della morte e risurrezione, lo riveste di Cristo... La partecipazione poi all’eucaristia, sacramento della nuova alleanza, è vertice dell’assimilazione a Cristo, fonte di vita eterna, principio e forza del dono totale di sé»
Giovanni Paolo II, Veritatis splendor, 21. | CdA, 607-608 CONFRONTAVAI |
Nelle diverse esperienze
[819]
Come ben dimostra l’esperienza dei santi che sono i più vicini al divino modello, ciò non reca pregiudizio all’originalità e creatività personale. Non si tratta infatti di ripetere meccanicamente quello che Gesù ha fatto, ma di comportarsi come egli si comporterebbe adesso al nostro posto. La prassi cristiana comprende: il dialogo diretto con il Signore mediante la preghiera e i sacramenti; il dialogo con gli altri mediante la solidarietà umana e la condivisione della fede; il dono di sé mediante l’azione e la sofferenza. Tutto questo però con misura e modalità diverse per ciascuno, secondo la varietà dei carismi e delle situazioni. Le diverse esperienze si integrano e si sostengono reciprocamente all’interno della comunità. La sequela in concreto avviene nella Chiesa e attesta che in essa Cristo è sempre vivo e presente.
«Nulla assolutamente anteponiamo a Cristo e così egli ci condurrà tutti alla vita eterna»
San Benedetto da Norcia, Regola, 72, 11-12. Santa Chiara di Assisi, Lettere, 4, 11-12. Santa Chiara di Assisi, Lettere, 2, 21. | |
[820] L’esistenza cristiana, plasmata dall’ascolto della Parola e dai sacramenti, è un rapporto personale con Cristo, un cammino dietro a lui sulla via della croce e della risurrezione, amando come egli ha amato, fino al dono totale di se stessi, nella concretezza e varietà delle esperienze personali.
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